sabato 17 maggio 2014

"L'evoluzione della vita sulla Terra": un articolo del 1994 di Stephen Jay Gould

Rileggendo, dopo venti anni, gli estratti e le osservazioni riguardanti quell'articolo, l'autore di questo blog trova conferma alle sue tesi su Gould; anzi, trova in lui direttamente il passaggio dal fallimento del determinismo al fallimento del suo opposto, l'indeterminismo, confermando la millenaria opposizione metafisica del pensiero umano: determinismo democriteo / indeterminismo epicureo.

Di Darwin, Gould sottolineava- nel suo articolo- il "nuovo meccanismo della causalità evolutiva": "la selezione naturale". E aggiungeva: "Per quanta importanza possa avere questo principio, la selezione naturale non è la sola causa del cambiamento evolutivo (anzi, in parecchi casi, può essere messa in ombra da altre forze)". Non è molto strano che Gould, pur orientando tutto il suo articolo nella direzione della pura contingenza, lo iniziasse partendo da una impostazione deterministica, scomodando la causa, e dimenticando di ricordare che Darwin, come scrisse ad Asa Gray, fu molto colpito dalla presenza del caso?  "Sono conscio di essere in un terribile pasticcio non potendo pensare che il mondo, come lo vediamo, sia il risultato del caso: eppure non posso guardare ogni cosa come se fosse il risultato della necessità".

Di fronte alla questione reale, di difficile soluzione, così chiaramente espressa dall'autore della "evoluzione delle specie per selezione naturale", che cosa ha fatto Gould se non scegliere a favore del caso epicureo contro la necessità democritea? Ma, quasi per pudore, in questo articolo, non ha mai nominato il caso, limitandosi a sinonimi come "fortuito", "contingente". Questo pudore derivava dal fatto di non essersi mai liberato dal principale contrassegno del determinismo: l'ordine economico. Per il principio di causa ed effetto, nulla può essere sprecato: il disordine e, soprattutto, il dispendio devono essere banditi.

La conseguenza fu che Gould si trovò nei pasticci quando dovette rendere ragione di una evoluzione falcidiata da continue estinzioni e dalle più diverse forme di dispendio della vita, accompagnate dal loro opposto dialettico: le eccezioni statistiche, che appaiono incomprensibili. Così, egli fu costretto ad ammettere: "Non siamo in grado di spiegare perché l'esplosione del Cambriano abbia potuto dare così rapidamente il via a tutti i più importanti tipi di organizzazione anatomica".

Non passandogli neppure per la mente l'esistenza di un dispendio naturale che realizza i suoi prodotti "migliori", in maniera inconsapevole e ciecamente necessaria, come rare eccezioni statistiche (da nessuno volute), Gould si è trovato imbarazzato di fronte a eventi naturali come quelli avvenuti nel Cambriano, tanto da affermare: "L'esplosione del cambriano fu, dunque, l'avvento più straordinario ed enigmatico della storia della vita". Perché enigmatico, se il termine "straordinario" rappresenta proprio l'unica spiegazione possibile, intesa come cieca necessità dialetticamente opposta al caso?

Affermare che "non sappiamo perché la maggior parte dei primi esperimenti si siano estinti, mentre alcuni sono sopravvissuti per diventare i phyla che oggi conosciamo", è inesatto, e dimostra che maneggiando il solo caso si è incerti su tutto. Invece, grazie alla polarità caso-necessità e alla legge del dispendio e della eccezione statistica, possiamo comprendere la necessità delle estinzioni della vita che permettono una evoluzione in tutte le direzioni, in maniera cieca (come cieca è la natura), così che, prima o poi, per una straordinaria eccezione statistica, l'evoluzione della materia può permettersi di azzeccare  persino la "vita cosciente".
  
Ma se possiamo affermare questo è solo perché siamo presenti su questo pianeta. Però, perchè capitasse questo caso eccezionale, occorreva che di pianeti come la Terra, nell'universo, dovessero esisterne parecchi, così da permettere a uno di essi, rarissimo, la straordinaria evoluzione della vita fino alla coscienza, conseguenza di successive estinzioni ordinarie e straordinarie di grandi numeri di specie diverse.

Non comprendendo il processo naturale dispendioso che lascia sul terreno una enorme quantità di vita, per svilupparne una sola cosciente come assoluta eccezione statistica, Gould ha potuto soltanto esprimere lo stupore del determinismo, deluso nei confronti del "carattere bizzarro e imprevedibile" della evoluzione dispendiosa della vita. Non riuscendo a superare la sua prima idea di contingenza, non ha potuto rendere conto della reale necessità della vita e della sua reale evoluzione fino alla specie umana cosciente.

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Post scriptum Maggio 2014. Che poi ci sarebbe anche da osservare che la coscienza, intesa come vera coscienza della realtà naturale, è sempre un'eccezione individuale straordinaria. Perché, se consideriamo l'evoluzione della specie umana nei tempi lunghi e ne rifacciamo la storia fino ad oggi, possiamo avere seri dubbi sul fatto che l'umanità, nel suo complesso, possa vantare una qualità così straordinaria come la coscienza! Si tratta anche qui di rarissime eccezioni statistiche, da nessuno volute.

Ma occorre anche chiarire, quando si parla della specie umana come specie cosciente, che, diversamente dalle altre specie, l'uomo può anche essere, individualmente e collettivamente, incosciente, e nel contempo può anche valutare, più o meno correttamente, il livello di coscienza e di incoscienza sia di ciascuno individuo, sia di collettività più o meno grandi, sia, infine, della specie umana nel suo complesso. Per finire,  la stupidità incosciente è una qualità che può sorgere soltanto  sul terreno della "coscienza", come sua negazione. Gli animali sono privi di coscienza ma non sono stupidi, solo l'uomo "cosciente" ha questo privilegio.

2 commenti:

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