martedì 17 dicembre 2019

Scienza, meglio un po’ più slow (di Luca Carra)

Pubblicato il 01/05/2017
Editoria scientifica

Gianfranco Pacchioni, chimico e scienziato dei materiali, prorettore in Bicocca, ha scritto un libro necessario. Di cosa parla? Di scienza, di come funziona la ricerca oggi rispetto a 20, 50, 100 anni fa.

All’inizio della sua carriera di ricercatore, Pacchioni scriveva su una macchina a testina rotante. La sua società scientifica contava qualche migliaio di iscritti, ora centinaia di migliaia. E per corrispondere con i suoi colleghi, magari per la revisione di un articolo scientifico, spediva per posta lettere e bigliettini. Talvolta - come nella storia della sua collaborazione con alcuni colleghi della Germania Est prima della caduta del muro (fra cui la fisica Angela Merkel) - lettere che restavano forzatamente senza risposta. In quei casi per comunicare bisognava sfruttare i rari congressi in DDR dove, scortato con discrezione da una spia della Stasi, Pacchioni riusciva a scambiare qualche battuta con i colleghi d’oltre cortina.

lunedì 9 dicembre 2019

La ricerca scientifica negli Usa: un primato mondiale tutto a stelle e strisce*

"Scienza e società" Politica della ricerca

Articolo di Pietro Greco, che, ormai, si occupa sempre meno di teoria della scienza e sempre più della pratica riguardante la ricerca scientifica, gli investimenti, i profitti e il progresso tecnologico, quest'ultimo relativo a tutti i campi dell'attività umana, dalla produzione pacifica a quella bellica.

"In attesa di sapere chi vincerà le prossime elezioni presidenziali e quale sarà, di conseguenza, la politica della ricerca, gli Stati Uniti si confermano nel 2016 il paese che, di gran lunga, investe di più al mondo in scienza e tecnologia (R&S). Alla fine di quest’anno, prevedono gli esperti della rivista R&D Magazine, che dal 1959 redige ogni anno un suo accreditato Global R&D Funding Forecast, gli investimenti americani in R&S saranno pari al 2,77% del Prodotto interno lordo (Pil) e raggiungeranno l’inedita cifra di 514 miliardi di dollari: il 3,4% in più rispetto al 2015 (il 2,0% al netto dell’inflazione).

giovedì 5 dicembre 2019

Come Boniolo affronta la probabilità

Vediamo come Boniolo concepisce la probabilità in riferimento al caso: "Ritorniamo adesso al caso (inteso come evento casuale o come processo (sic!) casuale, anzi ritorniamo alla probabilità, visto che è la probabilità che ci consente di trattarlo". E questa conclusione sarebbe valida se non fosse che per l'autore la probabilità può riguardare indifferentemente i singoli eventi e i processi complessivi.

Ma andiamo avanti: egli dice che sarebbe sbagliato parlare di probabilità "sic et simpliciter. Si devono, infatti, separare due aspetti pericolosamente (!) poco distinti: da un lato, LA PURA TEORIA MATEMATICA delle probabilità che si svilupa assiomaticamente; dall'altro, L'ASPETTO FILOSOFICO FONDAZIONALE che cerca di capire che cosa voglia dire 'probabilità'. Il primo aspetto fu fissato da A.N. Kolmogorov in un famoso saggio del 1933 (... FONDAMENTI DEL CALCOLO DELLE PROBABILITA'), in cui metteva in luce la struttura formale del calcolo delle probabilità".

lunedì 2 dicembre 2019

Come Boniolo privilegia la probabilità

Boniolo considera che cosa avviene dentro la cellula dove "le catene molecolari sono tenute assieme da legami covalenti e che tra le parti della stessa molecola o di molecole diverse si possono instaurare legami non covalenti. Tuttavia un singolo legame non covalente, essendo da 10 a 10^2 volte più debole del legame covalente -specie in una soluzione acquosa come quella che si ha dentro le cellule- è del tutto insufficiente a tenere uniti due siti della stessa molecola o di due molecole diverse. Ad aumentare la difficoltà dell'unione vi è l'agitazione termica che comporta il moto caotico delle molecole", con conseguenti rapidi unioni e distacchi.

