venerdì 9 giugno 2017

Responsabilità storiche. Riflessioni conclusive sulla 2° Guerra Mondiale

Quale reale significato può avere l'attribuzione di responsabilità personali per eventi storici come una guerra mondiale? L'unico concreto significato consiste nel fatto indubitabile che il "diritto del giudizio" appartiene al potere dominante del momento, che allontana da sè qualsiasi responsabilità per attribuirle tutte a chi è, nel frattempo, prigioniero e sottoposto al suo giudizio. Perciò i tribunali di Norimberga e di Tokio hanno semplicemente confermato questo significato: i vincitori di una guerra atroce hanno consacrato la sua storia come efferato delitto compiuto dai vinti

In una guerra ci sono sempre, di fatto, vincitori e vinti, ma quando i vinti compaiono in catene per essere giudicati, per quanti delitti abbiano commesso, sorge il sospetto che i vincitori non abbiano la coscienza del tutto a posto. Per usare una efficace terminologia marxiana, potremmo dire che se i tedeschi, con i loro campi di concentramento e con le loro camere a gas, hanno prodotto un "orrore senza fine", le tempeste di fuoco inglesi e le bombe atomiche americane hanno prodotto una "fine con orrore". Perciò, i giudici e gli imputati dei processi di Norimberga e Tokio qualcosa hanno avuto in comune: la produzione dell'orrore nelle due opposte manifestazioni. Così, i responsabili della "fine con orrore", in quanto vincitori, hanno potuto mettere sotto processo i responsabili dell'"orrore senza fine", in quanto vinti.

giovedì 8 giugno 2017

La strategia britannica dell'Appeasement

Tre diverse versioni della strategia britannica

Lo storico A.J.P. Taylor, in "Storia dell'Inghilterra contemporanea" (1968), analizzando il ruolo avuto dall'Inghilterra nel periodo 1936-39, sostiene che esistono due versioni sul modo in cui essa andò incontro alla guerra: "Una, è quella dei preparativi accelerati per una guerra inevitabile; l'altra, quella dei tentativi alla cieca per impedire la guerra, tentativi che fallirono per errore, e con rimpianto di tutti". Inoltre, se si deve giudicare dal riarmo, "sembrerebbe che la Gran Bretagna stesse consapevolmente marciando verso una guerra cui era da sempre decisa"; ma, se si guarda alla politica, questa "fornisce una storia diversa": è la storia delle posizioni differenti dei conservatori e dei laburisti, di Churchill e di Chamberlain.

Nonostante la diversità, per tutti era ovvio "che la Germania sarebbe diventata la potenza dominante nell'Europa orientale e nei Balcani; non c'era rimedio a questo, una volta che essa veniva riconosciuta una grande potenza. Arrivava forse Chamberlain sino a mirare ad una futura guerra tra la Germania e la Russia sovietica come ad un mezzo per sollevare l'Impero britannico da tutte le difficoltà? Questa spiegazione sofisticata  fu allora avanzata, a disonore di Chamberlain, da alcuni socialisti estremisti, ed è stata talvolta avanzata, a suo onore, più tardi. Vi sono ben poche prove per sostenerla".

Taylor respinge questa terza versione appellandosi alla mancanza di prove, però fornisce un forte indizio a suo favore: "Senza dubbio [Chamberlain] sperava che la Germania e la Russia sovietica si equilibrassero e si tenessero  in scacco l'un con l'altra. Una guerra tra i due paesi sarebbe stata un disastro anche per la Gran Bretagna, se fosse terminata con la vittoria dell'uno o dell'altro".

mercoledì 7 giugno 2017

I preliminari della 2° Guerra Mondiale

                                            PARTE PRIMA

                       LA TRIANGOLAZIONE EUROPEA NELLA
                       SECONDA META' DEGLI ANNI TRENTA

Un importante laboratorio di analisi strategica

L'Europa degli anni '30, della ripresa economica che seguì la crisi profonda del '29, rappresenta un importante laboratorio di analisi del Sistema di Stati in situazione dinamica, dei mutamenti delle reciproche posizioni strategiche, dei continui aggiustamenti delle rispettive strategie. La ripresa, sostenuta dalla militarizzazione dell'economia, con l'accelerazione della corsa agli armamenti, coincise con il fallimento della Conferenza di Ginevra per il disarmo. Da quel momento, dissolto di fatto l'assetto stabilito a Versailles, ogni potenza avrebbe dovuto vedersela con un situazione estremamente dinamica: una nuova contesa si apriva in Europa, con la Germania che faceva da apripista alla riconquista delle posizioni perdute nella Prima Guerra Mondiale e alla ricerca della propria  supremazia sul Continente.

