domenica 31 marzo 2013

Nell'epoca degli stati continentali le doppie elezioni italiane non cambieranno certo le sorti del mondo

In Italia, due continuano ad essere gli "argomenti del giorno" dall'inizio del 2013: le elezioni parlamentari italiane, compresi i successivi risultati, e, quasi in concomitanza, le elezioni di un nuovo Pontefice per sostituire il precedente, dimissionario. Eppure, gli argomenti avrebbero dovuto e dovrebbero essere almeno tre, con il terzo che, per importanza mondiale, sovrasta gli altri due: si tratta della recente volontà espressa dal presidente americano, il democratico Obama, di puntare sul "libero scambio USA-UE".

Come abbiamo spesso ripetuto in precedenti post, nell'era della globalizzazione, ossia nell'era del capitalismo senescente, gli Stati nazionali contano poco, a meno che non abbiano confini "continentali": contano, infatti, soltanto gli Stati di dimensioni continentali. Perciò di fronte alla crescente potenza economica dell'Asia e dei due giganti demografici Cina e India, gli USA, per correre ai ripari, si  rivolgono a una Europa che da tempo cerca di forgiare, con molte difficoltà, un'unione continentale, ovvero, una UE consolidata in una sovrastruttura statale che sia nella sostanza, anche se non nella forma, una specie di Stati Uniti d'Europa.

Perché il grottesco si è impossessato dell'Italia elettorale?

L'aspetto più grottesco della attuale tornata elettorale italiana è stato l'ansimare scomposto di "poteri forti" che sono realmente deboli perché non riescono a ottenere ciò che vogliono, mentre cercano impossibili spiegazioni alla propria impotenza che neppure i loro principali strumenti di riferimento, stampa, televisione e social network, riescono a fornire.

La vera nota dolente è che non riescono a determinare risultati voluti, e molto se ne dispiaciono, ma, non potendo farci nulla, continuano a fare quello che hanno sempre fatto sotto l'occhio indiscreto degli strumenti mediatici.

sabato 30 marzo 2013

Venti anni sono trascorsi...

durante i quali l'autore di questo blog ha vissuto studiando un migliaio di libri, riflettendo e creando una nuova teoria elaborata in 10 volumi per complessive 3000 pagine.

Nel frattempo, dopo la ventennale fatica, spesa in condizioni mai socialmente ed economicamente facilitate, l'autore sta entrando nel suo settantesimo anno, un'età che rende estranei alla paziente sopportazione della stupidità del mondo.

domenica 24 marzo 2013

"La materia oscura che rallenta l'Universo"

"E' il 20% in più di quanto si credeva: rappresenta la parte ignota del cosmo"

E' così che il "Corriere della Sera" del 23/3/13 presenta i risultati prodotti dal nuovo satellite "Planck" dell'agenzia spaziale europea Esa, dopo 15 mesi di osservazioni. Secondo Nazzareno Mandolesi dell'Università di Ferrara e dell'Istituto Nazionale di astrofisica, l'aver misurato più materia oscura significa che l'energia oscura concepita fino adesso diminuisce, e quindi "che la velocità di espansione dell'universo è meno accelerata di quanto si ritenesse. Perché essendoci meno energia oscura l'universo è più lento, l'effetto attrattore che gli imprime velocità è dunque più ridotto".

venerdì 22 marzo 2013

VI) Il fallimento della teoria relativistica dei buchi neri si manifesta nella proliferazione di continui aggiustamenti

Seguendo l'articolo "Un modello astrofisico dei buchi neri",*di R.H. Price e K.S Thorne, possiamo, per così dire, mettere in fila  le contraddizioni irrisolte della teoria relativistica dei buchi neri, inadeguata a rendere ragione dei fenomeni astrofisici, ragion per cui molti fisici, tra i quali gli stessi autori dell'articolo, sono tentati da nuovi aggiustamenti della teoria fondamentale relativistica, senza per altro avere il coraggio e neppure la possibilità di abbandonarla.

