mercoledì 18 luglio 2018

Il moto relativo e la relatività di Einstein

Non distinguendo tra moto relativo reale e moto relativo fittizio, sembra che la "relatività" sia una proprietà applicabile alla materia, mentre essa è stata soltanto una convenzione, semplicemente una relazione matematica.

Stewart, come tutti i fisici, confonde la "relatività" matematica con una pretesa relatività della cosa da studiare: il moto. Egli infatti scrive: "cosa significa "in movimento"? Va bene dire che il treno si muove e i binari sono fermi, ma rispetto a che cosa? Il moto è un concetto relativo. Noi, ad esempio, non ci accorgiamo che la Terra gira, ma lo deduciamo dalle albe e dai tramonti; in realtà non "sentiamo" in noi la rotazione".*

Il fatto di non sentire qualcosa di reale, il fatto che il senso comune il più delle volte suggerisca apparenze fallaci, e non solo in fisica, non conferma il relativismo fittizio, il "come se". La conoscenza di una cosa o di un evento o processo non deve necessariamente soddisfare il senso comune, deve, invece  soddisfare il rispecchiamento della realtà di questa cosa o avvenimento o processo. Allora, anche se noi non "sentiamo" la rotazione della Terra attorno al Sole, questa è la realtà, "misurata" scegliendo opportunamente, ossia realisticamente, il sistema di riferimento.

giovedì 12 luglio 2018

Considerazioni definitive sul Nuovo realismo

Nel novembre 2011 Maurizio Ferraris, sul nuovo realismo, scriveva:

"Il vero punto, nel confronto tra realisti e postmodernisti, non è ovviamente l'affermazione o negazione dell'esistenza del mondo esterno, ma il costruzionismo: quanto incidono gli schemi concettuali nella costruzione della realtà naturale e sociale? Infatti nessun realista negherebbe che l'IVA dipenda da schemi concettuali (il che non significa ancora sostenere che siano puramente soggettivi: l'IVA vale -in linea di principio- per chiunque faccia acquisti in Italia). Quello che il realista si chiede è, appunto, fin dove si spinge l'azione degli schemi concettuali, ed è qui che si manifesta il dissidio tra realisti e postmodernisti. Questi ultimi sono molto più generosi nella lista delle parti di realtà che sono socialmente costruite, al punto da affermare, in taluni casi, che noi non abbiamo accesso a un mondo "là fuori", ma solo con ciò che viene costruito dai nostri schemi concettuali."

Con questi sofismi, però, non si arriverà mai a distinguere le due fondamentali e opposte realtà esistenti: 1) la prima, che si è formata in assoluta assenza dell'uomo e soprattutto della sua coscienza, ossia nei miliardi di anni d'esistenza dell'universo intero e della stessa Terra; 2) la seconda, che è stata creata dall'uomo cosciente con fatti e teorie che datano un tempo molto più ristretto: a essere ottimisti 2 millenni, a essere pessimisti un paio di secoli di esistenza della specie umana tecnologicamente più avanzata.
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