domenica 23 dicembre 2018

Sulle pretese basi statistiche del sentimento di fiducia

Nel 9 maggio 2011 usciva su "Le Scienze" un articolo che, all'epoca, presi in considerazione come prova delle beate illusioni sulla fiducia statistica nell'alta probabilità che si verifichi un determinato evento. Secondo gli autori: "Le nostre decisioni dipendono dalla fiducia che nutriamo in un certo corso degli eventi invece che in un altro. Questo sentimento si basa sull'incessante elaborazione statistica dei dati fatta dal nostro cervello secondo regole simili a quelle che userebbe un computer (sic!). A questo calcolo, sostanzialmente affidabile (?!), si sovrappongono però considerazioni di altro tipo che a volte modificano le scelte.

La nostra sensazione di fiducia nella possibilità che si verifichi un determinato evento nasce da un intenso lavoro di elaborazione statistica (!?) compiuto dal cervello. E questo lavoro sarebbe molto simile ai calcoli eseguiti da un computer applicando le formule definite dal matematico Thomas Bayes per valutare le probabilità a posteriori di un evento, secondo tre ricercatori del Cold Spring  Harbor Laboratory e dell'Accademia nazionale delle scienze ungherese che illustrano il loro studio in un articolo pubblicato su "Neuron".

giovedì 20 dicembre 2018

Una stupidità umana senza fine

Questa stupidità, che sembra vegliare la senescenza del Capitalismo al suo capezzale, riflette perfettamente l'essenza dell'epoca attuale. D'altra parte, soltanto un anonimo, come l'autore di questo blog, poteva permettersi di fare simili lapidarie affermazioni, suffragate dalla principale circostanza dell'epoca attuale: la senescenza del capitalismo sta travolgendo gli attuali rapporti economici, politici e militari dell'imperialismo, socchiudendo cautamente le porte alla vecchia egemonia mondiale dell'Occidente, Gli USA, per aprirle altrettanto cautamente alla nuova egemonia mondiale dell'Oriente, la Cina. Ma in quali condizioni?

Ossia, quale egemonia potrà mai esistere nelle condizioni di un capitalismo senescente e di Stati imperialistici che possono esibire non soltanto capacità egemoniche in campo economico-politico, ma anche e soprattutto, capacità missilistiche in campo militare?

domenica 16 dicembre 2018

"Qualcuno, che non vuole comparire, mi ha chiesto

come abbia fatto un autodidatta, da solo, a trattare una simile vastità di argomenti scientifici, ma soprattutto come abbia potuto una sola persona riuscire a controllare continuamente un così vasto campo della conoscenza.

Detto per inciso, mi è capitato, talvolta, di dimenticare d'aver non solo letto un libro, ma persino d'averne tratto una sintesi importante in senso teorico. Un esempio? Il libro di Stewart, "L'eleganza della simmetria" (2007), sottotitolo "storia della simmetria" (la cui critica mi ha permesso di scrivere ben 8 post sulla simmetria in fisica, post così risolutivi che al momento posso considerarli come le mie acquisizioni più profonde sull'argomento).

giovedì 13 dicembre 2018

Riflessioni generali sintetiche sulla realtà fisica del cosmo

Su "Le Scienze" di gennaio 2013 è comparso un articolo che si è dilungato sulla prossima pretesa dei fisici teorici: scoprire i componenti dei quark, i cosiddetti preoni. A tale scopo si puntava sempre su LHC e persino sul Fermilab. Naturalmente, di questo passo, dopo la prossima pretesa scoperta dei preoni, occorrerà cercare i componenti dei preoni che, anticipando tutti, potrei chiamare precocioni. A parte gli scherzi, va da sé che non possiamo sapere quale sia, se esiste, la particella originaria, anche se dobbiamo ammettere che al momento del big bang o big cranch la materia avrebbe dovuto trovarsi a livello della massima energia.