venerdì 29 novembre 2019

L'Asia, ma ancor di più l'Eurasia, è destinata ad essere padrona del mondo

Ma c'è da chiedersi: l'America accetterà di perdere l'egemonia mondiale o cercherà  di mantenerla, anche a costo di minacce nucleari? Su "Scienzainrete" Pietro Greco ha pubblicato qualche anno fa un articolo dal titolo "L’Asia vola, anche senza le ali del Dragone cinese". "Toglietele pure la Cina e l’Asia resterà comunque una top player sulla scena mondiale della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico. Con 859 miliardi di dollari (a parità di potere di acquisto delle monete), pari al 41,8% della spesa totale mondiale, l’Asia (Cina inclusa), è di gran lunga il continente che in questo 2016 investirà di più in R&S."

domenica 24 novembre 2019

Il problema della crisi economica e finanziaria

Spunti di riflessione tratti da "EUFORIA E PANICO storia delle crisi finanziarie" 1981, di Kindleberger.

LE CRISI sono come i terremoti, singolarmente imprevedibili: si sa che capitano improvvisamente con segnali anticipatori, ma è impossibile prevederne le singole manifestazioni. Così è per la singola crisi: impossibile prevedere quando capiterà, quali danni provocherà e come evolverà nel tempo. Perciò la scienza, intesa come previsione, può fare ben poco. In questo caso "intervenire è un'arte, non una scienza".

venerdì 22 novembre 2019

Sempre alle prese col problema della verità scientifica

Riguardo al recente numero di le Scienze (Novembre 2019) c'è un punto sul quale vorrei tornare: il realismo scientifico, argomento questo sul quale in passato ho scritto diversi post su Elena Castellani, che compare in ogni numero di Le Scienze, da molti anni, sulla pagina dedicata a "Scienza e filosofia". Ancora una volta, questa professoressa di filosofia si è posta domande sul realismo della conoscenza scientifica. 

Nel presente articolo dal titolo "Verità e "prospettivismo" sottotitolo "La raginevole efficacia dell'integrazione di prospettive nella scienza", la Castellani fa, ancora una volta, a pugni con la realtà, esordendo con il seguente passo: "Diversità in relazione alla scienza si può discutere in molti modi, ma una domanda centrale è: le teorie scientifiche di successo ci offrono un resoconto veritiero della realtà?"

domenica 10 novembre 2019

L'insostenibile incertezza della realtà

Riguardo al recente numero di "Le scienze" del Novembre 2019 dal titolo "Verità, bugie & incertezza" si possono sottolineare le seguenti considerazioni: nell'era delle fake news o delle post-verità, chiamatele come vi pare, è uscito un numero speciale in cui si cerca di esplorare come sia possibile che viviamo tutti nello stesso mondo, ma vediamo la realtà in modi così diversi.

"La scienza fa luce sulle radici di questo fenomeno, che coinvolge ogni aspetto della nostra vita quotidiana, tanto che persino in fisica e in matematica la verità non è così lampante. E sempre più prove raccolte dalle neuroscienze indicano che le nostre percezioni non sono rappresentazioni fedeli del mondo esterno: il nostro cervello -unico per ognuno di noi- fa ipotesi sulla reltà in base ai segnali sensoriali che riceve.

Ma non c'è dubbio che devono esserci fattori specifici di questa nostra era che stanno esasperando la perdita dei punti di riferimento comuni. L'incertezza ci rende più suscettibili alle manipolazioni. Perciò capire come ci rapportiamo istintivamente con l'ignoto può aiutarci a risolvere le sfide più complesse del nostro tempo."

venerdì 8 novembre 2019

Il futuro delle particelle elementari?

le Scienze dell'ottobre 2019 mostrano nella copertina un "pezzo" del mastodontico erede di LHC, il cui futuro obiettivo viene così sintetizzato (sempre in copertina): "I fisici stanno già progettando nuovi giganteschi acceleratori per esplorare territori ignoti del mondo subatomico. Ma quale sarà davvero il futuro della fisica  delle particelle?"

