lunedì 10 giugno 2013

3] La scienza delle (impossibili) previsioni: terremoti

Continuazione) Come è già stato illustrato in questo blog, i terremoti sono imprevedibili non nel loro complesso, bensì nella loro singola manifestazione sismica. E purtroppo è proprio l'imprevedibile singolo evento sismico di forte intensità che interessa la specie umana, in quanto costituisce un grave pericolo. Ne consegue che, sebbene lo studio dell'attività sismica del nostro pianeta proceda di pari passo con lo sviluppo della geologia, ciò che più interessa l'umanità, la previsione del singolo sisma, non è attuabile.

Per la dialettica caso-necessità la spiegazione dell'impossibile previsione dei terremoti è semplice: l'evento sismico di varia intensità è frequente e continuo, ma quando diventa di intensità così elevata da produrre morte e distruzione, altro non rappresenta che un caso raro e imprevedibile (ossia, un singolo sisma eccezionalmente intenso, o terremoto). E la cieca necessità di un sisma gravemente distruttivo  non rappresenta altro che il rovesciamento dialettico di casuali scosse sismiche della sfera della probabilità singolare nella eccezionale e rara scossa distruttiva della sfera della statistica complessiva.

domenica 9 giugno 2013

2] La scienza delle (impossibili) previsioni: malattie

(Continuazione) Riguardo ai processi naturali interni, come le malattie, ed esterni, come i terremoti, in ordine di importanza, chi preoccupa di più l'uomo? Molto dipende dalla regione della terra in cui vive e dalle sue abitudini, soprattutto alimentari. Ma, poiché delle seconde la maggioranza degli uomini è inconsapevole per propria ignoranza, mentre dalle prime è impressionata per le conseguenze catastrofiche che i mass media non le risparmiano, potremmo essere tentati di attribuire a queste ultime la principale responsabilità dell'apprensività umana. Ma, se poi consideriamo l'aumento dell'età media della nostra specie e altre cosette come il cibo spazzatura, il consumo di tabacchi, droghe, alcolici, ecc., si può concludere che entrambi i processi naturali esterni e interni presentano equivalenti motivi di timore per l'umanità.

Quindi, non faremo torto alla coerenza se, del dossier che stiamo considerando, pubblicato su "Le Scienze" di questo Giugno 2013, riprendiamo l'articolo di Vineis sulla medicina, rinviando al prossimo post l'articolo di Claudio Chiarabba, dedicato alla previsione dell'evento sismico: argomento quest'ultimo che, comunque, su questo blog abbiamo già trattato in due post: 1) "Tra il "procurato allarme" e il "mancato allarme", la reale imprevedibilità del singolo evento-terremoto", 2) "Caso probabilistico e necessità statistica III".

venerdì 7 giugno 2013

1] La scienza delle (impossibili) previsioni: abbandonare ogni speranza?

Il contributo di A.Vulpiani, fisico teorico dell'Università di Roma, si conferma come un ennesimo esempio di dappocaggine (concettuale) della fisica teorica. Dopo aver sottolineato la differenza tra la facilità di previsione delle eclissi e l'estrema difficoltà in meteorologia e in borsa, e altre amenità sulle "leggi di evoluzione", egli stabilisce la differenza tra leggi deterministiche e leggi probabilistiche, senza distinguere tra 1) i processi della natura, 2) i processi umani simili a quelli naturali, 3) i processi umani di tipo artificiale, tecnologico.

L'estratto che segue mette in evidenza gli equivoci di teoria della conoscenza che agitano i fisici teorici: "In prima approssimazione possiamo classificare le leggi di evoluzione in due grandi classi: deterministiche e probabilistiche. Per determinismo si intende che lo stato del sistema a un certo tempo determina univocamente lo stato a ogni tempo successivo. E' ancora aperto il problema concettuale di come interpretare le leggi, se realmente esistenti o con una mera valenza descrittiva. Anche sulla dicotomia determinismo-probabilismo ci sarebbe molto da dire: descriviamo il lancio di un dado in termini probabilistici, ma si potrebbe obiettare che un dado segue le leggi di Newton che sono deterministiche, in questo caso un approccio probabilistico sarebbe solo un artificio pratico. Al di là degli aspetti filosofici è importante sottolineare che anche in ambito probabilistico ci sono casi in cui le previsioni sono praticamente certe".

mercoledì 5 giugno 2013

Si può prevedere il futuro? (Seconda parte)

(Continuazione) Riprendiamo il discorso partendo dall'articolo introduttivo scritto da Fabio Cecconi, Massimo Cencini e Francesco Sylos Labini. Il punto di partenza del dossier, sulla previsione del futuro, è rappresentato dalle seguenti domande: "In che modo sono declinati i metodi e i concetti usati per capire come si svilupperà un certo fenomeno in diversi contesti scientifici, quali meteorologia, fisica, geologia ed epidemologia? In che modo le conoscenze scientifiche si traducono in previsioni utili alle politiche di intervento? Quali sono i limiti di queste previsioni?" E' proprio per rispondere a queste domande che è stato organizzato un convegno, dal quale sono stati tratti i vari contributi per il dossier pubblicato su "Le Scienze".

Fin dall'inizio ciò che non appare chiara è la consapevolezza che le previsioni per essere "utili alle politiche di intervento" devono riguardare singoli eventi, che sono, invece, sotto la giurisdizione del caso. Al posto di questa premessa certa, che non viene mai affermata una volta per tutte, compare ogni tanto la considerazione dell'aleatorietà o stocasticità che rende imprevedibile il futuro, ma compare, soprattutto, il continuo appello all'incertezza, alla caoticità, ecc. della previsione.

martedì 4 giugno 2013

Si può prevedere il futuro? (Prima parte)

Questo è il titolo di uno studio pubblicato su "Le Scienze" di giugno 2013. Già in copertina troviamo i seguenti titoli: "Dossier -La scienza delle previsioni- Dall'economia ai terremoti, dagli uragani alle epidemie, prospettive e limiti delle nostre capacità di prevedere scenari futuri". [Errata corrige: il dossier è intitolato "La scienza delle previsioni", mentre è il primo studio del dossier a essere intitolato "Si può prevedere il futuro?". Nella fretta e nella selva dei titoli e sottotitoli l'autore di questo blog si è un pò perso. Ed è un vero peccato perché così si è perso anche quello che poteva essere un efficace controtitolo ad effetto per questo post e cioè L'impossibile scienza delle previsioni].

A dire il vero, la difficoltà reale consiste nella previsione deterministica di eventi singoli in momenti precisi e determinabili, non tanto la previsione statistica di eventi complessivi in momenti imprecisabili. Chi segue questo blog sa che l'autore attribuisce i singoli eventi alla sfera del caso e gli eventi complessivi (collettivi) alla sfera della necessità: i primi soggetti alla incerta probabilità, i secondi soggetti alla certa frequenza statistica.
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