domenica 18 febbraio 2018

Conclusioni sul ventennio di studio 1993-2012

Come l'anno della fine del primo decennio, il 2002, fu un anno di crisi personale, così oggi, nell'anno che chiude l'intero ventennio di studio, il 2012, la situazione è di nuovo critica. Allora pensavo d'aver toccato i principali temi fondamentali di T.C, Fis, Biol, oggi penso non solo di aver risolto altre questioni teorico-scientifiche, ma persino di aver risolto la Storia sia come metodologia sia come applicazione alla particolare epoca della globalizzazione.

E non è finita qui, perché penso che la mia teoria sia "girata", grazie a un opuscolo di biologia e a un blog riempito con circa 1/4 dei miei scritti migliori. Ma gli aspetti negativi non mancano: ufficialmente vengo ignorato, e mi vado convincendo che il blog in sè non sia uno strumento adeguato ...

venerdì 16 febbraio 2018

Diario di studio della globalizzazione

Gennaio 2005. E' venuto il momento di mettere in bella copia la prima parte del nuovo volume storico sulla globalizzazione. Iniziato il lavoro in bella copia il 22 dicembre 2004, ritengo di farcela entro la fine del mese di marzo del 2005.

17 febbraio 2005. In anticipo ho già terminato anche la parte quarta (76 pagine). Totale 203 pag di bella copia. Adesso rileggo tutte le quattro parti e decido per il futuro.

8 Marzo 2005. Con l'aggiunta di altre 22 pagine ho terminato questo primo inizio del nuovo volume storico con 225 pagine totali in bella copia. Ora, la situazione complessiva delle belle copie è la seguente:

Volume 1°     Teoria della conoscenza      489  pag
        "   2°      Fisica                                     382*  "
        "   3°      Biologia                                 403    "

Totale (1°, 2°, 3°)                                      1.284    "

       4°     Storia generale                            174    "
       5°     Globalizzazione                           225    "
       6°     Seconda guerra mondiale          128    "

Totale (4°, 5°, 6°)                                         527   "

Totale complessivo                                    1.800  "  arrotondando

(* Ho eliminato una ventina di pagine secondarie e irrilevanti)

mercoledì 14 febbraio 2018

Diario della full immersion storica

Marzo 2005. Per dare un'idea della full immersion storica del biennio 2003-04, senza per altro aver tralasciato del tutto teoria della conoscenza, fisica e biologia, vediamo i libri letti ed estratti:

2003: totale 96 libri, di cui 65 estratti per 1.717 pag manoscritte. Dei libri estratti 20 di T.C., fis. e biol., per 490 pag manoscritte; 45 di storia per 1.220 pagine manoscritte. Infine, la sintesi storica di 390 pag manoscritte.

2004: totale 59 libri, di cui 39 estratti per 669 pagine manoscritte. Dei libri estratti 38 di storia e 1 di T.C. Infine, una sintesi storica di 307 pagine manoscritte.

Se a questo lavoro aggiungiamo i primi libri storici, letti ed estratti nell'ultimo trimestre del 2002, complessivamente, alla fine del 2004, mi sono ritrovato con 88 volumi estratti e 2.154 pagine manoscritte. Per avere il materiale in ordine e facilmente consultabile, ho composto i seguenti fascicoli:

lunedì 12 febbraio 2018

Diario di studio della storia

Energie rinnovate e raddoppiate per un lavoro intenso di studi storici nel secondo decennio 2003-2012

"Fine Febbraio 2003. A cominciare dall'ottobre del 2002 ho anticipato la lettura di libri storici; così in 5 mesi ne ho già letti 15, dei quali rilevanti 12. Se a questi aggiungiamo 2 di T.C., 14 di Fisica e 14 di Biologia, in totale fanno 45 volumi, dei quali 33 estratti (73%). Media mensile: 9 libri letti di cui circa 7 estratti. Complessivamente le pagine estratte ammontano a 1.050, 210 mensili. E' stata una ripresa dello studio esagerata (5 mesi di studio quotidiano molto intenso, circa 14 ore giornaliere), ovviamente insostenibile alla lunga. Ma, come inizio, ci voleva per pormi di fronte alla difficoltà dell'impresa futura: dover aprire un nuovo fronte di studio quale la storia della "globalizzazione", senza per altro perdere contatto con la teoria della conoscenza, la fisica e la biologia!

Per avere un'idea della difficoltà d'impegno nello studio, ma anche di reperimento di testi, vediamo i seguenti dati:

consuntivo Gennaio-Maggio 2003 (4 mesi)

Libri storia   17,  pagine  estratte  488 (+ mia sintesi 67).
  "     fisica     6,         "        "         237
  "   biologia  8,         "        "         138

 Totale         31         "        "          930

Totale libri visionati 39.