Il bosone di Higgs sarebbe stato la scoperta del penultimo LHC, scoperta che, correggetemi se sbaglio, conta quanto il due di briscola perché non solo non è servita a niente, ma si pretende, persino, di cercare, ancora, un'altra particella altrettanto inutile.

giovedì 7 novembre 2019

Pianeti Terra nello sconfinato cosmo

Leggendo "Le Scienze" di Ottobre 2019 mi ha incuriosito un piccolo articoletto dal titolo ... "Miliardi di Terre nella nostra galassia". Sottotitolo: "Stimato il numero di pianeti simili al nostro che possono trovarsi nella Via Lattea".

L'autore Davide Patitucci sottolinea che tra miliardi di stelle della nostra galassia esistono almeno 4000 pianeti rotanti attorno a loro. "Nella maggior parte dei casi si tratta di giganti gassosi, più grandi di Giove e inospitali per la vita. Ma molti sono pianeti di tipo roccioso, e potrebbero avere un'atmosfera".

Ora, considerando questi grandi numeri di pianeti di tutte le dimensioni e i giganteschi spazi che li accolgono, ci si può immaginare di "dare la caccia" a pianeti simili alla Terra sperando di scoprire dei sosia? Questo è un argomento che può dare la stura soltanto alla costruzione di telescopi sempre più potenti.

martedì 5 novembre 2019

"Come la materia diventa mente" secondo la teoria delle reti

Questo è il titolo di un articolo pubblicato sulla rivista "le Scienze" del mese di Ottobre 2019. Il cui sottotitolo è "Una nuova disciplina descrive come emerge l'attività mentale di interazioni ben orchestrate tra aree cerebrali differenti". Già la mente di per sè è complicata e viene studiata da secoli senza risultati apprezzabili. Perciò sono scettico di fronte al sorgere di una nuova disciplina che descriva come emerga l'attività mentale.

L'introduzione dell'articolo prende in considerazione, nella seguente maniera: "Le reti (che) pervadono la nostra vita. Ogni giorno usiamo reti intricate di strade, ferrovie, rotte marittime e vie aeree solcate da voli commerciali. Ed esistono anche oltre la nostra esperienza diretta. Basti pensare al web, alla rete eletttrica e all'universo, di cui la Via Lattea è un nodo infinitesimale in una rete di galassie apparentemente ifinita. Eppure, pochi di questi sistemi di connessione interattive eguagliano per complessità quello che si trova nella nostra testa."

martedì 1 ottobre 2019

L'anomalia italiana

Vediamo il capitolo conclusivo (n.35 intitolato "L'Italia nel quadro della nuova gerarchia internazionale"), tratto dal volume di Valerio Castronovo dal titolo: "L'anomalia italiana". Sottotitolo "Un profilo storico dagli anni ottanta ai giorni nostri"" (2018)

sabato 21 settembre 2019

L'attuale confusione della politica italiana

Devo ammetterlo, da tempo, la politica nazionale italiana non attira più il mio interesse, anche se, attualmente, sta facendo di tutto per attirare l'attenzione, persino, dei più noncuranti. Però, nel frattempo, mi sono ritrovato tra le mani il libro di Valerio Castronovo dal titolo "L'anomalia italiana" (Maggio 2018), e mi è preso il ghiribizzzo di confrontare le sue tesi con gli avvenimenti attuali: soprattutto, con l'ultima mossa di Matteo Renzi o, piuttosto, dovrei dire con la sua ultima serie di mosse, poste in atto allo scopo di condizionare l'attuale politica italiana che ondeggia a destra e a manca.

