venerdì 31 marzo 2017

Steven Rose: l'antiriduzionista dimenticato e il paradosso della dimenticanza

Inizierò con un duplice paradosso della dimenticanza: anche gli studiosi col passare degli anni perdono la memoria, ma il fatto che vengano dimenticati è un'altra cosa. Ho ripreso in mano i miei appunti estratti da un libro fondamentale di Steven Rose, poi ho cercato su Wikipedia potendo appurare che la sua biografia consiste in una striminzita paginetta. E così ho potuto  riflettere sul fatto che se uno scienziato della natura, invecchiando, si rende conto di perdere parzialmente la memoria, in quanto è avversario del riduzionismo che domina nelle scienze naturali, rischia, invece, d'essere completamente dimenticato.

Il libro di Rose, "Il cervello del XXI secolo. Spiegare, curare e manipolare la mente", è uscito nel 2005 e riguarda principalmente questioni di apprendimento e memoria, in relazione alle quali il suo autore esprime palesemente un profondo pessimismo sulle possibilità scientifiche della neurologia. Tutto il libro è una denuncia in questo senso. Come egli scrive: "Lo scopo di questo libro non è affatto quello di offrire qualche nuova radicale "teoria della coscienza". Quello che in realtà cercherò di spiegare è la ragione per cui sono convinto che come neuroscienziato non abbia nulla di molto utile da dire circa quella particolare Grande C [coscienza] e perché di conseguenza, come affermò Wittgenstein molti anni or sono, faremmo meglio a stare in silenzio".

Accompagnato da questo pessimismo, Rose continua: "La grande espansione delle neuroscienze ha prodotto una quasi inimmaginabile mole di dati, fatti, risultati sperimentali, a tutti i livelli da quello submolecolare a quello del cervello nel suo complesso". "Ma come riunire questa massa in una teoria coerente del cervello?" "Il cervello, infatti, è pieno di paradossi", manca una "Grande Teoria Unificata". Gli studi sperimentali vanno su diversi livelli, dalla biologia molecolare specifica delle cellule-neuroni alla ricerca nel campo del brain imaging, ecc. Ma, "superato il Decennio del Cervello e a metà del supposto Decennio della Mente, siamo ancora ricchi di dati e poveri di teorie".
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