Allora, a livello della massima energia, o repulsione originaria, che cosa possiamo pensare che sia esistito? uno stato della materia particellare o non piuttosto uno stato non concepibile in altro modo che come massima energia possibile? Del resto, l'opposto polare dell'energia è la massa gravitazionale, ovvero l'opposto polare della massima repulsione sarà la massima gravitazione.

lunedì 10 dicembre 2018

La dialettica caso-necessità contro i luoghi comuni della scienza

Vale la pena di ricordare, anche se con molto ritardo, "Le Scienze" del Dicembre 2012 che ospitava il contributo di John Sexton su "Lo stato della scienza del mondo". Riporterò qualche estratto che ritengo rilevante  per il presente e per il futuro della scienza.

-"Anche se la vita dello scienziato può non essere consapevolmente globale, la globalizzazione permea l'impresa scientifica in molti modi"; in particolar modo "la velocità e la facilità con cui oggi comunichiamo ha accelerato il flusso delle idee fino a rendere l'impresa scientifica più connessa di quanto sia mai stata".

-"Per quanto la comunicazione scientifica possa essersi allargata, e includere il maggior numero di persone, molti continuano ad esserne esclusi."

giovedì 6 dicembre 2018

Come procede la scienza divisa tra teoria e pratica?

Il numero di "Le Scienze" Dicembre 2012 ospitava il contributo di John Sexton su "Lo stato della scienza del mondo". Riportiamone qualche estratto significativo:

-"Anche se la vita dello scienziato può non essere consapevolmente globale, la globalizzazione permea l'impresa scientifica in molti modi"; in particolare modo "la velocità e la facilità con cui oggi comunichiamo ha accelerato il flusso delle idee fino a rendere l'impresa scientifica più connessa di quanto sia mai stata".

mercoledì 5 dicembre 2018

L'aurea mediocrità di Aristotele e le manifestazioni della debolezza umana di fronte all'improvviso caso imprevedibile

E' nota la via di mezzo aristotelica tra due estremi, ad esempio: tra viltà e temerarietà c'è il coraggio, tra avarizia e  prodigalità c'è la liberalità, tra ignavia e bramosia c'è l'ambizione, tra umiltà e orgoglio c'è la modestia, ecc. Ma, spesso, il risultato è il passaggio da un estremo all'altro, perché, come dice Aristotele: "Chi è cosciente di trovarsi a un estremo chiamerà virtù, non la posizione media, ma l'estremo opposto". Ed è per questa ragione che, spesso, il coraggioso può essere considerato un temerario dal codardo e un codardo dal temerario.

Aristotele fornisce una lunga descrizione, quasi un catalogo dell'uomo del "giusto mezzo". Per il nostro scopo possiamo limitarci alle seguenti conclusioni: "Egli è il migliore amico di se stesso ed ha il piacere di star solo, mentre la persona priva di virtù o di capacità è il peggior nemico di se stesso e teme la solitudine". In questa conclusione troviamo, infatti, un elemento fondamentale che ci aiuterà a capire e risolvere l'intera questione: si tratta del termine "capacità".

Riprendiamo come esempio i due estremi: viltà e temerarietà, il cui giusto mezzo si dovrebbe  manifestare come coraggio. Può anche accadere, però, che gli estremi si rovescino l'uno nell'altro: così il vile si fa temerario (magari solo per dimostrare a se stesso di poter dominare la paura), e, viceversa, il temerario diventa vile (magari dopo qualche esperienza molto paurosa finita male). Ora, su che cosa possiamo fare affidamento per sottrarre i due estremi al caso della diversa costituzione psicosomatica o al caso dei diversi accidenti della vita?

sabato 1 dicembre 2018

"La morte della verità. La menzogna nell'era di Trump"

Questo è il titolo del recente libro  di Michico Kakutani una giornalista che da trent'anni scrive sulle colonne del NeW York Times. Quella che segue è la presentazione del suo libro:

"Mentre per più di trent’anni decideva sulle colonne del New York Times le sorti di autori del calibro di Ian McEwan, Jonathan Franzen, Norman Mailer, Michiko Kakutani non ha mai smesso di riflettere sul concetto di verità.

Che valore ha la certezza dei fatti in una società in cui le teorie complottiste imperano, le ideologie risorgono, l’attendibilità della ricerca scientifica è continuamente messa in discussione, le fake news dilagano ovunque? E in una politica in cui il voto di milioni di americani ha portato alla Casa Bianca un presidente con una cronica e riconosciuta abitudine alla menzogna?

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