Partiamo dal capitolo 31, dal titolo "Di nuovo in alto mare". Per non  farla troppo lunga riportiamo, soltanto, questo passo molto significativo, anche per il tempo attuale, dove si è riproposto in altra forma il desiderio renziano di "comandare" sulla politica italiana: "L'idea che Renzi mirasse... ad acquistare un ruolo nell'ambito della sinistra e nelle file  assolutamente preminente, da "uomo solo al comando", era valsa a coalizzare contro di lui sia gli oppositori del centro destra (...) sia quanti, nell'ambito della sinistra e nelle file dello stesso Pd, dissentivano dai suoi orientamenti, in quanto considerati unilaterali e tendenti a soverchiare le minoranze interne.

sabato 30 marzo 2019

Caso e necessità in biologia: un libro che mi auspico di pubblicare entro il 2019

                               "LA DIALETTICA CASO-NECESSITA' IN BIOLOGIA
                                                     L'ENIGMA SVELATO"

                                                               PREMESSA

                                       L'erroneo predominio del determinismo

La prima osservazione da fare, passando dalla fisica alla biologia, è che l'oggetto di quest'ultima si riduce quantitativamente a un'inezia, mentre qualitativamente cresce di complessità in maniera incommensurabile. La materia vivente rappresenta, infatti, una percentuale infima dell'enorme quantità di materia presente nel cosmo. Ma, nel contempo, rappresenta il risultato più complesso e maturo dell'evoluzione. Per riflettere scientificamente questa complessità biologica, il pensiero dialettico, se così si può dire, è ancora più necessario che in fisica.

venerdì 22 marzo 2019

2^ guerra mondiale: risultato non voluto delle inconciliabili strategie delle potenze

Questo è il titolo di un saggio, che risale al 1993, e rappresenta la prima prova di un autore alle prese con la difficile questione della dialettica caso-necessità nella storia*. Prendendo in considerazione la 2° Guerra mondiale, non bisogna avere alcun dubbio sulla figura di Hitler, il quale ha rappresentato quel caso "maledetto" della storia, che si è rovesciato nel suo opposto: nella cieca necessità dell'egemonia di una superpotenza, nel conflittuale sistema di Stati imperialistici della prima metà del Novecento. Perciò la ricostruzione storica  della Seconda Guerra Mondiale deve mostrare come il "caso" Hitler si sia potuto rovesciare nella "cieca necessità" dell'egemonia mondiale USA    

sabato 16 febbraio 2019

Considerazioni di Boncinelli sull'Autismo

Nel Novembre 2013, Boncinelli scrive, su "Le Scienze", un articolo intitolato "Autismo e topoisomerasi. Il ruolo di un enzima potrebbe spiegare la diversità dei disturbi dello spettro autistico". Si tratta di un disturbo molto diversificato sia quantitativamente che qualitativamente "al punto che oggi si preferisce parlare di disturbi appartenenti allo spettro autistico (ASD, da autistic spectrum disorder)" scrive Boncinelli, che aggiunge: "E' anche possibile che disturbi di gravità diversi abbiano cause (?!) diverse". Persino quando la realtà biologica mostra un disordine non spiegabile col determinismo, un determinista riduzionista come Boncinelli cerca le cause!

L'apertura delle due eliche di DNA, senza per altro rompersi, avviene con il contributo delle topoisomerasi. Scrive Boncinelli: "Va da sé che più il gene è lungo, più c'è bisogno dell'azione mirata delle topoisomerasi e del loro lavoro di cesello (?!)" Questa è la solita spiegazione di un determinista riduzionista, incapace di giustificare in altro modo fenomeni frenetici e caotici. L'autore continua: "Accade che nel cervello, in tutto il cervello, c'è una certa abbondanza di geni più lunghi in attività, e così questo organo risente più di altri di eventuali manchevolezze nell'attività delle isomerasi, magari semplicemente per un rallentamento dell'espressione dei geni.

venerdì 15 febbraio 2019

Tutti contro il duetto Vespa-Berlusconi?

