Fa una certa impressione a un vecchio come l'autore di questo blog, che si è occupato approfonditamente di teoria della conoscenza nel periodo 1993-2002, leggere, su Le Scienze di Maggio 2014, la paginetta della professoressa Elena Castellani dal titolo molto significativo di "Filosofia della scienza e metafisica".
Ricorda Castellani che "Sono sempre di più gli articoli dedicati a riflessioni sul rapporto tra metafisica e scienza e i convegni in cui i filosofi della scienza (specialmente filosofi della fisica) e filosofi che si occupano di metafisica riflettono insieme su questioni come: la natura di "ciò che è", il rapporto tra identità e cambiamento, che cosa vuol dire persistere nel tempo, la realtà del divenire temporale, che cosa vale come legge di natura, che cos'è fondamentale e via dicendo".
Ma è quando scrive che "La filosofia della scienza come disciplina a sè stante, nasce nel contesto del positivismo logico, e per l'appunto in opposizione ai grandi sistemi metafisici del secolo precedente", e cita a questo proposito "il manifesto del cosiddetto circolo di Vienna", uscito nel 1929, che l'autore di questo blog ha avuto un moto di stupore: ma come, dopo quasi un secolo, una professoressa di filosofia della scienza torna al neopositivismo logico, sorto in un'epoca post rivoluzionaria, foriera di una grande crisi economica e di una gigantesca guerra mondiale?
Così, dopo 85 anni precisi da quell'epoca, Castellani enumera quelle che, a suo dire, sono le questioni "di natura ontologica e fondamentale. Si vedano, per esempio, le discussioni sulla natura dello spazio e del tempo alla luce delle teorie della relatività ristretta e generale, o il dibattito sull'interpretazione della meccanica quantistica e la riflessione sulle implicazioni di questa teoria per la concezione della realtà fisica, la causalità, il determinismo e il libero arbitrio".
E ancora "il dibattito sul realismo scientifico". Con l'aggiunta della "metafisica", disciplina che "offre accurate analisi di concetti come quelli di identità, necessità, causa, composizione e fondamento, e quindi importanti strumenti concettuali per indagare, per esempio la natura degli oggetti fisici o la struttuta fondamentale del mondo fisico". Insomma, dalla metafisica i filosofi non riescono proprio a liberarsi!
Ma, per comprenderne il motivo principale, non ci limiteremo a sottolineare che tra i concetti sopraelencati da Castellani manca il concetto di caso in rapporto dialettico con la necessità. Faremo di più: nei prossimi tre post riprenderemo un'analisi risolutiva del neopositivismo logico compiuta venti anni or sono dall'autore di questo blog.
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