Se una teoria non funziona, è giusto cercare un'altra teoria, ma se non funziona perché smentita empiricamente, occorre cercarne un'altra che non venga invalidata dall'esperienza. Così pensano Price e Thorne, che si rifanno al concetto di paradigma di Kuhn. Come abbiamo già esaminato nella sezione dedicata alla Teoria della conoscenza, i paradigmi di Kuhn sono quegli insiemi di regole, diagrammi, leggi e formule matematiche, che dovrebbero permettere di risolvere i problemi specifici di una data scienza (i cosiddetti "rompicapi").

martedì 19 marzo 2013

V) La pretesa estrazione di energia dai "buchi neri"

L'"energia stimolata" dal collasso gravitazionale e la formazione  di materia oscura

Una delle tante assurdità della teoria relativistica dei buchi neri è la "scoperta" della possibilità di "estrazione" di energia da un buco nero rotante. Grazie al solito metodo dell'esperimento di pensiero, i fisici sviluppano il seguente ragionamento: immaginiano un buco nero rotante di massa M e una particella di energia E0. Immaginiamo poi di far spaccare questa particella in due, in modo che il primo frammento abbia energia negativa (sic!) E1 e cada nel buco nero, mentre il secondo frammento si allontani. Essendo E0 = E1 + E2, poiché E1 è negativa, E2>E0. Di conseguenza avremo: dentro il buco nero Mc2 - E1, e, fuori dal buco nero E0 + E1. "In altre parole -conclude Wald- abbiamo estratto energia di valore assoluto E1 (positiva) dal buco nero. L'espediente con cui abbiamo ottenuto questo risultato è stato quello di costringere (sic!) il buco nero ad assorbire energia negativa"

A noi pare, invece, che il vero espediente sia stato quello di prendere una particella, immaginando di spaccarla in due paradossali frammenti, di cui uno risulti maggiore della particella intera, e l'altro, di conseguenza, risulti negativo (sic!). Ma riguardo all'espediente di costringere il buco nero ad assorbire energia negativa, una cosa è immaginarlo, altra cosa non solo realizzarlo, ma persino immaginarne il modo. Nonostante l'ottimismo espresso nelle seguenti parole: "Questi processi portano alla creazione spontanea di particelle in prossimità di un buco nero, e, in linea di principio, portano alla "evaporazione" del buco nero"", quando poi si tratta di immaginare un modo realistico, occorre rivolgersi a processi fisici molto più  semplici e noti, ma con i quali, come vedremo, i buchi neri non hanno niente a che vedere.

sabato 16 marzo 2013

IV) Il collasso totale gravitazionale e l'insussistente simmetria sferica del "buco nero"

Scrive Wald, nel testo già citato*: "Che cosa succede, invece, quando la massa del nucleo supera il doppio della massa solare, oppure quando la velocità di implosione è troppo grande per potersi fermare, anche se la massa è inferiore a due masse solari, oppure quando altra massa cade su una stella di neutroni -o su una nana bianca- e porta la massa totale a superare il valore critico che permette la stabilità?"

Si tratta del collasso totale gravitazionale, su cui è fondamentale avere un'esatta comprensione, anche per l'importanza che questo fenomeno assume in relazione al big bang. Ne abbiamo già anticipato una conseguenza logica: se si ipotizza, come fanno i relativisti, che possa esistere un collasso estremo che annienta la materia, allora anche il big bang non potrebbe fare a meno di annientare la materia, il che è assurdo.

La teoria della relatività si trova in grave imbarazzo, di fronte al fenomeno del collasso gravitazionale estremo. "Purtroppo -scrive Wald- nella relatività generale, l'analisi teorica di ciò che avviene in situazioni generiche durante il collasso gravitazionale -anche tralasciando le complicazioni dovute al comportamento della materia- è assai difficile. E' assai difficile trarre soluzioni esatte dall'equazione di Einstein che descrivono il collasso gravitazionale; gli stessi tentativi di trovare soluzioni approssimate, mediante integrazioni numeriche eseguite con il computer, non hanno avuto esiti brillanti, anche se si tratta di un campo in rapida espansione".

mercoledì 13 marzo 2013

III) Lo strano modello di "buco nero"

Abbiamo già considerato, a proposito del "buco nero", che l'unica questione seria è la comprensione dello stato della materia alla massima densità, questione già posta dai newtoniani che avevano ipotizzato l'impossibilità, per qualsiasi forma materiale, compresa la luce, di sfuggire all'enorme attrazione gravitazionale di un corpo estremamente denso.

Vedremo ora, seguendo uno dei maggior fisici del momento, Roger Penrose, che la teoria della relatività, nonostante affermi l'inadeguatezza della teoria gravitazionale newtoniana, è costretta a ribadire più volte asserzioni "newtoniane", mentre, in senso relativistico, riesce solo a concepire caratteristiche strane -poste sempre tra virgolette, come ad esempio la "caduta" dentro il "buco nero" -che non hanno alcun reale significato.