Vespa e Berlusconi hanno fatto spettacolo su un passato trascorso e su un presente incerto, ma alla fine Berlusconi ha regalato un pò di tempo alle questioni internazionali, che sono rilevanti ma non hanno pubblico, tanto che i commentatori le hanno completamente dimenticate. Ma i fatti sono due: o Berlusconi pensa di non avere nulla da perdere a parlare di argomenti che, in genere, rimangono nel chiuso delle stanze segrete dei potenti, oppure qualcuno gli ha dato il permesso, oppure, conoscendo il personaggio, il permesso se lo è dato da solo.

Riassumiamo, in sintesi, come stanno le cose nel campo dell'egemonia mondiale, ma soprattutto che cosa ha "svelato" Berlusconi: 1) che la Cina è la potenza che sta manifestando la maggiore potenza economica, ma anche militare, nella regione asiatica che ospita la maggior parte della specie umana; 2) che la maggiore economia mondiale è una potenza missilistica non indifferente. E non è finita qui, perche la Cina sta esprimendo un'egemonia nell'area più vasta e popolosa del pianeta, offrendosi come concorrente degli USA all'egemonia mondiale. Ma in mezzo, tra Asia e America, c'è l'Europa, che potremmo definire il dito nella piaga, perché questa regione, dalla fine della seconda guerra mondiale, è stata economicamente e politicamente sotto il protettorato USA e separata per decenni da una Russia "comunista".

mercoledì 13 febbraio 2019

Pagine di diario di studio dell'inizio del trascorso decennio

Per memorizzare il periodo di uscita del mio breve saggio: "Chi ha frainteso Darwin?", che ho preso in considerazione nel precedente Post, sono andato a rileggere la sintesi dattiloscritta del mio diario di studio che abbraccia il decennio 2009-2018. Sintetizzo:

"Gennaio 2009. Il mio lavoro attuale è rileggere Fisica e Biologia per correggere gli ultimi dettagli. In questo modo saranno pronte per essere fotocopiate e messe in un dischetto. Quest'anno metto da parte la storia. L'incontro con R. e altri frequentatori della piccola libreria-editoria dei Ronchi fa sperare di poter pubblicare qualcosa. Ma con questi personaggi è meglio non entrare in questioni politiche e storiche per concentrarsi soltanto sulla teoria della conoscenza e sulla scienza della natura.

8 Marzo, festa della donna. Ho avuto da fare con R. e i suoi amici e sto aspettando di chiudere la questione pubblicazione. Nel frattempo ho scritto diverse pagine in bella copia sull'evoluzionismo, in occasione del doppio anniversario di Darwin: 200 anni dalla nascita e 150 dalla pubblicazione della selezione delle specie. Ho ripreso in mano anche i fascicoli di Biologia dell'ultimo decennio (circa 100 autori per 3.000 pagine di estratti e appunti), per ritrovare vecchie riflessioni da sviluppare.

domenica 10 febbraio 2019

Una tragica sorpresa...

Ho ritrovato tra le mie numerose fotocopie quella riguardante l'articolo del "SOLE24ORE" di Giorgio Santilli il cui titolo "La strage di Viareggio dal caso alla necessità" (1 luglio 2009) mi ha molto sorpreso. Chi segue questo Blog potrà immaginarne la ragione.

Dobbiamo fare, però, un passo indietro: di tutta la mia opera l'unica pubblicazione cartacea ha riguardato, nell'estate del 2009, il breve saggio dal titolo "Chi ha frainteso Darwin", che fu per me l'occasione di illustrare i princìpi della mia teoria sulla dialettica caso-necessità. Il libro fu pubblicato da Umberto Roffo, piccolo editore-libraio di Marina di Massa che cominciai a frequentare l'estate di quell'anno, abbastanza spesso e facendo amicizia con altri frequentatori abituali, tra i quali i più assidui uno psicologo, un professore di economia e un professore di Urologia. Ci si incontrava spesso dentro e fuori la libreria.

venerdì 1 febbraio 2019

La scienza e il realismo

Su "Scienzainrete" del 27 Aprile 2016, Pietro Greco pubblicava "La scienza salva i fenomeni o conosce la realtà?" Come ho già osservato di recente, sono passati i tempi della scienza teorica... sostituiti da quelli degli affari della scienza pratica. Comunque vediamo.