[Consuntivo anticipato di fine ottobre 2003: in 10 mesi sono stati 42 i libri di storia visionati, 4 di T.C., 8 di Fis, 8 di Biol, per un totale di 62 libri, con un decisivo spostamento verso lo studio storico]

Giugno 2003. Va da sè che più testi e più discipline tratto, più problemi da risolvere saltano fuori. Ad esempio, la questione della caduta tendenziale del saggio medio del profitto in connessione alla realizzazione del plusvalore assoluto, prodotto in grandi quantità nei PVS: realizzazione resa possibile soprattutto con il marketing e con lo shopping dei PSA. Altro esempio: leggendo Keynes, è saltato fuori il problema della questione monetaria che neppure Marx aveva risolto.

Altro problema, quello della riabilitazione pontificia di Galileo, nel senso molto teologico della libertà della verità scientifica assoggettata alla verità divina. Con questa impostazione viene mascherato il vero problema: la differenza tra la conoscenza reale e la conoscenza convenzionale ex hipothesis. E' il caso Duhem che devo prendere in considerazione per la sua tesi: fondandosi sulla base del convenzionalismo fittizio della scienza fisica del Novecento, egli sostiene che avevano ragione Osiander e Bellarmino, e che Galileo aveva torto. Perciò, rovesciando, sulla base della conoscenza reale, posso affermare che la scienza fisica del Novecento, assoggettata al convenzionalismo fittizio, ha torto quanto lo avevano Osiander e Bellarmino nel Seicento, e quindi Duhem dovrebbe fare ammenda più dello stesso Woityla.

Per ora mi accontento di fare estratti accumulando tutte queste problematiche, sapendo che un giorno imprecisato ci lavorerò sopra e le risolverò.

24 luglio 2003. Compio 60 anni, e perchè "pesino" meno nella mia memoria ho deciso di dividere il passato in tre cicli ventennali: il primo ciclo è solo il ricordo di ciò che non sono più da troppo tempo: la spensieratezza dell'ignoranza e la tristezza di una intelligenza in formazione troppo spesso provincialmente frustrata; il secondo ciclo è ciò che rimpiango come perdita di una vita giovane, attiva, che coltivava direttamente l'intelligenza esercitandola nei suoi studi e verificandola nel mondo esterno, anche se solo alla sua superficie; il terzo ciclo, infine, me lo porto ancora adosso come una contraddizione: la solitudine di uno studioso che, seduto di fronte a un duro tavolaccio, s'immerge in profondità teoriche inimmaginabili nel ventennio precedente .

Per il futuro, nel vano tentativo di rallentare il fluire del tempo, lo dividerò, a calare, prima in tre cicli quinquennali per arrivare ai 75 anni, poi in cicli biennali fino alla fine del tempo di vita concessomi. I credenti aggiungerebbero: "a Dio piacendo".

Potessi da questo momento, sessantenne, sorseggiare il futuro lentamente come un bicchiere di cognac! Ma sono astemio e prendo la vita come un combattente: non solo mi alleno tenacemente e continuamente, ma sono veloce, rapido, scattante. Tra un allenamento e l'altro solo brevi momenti di recupero. Ma ciò che si muove così vivacemente è soprattutto la mente. Non riesco proprio a metterla a riposo.

Settembre 2003. Ho riletto la parte storico-economica: 600 pagine di estratti per poco meno di 20 libri letti. Devo trovare il momento giusto per iniziare una sintesi in bella copia di circa 200 pagine.

Schema del futuro libro sulla globalizzazione: riguardo alla prima parte economica, partire da Marx per chiarire la legge tendenziale proiettandola ad oggi; procedere con Keynes e terminare con i marginalisti per mostrare come l'economia politica del Novecento abbia seguìto la strada delle scienze della natura, quella dell'utile finzione e della fittizia convenzione, preparando la strada a ulteriori sviluppi verso la menzogna storica; quindi, passare alla "postmodernità" della "globalizzazione", cominciando da Rifkin, Klein, ecc. per definire la "società dello spettacolo" o del "Truman show".