Secondo Roger Penrose*, per densità ancora più grandi di quelle relative alle stelle di neutroni, non è possibile ottenere uno stato di equilibrio stabile. "La teoria gravitazionale newtoniana è allora del tutto inadeguata a trattare il problema e dobbiamo rivolgerci alla teoria della relatività generale di Einstein. Nel far ciò siamo portati a un modello così strano che in confronto persino una stella di neutroni sembra una banalità". Ma vediamo, punto per punto, la descrizione e la specificazione del modello strano di "buco nero" di Penrose. Cominciamo con la prima definizione.

domenica 10 marzo 2013

II) Il fittizio modello di "buco nero" e la reale massima densità della materia

Potremmo dire che lo strano modello del "buco nero" elude l'esigenza di spiegare la materia reale al limite massimo di densità. Secondo i coniugi Melchiorri,* lo sviluppo dell'idea di "buco nero" può essere divisa in tre fasi. La prima, quando alcuni seguaci della teoria corpuscolare di Newton pensarono ad un corpo tanto massiccio da richiedere una velocità di fuga superiore alla velocità della luce. Questo corpo era, perciò, pensato invisibile e con una enorme attrazione gravitazionale.

La seconda fase, che i Melchiorri chiamano "geometrica", riguardò lo studio delle proprietà dello spazio-tempo in prossimità di un oggetto di grande massa. Questa fase relativistica non fece che adattare la precedente congettura alle nuove esigenze della teoria della relatività generale di Einstein. "Punto culminante di questa fase è stato il lavoro di Karl Schwarzschild del 1916 e le successive interpretazioni dei suoi risultati. Tra queste l'idea di Eddington del "cerchio magico entro il quale noi non possiamo penetrare con alcun strumento"."

giovedì 7 marzo 2013

I) "Buco nero", l'irreale maschera della reale materia oscura

Il fisico Kip S. Thorne, in "La ricerca dei buchi neri", così definisce il "buco nero": "un buco con un campo gravitazionale così forte che anche la luce catturata è trattenuta nella sua massa; un buco che curva lo spazio e piega il tempo (sic!)".

Indicare con il termine di "buco" qualcosa che produce la massima intensità gravitazionale, raggiungibile nel cosmo, non solo rappresenta il principale controsenso di questo concetto relativistico, considerato da tutti i fisici prodigiosamente strano, ma significa anche eludere la principale, difficile, questione della fisica: quella della massima densità raggiungibile della materia.

Come vedremo ricostruendo la storia delle idee che hanno prodotto la strana locuzione di "buco nero", tutto nacque dalla considerazione puramente newtoniana della "velocità di fuga" della materia da un grave, in rapporto all'attrazione gravitazionale da esso prodotta. Per farla breve, se, ad esempio, tutta la massa della Terra fosse compressa fino a raggiungere 5,58 cm di diametro, l'incredibile aumento di densità produrrebbe un'attrazione gravitazionale talmente intensa da portare la "velocità di fuga" ad eguagliare la velocità della luce, così da non permettere a nessun oggetto materiale di sfuggire a quel campo gravitazionale; e una ulteriore compressione di questa sfera avrebbe come conseguenza teorica l'intrappolamento della luce stessa.

mercoledì 6 marzo 2013

Materia oscura, la massima densità della materia cosmica

Sotto il titolo "Caccia ai buchi neri XL, sono i mostri del cosmo" dell'articolo pubblicato Su la Repubblica.it (6/3/2013), si può leggere "Nuove osservazioni astronomiche suggeriscono la presenza di buchi neri ultramassivi al centro di remote galassie. Con masse di decine di miliardi di volte quelle del Sole". E' grazie a telescopi sempre più potenti che possono essere individuati "buchi neri" sempre più massicci. Col tempo, sarà quindi possibile verificare se la teoria dell'autore di questo blog abbia un fondamento. (A questo riguardo vedere anche gli scritti già postati). 

Riassumendo in maniera molto sintetica: questa teoria sostiene che i cosiddetti "buchi neri" rappresentano il risultato dell'evoluzione cosmica, la quale si manifesta mediante collassi gravitazionali estremi, responsabili della massima densità della materia nella forma di spinar o disco di materia oscura. Poiché ciò avviene a tutti i livelli, dal big bang ai superammassi, agli ammassi, ai gruppi locali e alle galassie, ci dobbiamo aspettare che la maggior parte della materia nel cosmo si trovi in forma di spinar presenti al centro dei complessi cosmici sopra nominati.

domenica 3 marzo 2013

E' un clown il vincitore della politica spettacolo, ma...