Per rispondere a questa domanda, Greco faceva un balzo indietro di 400 anni, arrivando al 3 marzo 1616, "quando, alla presenza del papa, Paolo V, il cardinale Roberto Bellarmino annuncia al Sant’Uffizio di aver ammonito Galileo Galilei ad abbandonare la tesi che la Terra si muove e il Sole è al centro dell’universo. Perché la verità sul mondo non può essere attinta da un mathematico, il quale può e deve parlare solo ex supposizione e non assolutamente, per salvare i fenomeni e non per descrivere com’è effettivamente la realtà".

mercoledì 23 gennaio 2019

Scienza per la conoscenza o soltanto scienza per il profitto?

Seguo da una decina di anni, ossia da quando mi sono deciso di utilizzare il computer, gli editoriali di "Scienza in rete" e "Le Scienze" Posso, perciò, fare la seguente osservazione: all'inizio trovavo articoli interessanti dal punto di vista della teoria della scienza. Ma da un pò di tempo, negli anni più recenti, c'è stata una "caduta" nella direzione della scienza intesa come investimento e produzione per il profitto, valutabile in termini finanziari.

Gli articoli relativi  ai progressi delle scienze della natura, ossia ai progressi della teoria scientifica e delle nuove scoperte, ormai latitano. Sembra che non si abbia più tempo né voglia di sviluppare e verificare sperimentalmente nuove teorie scientifiche.

martedì 15 gennaio 2019

"L'ordine del tempo" 2017: recente libro del fisico Carlo Rovelli

Interessante è il titolo dell'introduzione "Forse il mistero più grande è il tempo". Poiché l'introduzione prende in considerazione il tempo come il più grande dei misteri, il titolo del libro avrebbe dovuto essere: "L'ordine misterioso del tempo". Ma continuiamo: "Mi fermo e non faccio nulla. Non succede nulla. Ascolto lo scorrere del tempo". Frase d'effetto, ma falsa. Impossibile fermarsi e non fare nulla. Ho provato a non fare nulla in questo preciso momento, ma non ci sono riuscito, a parte il pizzicore al naso che ho dovuto grattare, non so quanti pensieri abbiano affollato la mia mente, tra i quali, il pensiero che un fisico dovrebbe risolvere questioni della fisica senza occupare altri territori, sapendo che le questioni filosofiche in fisica hanno spesso superato il limite della decenza.

Ma il mio problema principale, in questo momento, è quello di cogliere l'essenza dell'errore di Rovelli. La mia prima idea è stata che fosse un errore mistico, la seconda che la fisica teorica fosse piena di soluzioni mistiche, piena di teorie metafisiche fuori della realtà. Una specie di religione. E' sufficiente questa frase, una fra le tante che troviamo nella prima pagina: "L'universo dipana il suo divenire trascinato dal tempo, secondo l'ordine del tempo". Di fronte a una simile affermazione, non ho argomenti, ma sono sufficienti un punto esclamativo e uno interrogativo !?

La specie umana, dalla quale esce qualche sparuto fisico teorico, non vive l'Universo, vive semmai, in qualche suo raro rappresentante, il misticismo delle infinite religioni sorte nel passato. E chissà perché Rovelli, in questa prima pagina, citi la mitologia indù che, sono le sue parole, "rappresenta il fiume cosmico nell'immagine divina di Sìva che danza: la sua danza regge lo scorrere dell'universo, è il fluire del tempo. Cosa c'è di più universale e evidente di questo scorrere?" Arrivato alla vecchiaia potrei dare questa risposta: ci sono numerose generazioni scomparse nel nulla, e ogni individuo arriva alla fine della vecchiaia sperando che il trapasso sia lieve, nei limiti del possibile.

