Premessa: l'imprevedibile durata della "tolemaica stringhista"
Lee Smolin è forse l'unico teorico della fisica contemporanea che abbia avuto il coraggio di smascherare le gravi difficoltà che attanagliano la fisica teorica (matematica), fino al punto di prefigurarne un quasi inevitabile fallimento. Lo ha fatto naturalmente dall'interno, senza potersi liberare da quella rete di tutele che avvolge ogni appartenente alla comunità scientifica, impedendogli di "uscire dai ranghi". Anche perché un fisico matematico, immunizzato fin dalle aule universitarie contro il virus dello spirito critico persino di fronte a palesi assurdità, finisce col non possedere altro modo logico di pensare che quello metafisico-matematico. E' per questo motivo che, come vedremo, le soluzioni proposte da Smolin sulla crisi valgono molto meno della sua descrizione della crisi stessa.
Lee Smolin è forse l'unico teorico della fisica contemporanea che abbia avuto il coraggio di smascherare le gravi difficoltà che attanagliano la fisica teorica (matematica), fino al punto di prefigurarne un quasi inevitabile fallimento. Lo ha fatto naturalmente dall'interno, senza potersi liberare da quella rete di tutele che avvolge ogni appartenente alla comunità scientifica, impedendogli di "uscire dai ranghi". Anche perché un fisico matematico, immunizzato fin dalle aule universitarie contro il virus dello spirito critico persino di fronte a palesi assurdità, finisce col non possedere altro modo logico di pensare che quello metafisico-matematico. E' per questo motivo che, come vedremo, le soluzioni proposte da Smolin sulla crisi valgono molto meno della sua descrizione della crisi stessa.
Il filo conduttore del suo libro, "L'UNIVERSO SENZA STRINGHE Fortuna di una teoria e turbamenti della scienza" (2006), è una tesi più volte ripetuta dall'autore in svariate versioni. Nell'introduzione troviamo una versione da tragedia greca per la generazione dei fisici contemporanei: "La storia che narrerò -scrive Smolin- si potrebbe interpretare come una tragedia. Per parlare chiaro -rivelando il finale-, abbiamo fallito: abbiamo ereditato una scienza, la fisica, che aveva continuato a progredire a tale velocità così a lungo che spesso veniva presa a modello per altri generi di scienza. La nostra comprensione delle leggi della natura ha continuato a crescere rapidamente per oltre due secoli, ma oggi, nonostante tutti i nostri sforzi, di queste leggi non sappiamo con certezza più di quello che sapessimo nei lontani anni settanta".