Non distinguendo tra moto relativo reale e moto relativo fittizio, sembra che la "relatività" sia una proprietà applicabile alla materia, mentre essa è stata soltanto una convenzione, semplicemente una relazione matematica.
Stewart, come tutti i fisici, confonde la "relatività" matematica con una pretesa relatività della cosa da studiare: il moto. Egli infatti scrive: "cosa significa "in movimento"? Va bene dire che il treno si muove e i binari sono fermi, ma rispetto a che cosa? Il moto è un concetto relativo. Noi, ad esempio, non ci accorgiamo che la Terra gira, ma lo deduciamo dalle albe e dai tramonti; in realtà non "sentiamo" in noi la rotazione".*
Il fatto di non sentire qualcosa di reale, il fatto che il senso comune il più delle volte suggerisca apparenze fallaci, e non solo in fisica, non conferma il relativismo fittizio, il "come se". La conoscenza di una cosa o di un evento o processo non deve necessariamente soddisfare il senso comune, deve, invece soddisfare il rispecchiamento della realtà di questa cosa o avvenimento o processo. Allora, anche se noi non "sentiamo" la rotazione della Terra attorno al Sole, questa è la realtà, "misurata" scegliendo opportunamente, ossia realisticamente, il sistema di riferimento.