domenica 13 gennaio 2019

La realtà fisica secondo Carlo Rovelli

"La scienza è questo. Il pensiero scientifico esplora e ridisegna il mondo, ce ne offre immagini via via migliori: ci insegna a pensarlo in modo più efficace. La scienza è un'esplorazione continua di forme di pensiero. La sua forza è la capacità visionaria di far crollare idee preconcette, svelare territori nuovi del reale e costruire nuove e più efficaci immagini del mondo". E l'autore vorrebbe poterlo fare amichevolmente, come rispondere alla domanda: "Ma tu, come pensi che stiano davvero le cose?" Insomma, la sincerità innanzi tutto...

Lasciamo perdere le leggende e prendiamo in considerazione Democrito con i suoi atomi, combattuto da Platone e Aristotele. Rovelli rifà brevemente tutta la storia a partire dall'antica Grecia e conclude: "Purtroppo ci è rimasto tutto Aristotele, sul quale si è poi ricostruito il pensiero occidentale, e niente Democrito. Forse, se ci fosse rimasto tutto Democrito e niente Aristotele, la storia intellettuale della nostra civiltà sarebbe stata migliore".  E' molto probabile.

venerdì 11 gennaio 2019

Determinismo riduzionistico in biologia: Edoardo Boncinelli e Steven Rose a confronto

Partiamo dal primo autore: nel Marzo 2010,  Boncinelli si domandava, nella sua rubrica sulla rivista "Le Scienze", "Genoma completato?" Pare proprio di no. Nel 2000 fu pomposamente annunciato il completamento del genoma, ma non era esatto. Nel 2003 ci fu un secondo annuncio. "Infine -scrive Boncinelli- nel 2006 fu pubblicata la versione dichiarata definitiva. Ma ancora oggi ci sono numerosi scienziati che ci lavorano. Perché?". Perché se all'inizio si è utilizzata una miscela di DNA di diverse persone, in seguito, "si è verificato che i genomi di individui diversi sono molto diversi fra loro, molto più di quanto si pensasse, e possono contenere anche centinania di migliaia di differenze, piccole e non".

mercoledì 9 gennaio 2019

Boncinelli ravveduto sulla determinazione causale?

Su  Le Scienze di novembre 2014 usciva un interessante articolo dal titolo "Non prendetevela con la mamma. Il ruolo nella crescita dei figli suggerito dall'epigenetica va preso con cautela", dove, giustamente, Boncinelli scriveva: "L'essere umano ha sempre bisogno di trovare nessi causali e spiegazioni anche laddove non esistono, e individua conseguentemente un capro espiatorio, perché non riesce  ad accettare l'idea che qualcosa sia accaduto per combinazione oppure per motivi al momento sconosciuti". E, come esempio portava l'idea circolata allora che l'autismo fosse dovuto alle vaccinazioni.

Il passo che segue è degno di attenzione perché se si ammette che gli individui sono influenzabili dalle madri, ma anche dai parenti, dalla società, ecc. tutto ciò può anche essere concepito come sfera del caso. Scriveva infatti Boncinelli: "Una particolare condotta da parte di una mamma potrebbe quindi condizionare in negativo la salute e la personalità del figlio o della figlia, senza contare che esisterà probabilmente anche un padre, dei nonni -sia dal punto di vista dei geni che del comportamento- una cerchia di parenti e amici, la società in generale, e soprattutto le combinazione casuali della vita, interna ed esterna, di questa persona". 

domenica 6 gennaio 2019

Alcuni scampoli per l'anno nuovo

Molti ritengono giustamente che l'uomo sia causa dei suoi prodotti tecnologici, ma ritengono a torto che anche la natura sia causa dei prodotti naturali: ad esempio, che la selezione naturale sia causa della evoluzione delle specie, o più, in particolare, che il genoma sia causa dello sviluppo dell'organismo come preciso meccanismo biologico che garantisce la sintesi delle proteine ecc. ecc.