Per dipanare la matassa europea, che s'ingarbugliò nella nuova contesa, fino a determinare la Seconda Guerra Mondiale, occorre innanzi tutto definire le forze in campo stabilendo i rispettivi pesi specifici. Nel 1929, prima della Grande Crisi, Germania, Gran Bretagna e Unione Sovietica si dividevano, all'incirca alla pari, un terzo della produzione mondiale; rispettivamente, il 10,3%, il 10,4%, il 9,9%. Dieci anni più tardi, l'Unione Sovietica, con il balzo in avanti dell'"industralizzazione forzata", accresceva la sua quota superando Germania e Gran Bretagna e collocandosi al secondo posto della graduatoria mondiale. Nello stesso periodo (1929) gli Stati Uniti, con poco più di 1/3 della produzione mondiale, superavano di poco la somma dei prodotti nazionali delle tre suddette potenze.

Queste semplici percentuali ci permettono di considerare  Germania, Inghilterra e Russia sovietica le principali nazioni europee degli anni '30: il loro rispettivo 10% circa può essere paragonato a una unità, mentre la Francia con il 5%, l'Italia con il 2,5% e la Polonia con l'1,7% potevano contare soltanto come decimali, che aggiungono poco alle unità. E la facilità con la quale le armate tedesche dilagarono nell'Europa occidentale e orientale, fino ai "confini" con l'Inghilterra e con l'unione sovietica, dove si incagliarono, suggerisce l'ipotesi della triangolazione europea della fine degli anni '30: il gioco europeo fu sostanzialmente un gioco a tre, mentre le altre potenze, minori, del Sistema di Stati europeo contarono soltanto come comparse.

Le armate corazzate della Wermacht spazzarono via il castello di carte della diplomazia europea e dipanarono le  relazioni internazionali: spogliata dagli orpelli, dalle ingannevoli pretese di espansione delle potenze minori, la nuova contesa imperialistica si manifestò per quello che era: i rapporti fra Germania, Gran Bretagna e Unione sovietica furono fondamentali nel determinare le forma della contesa e gli eventi successivi che portarono alla Seconda Guerra Mondiale. Nella triangolazione europea della seconda metà degli anni trenta, nessuna delle due potenze emergenti, Germania e Russia, poteva da sola ottenere l'egemonia, e la gran Bretagna non poteva più mantenerla, neppure con il sostegno di una potenza ormai di secondo ordine come la Francia. Questo era il nodo strategico da sciogliere.

La strategia del Condominio anglo-tedesco, proposta da Hitler a Chamberlain, era un modo per sciogliere il nodo. L'Unione Sovietica poteva soltanto temere una simile soluzione, Perciò, per non rimanere schiacciata, poteva soltanto elaborare una  strategia elastica e disponibile all'accordo con l'una o con l'altra potenza. La Gran Bretagna, invece, tentò, con l'appeasement di Chamberlain, un modo per mantenere la balance of power britannica sul continente.

Se consideriamo la questione dal punto di vista delle tre possibili (in teoria) alleanze bipolari, vediamo che: 1. un condominio russo-tedesco non avrebbe retto alla lunga, avendo, entrambe le potenze, linee di espansione concorrenziale sul Baltico e nei Balcani, anche astraendo dalla volontà hitleriana di fare della Russia un dominio tedesco; 2. un'alleanza anglo-russa, con l'appoggio francese, avrebbe riportato la situazione europea alle condizioni che determinarono il primo conflitto mondiale, anche se con una rilevante modifica dei rapporti di forza a favore della Russia sovietica; 3) l'unica alleanza che avrebbe potuto determinare una soluzione interamente europea, per un "nuovo ordine", era oggettivamente l'alleanza anglo-tedesca, con l'Inghilterra nel ruolo, però inaccettabile, di secondo partner.

La maggior parte degli storici della Seconda Guerra Mondiale non sono riusciti a dipanare la questione delle sue origini -o non hanno voluto farlo-. Però, i termini della questione irrisolta, sebbene contraddittori, vengono ripresi in ogni volume. Vediamoli in estrema sintesi, prima di affrontarli più ampiamente:

1] L'Inghilterra tendeva, con la politica di Appeasement, ad appagare la Germania nazista e ad opporla alla Russia sovientica.

2] L'Unione sovietica tendeva a dividere le potenze occidentali nella speranza che Hitler volgesse le sue armi contro le potenze democratiche, distogliendole dal suolo russo.