Al momento, queste sono le mie tesi di fondo:

1) il principale fine del capitale mondiale è sempre stato il saggio medio del profitto, conseguito con la produzione e la realizzazione del plusvalore (Marx);

2) il principale problema vitale del capitalismo è la contraddizione che produce la caduta tendenziale del saggio medio generale del profitto (Marx);

3) tutte le scuole economiche hanno cercato di metterci una pezza agendo sulle controtendenze alla caduta del saggio del profitto, che già Marx aveva individuato come tentativi protempore che non garantiscono affatto l'eternità del capitalismo: dal Novecento, e ancora nel nuovo millennio, ci si comporta, invece, come se il capitalismo dovessa durare in eterno;

4) attualmente il problema si è fatto preoccupante, perché, se è vero che la produzione del plusvalore assoluto è fortemente cresciuta per il contributo della produzione a basso costo del lavoro del terzo mondo, soprattutto della Cina, la realizzazione di esso può essere attuata principalmente da una minoranza della popolazione mondiale: gli shopper dell'Occidente;

5) problema insolubile questo, che si è creduto di risolvere con la soluzione ciecamente necessaria del Truman show per lo shopping sfrenato dell'Occidente.

Riguardo alle altre parti, quella politica e militare e le questioni di metodo della politica internazionale, posso solo anticipare che avrò bisogno di almeno un altro quinquennio, con una media di circa 150-200 pagine di bella copia all'anno, per un totale 750-1000 pagine complessive, sulla base di almeno 150 libri.

                                                                           --.--

Post scriptum: alla fine del 2007, e con un paio di anni personali e familiari difficilissimi, da tutti i punti di vista, sono riuscito, comunque, a realizzare l'ipotesi inferiore: 750 pagine.


Post scriptum 2012. E' passato soltanto un decennio e la situazione si è completamente rovesciata: lo shopping sta slittando decisamente da un Occidente non più del tutto "opulento" a un Oriente non più del tutto "povero", anzi in espansione (Cina e India per fare solo due esempi), ma il problema della caduta del saggio medio del profitto è rimasto; anzi, si è accentuato con lo scorrere del tempo.


                                                                       







venerdì 9 febbraio 2018

Alcune pagine del mio diario di studio ventennale

Come sia riuscito a gestire uno studio che abbraccia tutti i principali campi della conoscenza è una domanda che può sorgere spontanea in chi capita, anche solo per caso, di entrare in questo blog. In effetti passare dalla teoria della conoscenza, alla fisica, alla biologia e alla storia di ieri e di oggi è stato un impegno gravoso. In tutti questi campi si è sviluppato il mio lavoro ventennale (1993-2012), dopo una fase preparatoria di studio (1985-1992), e prima della conclusione incentrata sul blog come forma sui generis di pubblicazione (2010-2018).

Come risposta alla domanda mi limiterò a citare una brevissima sintesi di alcune pagine del mio diario di studio, a cominciare da quelle dedicate a un periodo di lavoro molto intenso, dopo una breve crisi.

"Diario 3 Agosto 1998

Momento di crisi. Ho interrotto lo studio di biologia molecolare per circostanze da me indipendenti: tutto mi appare difficile e complicato. E' la prima volta che mi capita dal 1993. Timore di non farcela! Ma quando potrò disporre del mio tempo senza intralci?  Però, forse, questa pausa è come una doccia fredda che ci voleva per spegnere eccessivi entusiasmi: mi attendono dure fatiche e non posso ancora sapere se ce la farò e fino a che punto. Poiché sono frenato da tutto (a cominciare dai mezzi economici), la faccenda si traduce psicologicamente come se io fossi stufo e non soltanto demoralizzato.

venerdì 2 febbraio 2018

La noia assale...

... chi, come l'autore di questo blog, ha fatto dei fenomeni e dei processi complessivi l'oggetto del proprio studio, per oltre un trentennio. E' la noia della ripetizione con la quale i molteplici casi della vita economica politica e militare si presentano, in ogni momento della quotidianità, nei mass media (si chiamano ancora così?): ogni volta ininfluenti come lo possono essere anche i casi della vita di ogni singolo individuo.

E, infatti, se tutti sono presi dal proprio particulare, che riguarda i casi individuali, nessuno vede ciò che riguarda tutti, che sono soggetti alla necessità complessiva. E così, per fare solo un modesto esempio, tutti i romani vedono quel che combinano i "5 Stelle" alla guida della giunta capitolina, ma nessun romano, anzi, nessun italiano prende in considerazione quanto l'Italia conti cosi poco nella Ue.

E, ancora, nessun europeo vede quanto l'Europa conti ancor meno nel "concerto", non più delle Nazioni, ma dei Continenti, dei quali soltanto alcuni, in riferimento ai rapporti di forza, sono decisivi per stabilire la futura egemonia mondiale. E questo è l'attuale oggetto del contendere internazionale, con l'occhio sempre rivolto, però, alla sopravvivenza del "capitalismo senescente".
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