La mia teoria sostiene, invece, come ha chiarito Engels, che se uno schioppo si guasta, possiamo aggiustarlo perché, in  quanto lo abbiamo prodotto, conosciamo la causa del guasto. Invece, riguardo ai prodotti naturali, non siamo in grado di "aggiustare" nulla perché non esiste alcuna causa. In questo momento non ricordo se e dove Engels abbia messo a confronto, su questo tema della determinazione causale, i prodotti della natura e quelli dell'uomo.

venerdì 4 gennaio 2019

La possibile fine del capitalismo

Vicino alla fine della mia "carriera" di studioso autodidatta, che ha concepito la senescenza del capitalismo, scopro, grazie a Internet, che esistono studi recenti sul capitale di Marx, che prendono in considerazione la fine dell'egemonia continentale, la fine del capitalismo e altro ancora: argomenti che avevo cominciato ad affrontare con titubanza. Potrei riprendere questi studi partendo dalla prefazione di Riccardo Bellofiore a "La fine del capitalismo. Dieci scenari", 2016, di Giordano Sivini. Come vedremo, sintetizzando molto, l'argomento non è soltanto denso di contenuti complessi, ma è complicato dalla necessità di edulcorare processi economici e politici la cui crisi è foriera di eventi drammatici e persino tragici per la specie umana.

Scrive Bellofiore nella sua prefazione: "La fine del capitalismo. Dieci scenari" di Giordano Sivini è un volume di piccole dimensioni ma di grande utilità. Il libro è, nella sua gran parte, una rassegna del discorso sociologico-economico sul capitalismo, soprattutto recente, al vaglio della questione dell’approssimarsi di una sua ‘fine’, se non di un suo già sperimentato collasso. In capitoli che accoppiano sinteticità a chiarezza espositiva l’autore riesce a dar conto dei caratteri principali della riflessione di alcuni dei pensatori al centro del dibattito odierno sul nodo di una ‘fase terminale’ del capitalismo". Questa è anche l'ipotesi che da anni vado proponendo nella forma marxiana della caduta inarrestabile del saggio medio del profitto, accompagnata da inevitabili conflitti militari, persino nucleari!

martedì 1 gennaio 2019

Questioni di metodo dell'indagine storica: confronto tra determinismo riduzionistico e dialettica caso-necessità

In "L'Europa, l'Asia e la crisi" (2008), La Barbera, in un passo, combina insieme tre principi: 1) la legge dell'azione e della reazione reciproca di Hegel, ripresa successivamente da Engels, 2) il parallelogramma delle forze e la risultante non voluta di Engels, 3) la combinazione multiforme dei fattori di Cervetto. Questi tre principi vengono dall'autore connessi al principio di Clausewitz della guerra come continuazione della politica con altri mezzi, principio che fu fatto proprio dallo stesso Marx e tramandato dalla scuola marxista.

Il passo è il seguente: "Se la guerra prosegue la politica con altri mezzi, guerra e politica condividono sul piano generale le medesime leggi. Ciò vale in primo luogo per le regolarità della risultante non voluta e del carattere di processo proprio di ogni catena di eventi. L'esito di un confronto non coincide con l'intento di una singola volontà politica, ma scaturisce dal parallelogramma delle forze e dalle pluralità di volontà che si elidono o vi si combinano. Ogni caso politico è una dinamica, dunque muove lungo uno sviluppo che va analizzato nei nessi di una combinazione multiforme di fattori, nella loro azione e reazione reciproca".

Come si vede, il concetto di combinazione multiforme di fattori si aggiunge ai concetti della scuola marxista di derivazione engelsiana e marxiana. Occorre, però, osservare che questa idea di Cervetto si imperniava su fondamenti deterministici (fattore, regolarità) e riduzionistici (singoli eventi). Ma una "combinazione multiforme di fattori" è un ossimoro, perché comprende sia il termine deterministico di "fattore" sia la locuzione aleatoria di "combinazione multiforme".
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