Per decenni la "società dello spettacolo" ha spettacolarizzato la politica: non si contano gli spettacoli che, nel frattempo, ogni rete televisiva ha creato per la politica, senza che i politici stessi si rendessero conto di essere ridotti al ruolo di servitori dello shopping, schiavi degli spot che letteralmente li ammutolivano.

E adesso ci si stupisce che non solo un uomo di spettacolo, ma persino un clown, abbia letteralmente vinto togliendo ogni potere alla politica parlamentare? Ma potevano i politici, assoggettati allo spettacolarismo della politica, mantenere quella dignità che, ad esempio, ostinatamente un capo di partito pretendeva per sé, pur afferrando metaforicamente spazzole per non pettinare i capelli delle bambole o per non smacchiare i giaguari?

Costretti a giocare con le regole dello spettacolo televisivo, i politici parlamentari hanno maldestramente maneggiato i suoi caustici strumenti corrodendo la propria immagine, mentre un clown del mestiere poteva maneggiare continuamente i carboni ardenti anche della più corrosiva delle satire, fino all'insulto più impietoso, senza scottarsi neppure un pò, anzi "riscaldando" i suoi futuri elettori (stando però fuori dalla politica spettacolo televisiva). 

sabato 2 marzo 2013

L'emulazione è un vocabolo scomparso

Scomparso a tal punto che Wikipedia ne ignora persino l'esistenza, limitandosi a indicare soltanto il termine "emulatore" in relazione all'informatica.

Un vocabolo scompare dal lessico di una società quando socialmente non esiste più il contenuto che esso rappresentava. Nel caso della "emulazione", si tratta dell'aspirazione a eguagliare e a superare una persona di valore: ad esempio, affermare "Giotto emulo di Cimabue", significava indicare un allievo in grado di eguagliare ma anche superare il maestro.

La sfera della emulazione è sempre stata, nella società umana, quella in cui agivano individui capaci in qualche abilità, mestiere, arte o professione, cultura, filosofia e scienza. Così, nella vita sociale gli individui incontravano altri individui con determinate qualità suscettibili di emulazione. In ogni attività, e in special modo nella sfera intellettuale e artistica, l'emulazione ha sempre avuto un ruolo fondamentale, giustificando la spinta individuale a farsi notare, a emergere, a compiere imprese degne di nota e di plauso.

venerdì 1 marzo 2013

Abbagnano: sul solipsismo egocentrico

Secondo Abbagnano ("Dizionario di Filosofia" (1964)) solipsismo "è la tesi che esisto solo io e che tutti gli altri (uomini e cose) sono soltanto mie idee. Il termine più antico per indicare questa tesi è egoismo o egoismo metafisico o egoismo teorico".

L'accettazione più o meno esplicita che gli atti o le operazioni del soggetto (dell'io) sono conosciuti in modo immediato e privilegiato ed hanno pertanto una certezza assoluta, dice Abbagnano, ha fatto assumere talvolta il solipsismo o come punto obbligato della teoria della conoscenza o come procedimento metodologico. Quest'ultimo punto di vista apparterrebbe al positivismo logico, soprattutto di Wittegenstein e Carnap. Per il primo: "I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo", ossia, "ciò che il Solipsismo vuol dire è affatto giusto, soltanto non può essere detto, ma si manifesta. Che il mondo sia il mio mondo si rivela nel fatto che i limiti del linguaggio (del linguaggio che io solo capisco) costituiscono i limiti del mio mondo", e che pertanto "io sono il mio mondo".

Abbagnano osserva: "In realtà il presupposto del positivismo da cui nasce il S[olipsismo] è il riflesso nella teoria del linguaggio della tesi idealistica: gli elementi del linguaggio sono segni d'esperienza immediata, perché le esperienze immediate sono la sola realtà".

Premessa alle osservazioni critiche sul "Dizionario di filosofia" di Abbagnano

Per comprendere le "voci" del "Dizionario" di Abbagnano, occorre considerare che il suo autore divide il pensiero filosofico in tre filoni.

1) il primo, fondato sul concetto di sostanza o essenza necessaria, fondamentalmente deterministico, inizia con Aristotele e prosegue con Cartesio, Spinoza, ecc.; e giunge fino a lambire il tempo attuale, sebbene venga, per così dire, bloccato dalla operazione criticista di Kant che Abbagnano pone nel primo filone, ma che appare preparare la strada al secondo e persino al terzo.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...