 3] La Germania nazista tendeva all'accordo con l'Impero  britannico per poter invadere la Russia con le spalle al sicuro.

Anche a prima vista, in questa versione storica realistica, la situazione della Russia sovietica appare disperata e la sua strategia puramente velleitaria. Ma, fatti i conti, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la Russia avrà la supremazia sull'Europa centro-orientale e dominerà, come secondo partner, del dominio mondiale americano; l'Inghilterra si ritroverà nel ruolo di terzo incomodo e la Germania sarà distrutta e prostrata. Date le premesse i conti della storia sembrano non tornare.

Se le vere premesse strategiche sono quelle sostenute dalla maggioranza degli storici, e che abbiamo appena sintetizzato in tre punti, come spiegare che non si sia realizzata quell'unica alleanza che ne derivava quasi con precisione geometrica: l'alleanza anglo-tedesca? Al contrario la Gran Bretagna si oppose alla Germania che trovò nella Russia un temporaneo alleato, grazie al quale poté colpire a Ovest con le spalle coperte a Est (completo rovesciamento strategico). Ma, successivamente, Hitler decise di invadere la Russia, provocando quella poderosa alleanza che avrebbe segnato l'esito di una guerra, divenuta ormai mondiale, e il destino dell'Europa per molti decenni. Non c'è storico che non presenti le vicende della Seconda Guerra Mondiale in questi termini. Ma se il teorema strategico non presenta una soluzione logica, significa che qualche premessa era falsa.

Riassumiamo le diverse strategie:

1. Riguardo alla strategia di Hitler non ci possono essere dubbi sul fatto che avesse sempre mirato ad invadere la Russia per farne un dominio tedesco. Lo aveva declamato per anni e alla fine tentò di mettere in atto il suo proposito anche nelle peggiori condizioni. La parentesi occidentale gli servì soltanto per coprirsi alle spalle dalla minaccia anglo-francese e nell'illusione di ottenere la resa britannica.

2. La strategia di Stalin era obbligatoria: affiancarsi all'una o all'altra potenza. Vedendo che la Gran Bretagna favoriva il rafforzamento tedesco a est, il dittatore sovietico non poteva non  auspicare che la Germania nazista si volgesse ad Ovest; perciò accettò immediatamente l'offerta di alleanza del dittatore tedesco. Ma quando Hitler manifestò, con una massiccia invasione del suolo russo, l'intenzione di distruggere l'Unione Sovietica, fu giocoforza per Stalin accettare la grande alleanza occidentale, dalla quale cercare di ottenere il massimo dei vantaggi possibili.

3. La strategia britannica presenta, invece, delle contraddizioni: se veramente tendeva ad opporre la Germania nazista alla Russia comunista, perché non garantì Hitler invece di contrastarlo? E perché, invece di accettare il condominio mondiale con la Germania, preferì tirare dentro la guerra gli Stati Uniti e allearsi con la Russia "comunista"? Quali furono i veri scopi della strategia britannica? Seguendo le indicazioni di vari storici, che non traggono però le giuste conseguenze, si può correggere la seguente premessa: l'Appeasement non poteva avere come scopo l'appagamento della Germania, qualunque significato potesse avere: di appagamento di legittimi diritti territoriali, oppure di rafforzamento come baluardo occidentale contro il pericolo sovietico.

La strategia britannica, tenendo presente l'emergere di due grandi potenze in Europa, per impedire il predominio dell'una o dell'altra sul continente, ritenne di poterle opporre l'una all'altra, fino a pilotarle in una guerra di logoramento reciproco a Est. Premessa per ottenere il logoramento di due forze opposte era un riequilibrio dei loro rapporti di forza. Perciò la Gran Bretagna favorì il rafforzamento della Germania nell'Europa centro-orientale. Gli storici hanno confuso la premessa con l'intera strategia britannica anche perché la premessa poteva e doveva essere pubblica, mentre il vero obiettivo doveva rimanere segreto.


Tratto da "2° Guerra mondiale. Risultato non voluto..."  (1993)

martedì 6 giugno 2017

"2° Guerra Mondiale: risultato non voluto delle inconciliabili strategie delle potenze europee"

Questo è il titolo di un saggio, che risale al 1993, e rappresenta la prima prova di un autore alle prese con la difficile questione della dialettica caso-necessità nella storia. Questo l'incipit:

Prendendo in considerazione la 2° Guerra mondiale, non bisogna avere alcun dubbio sulla figura di Hitler, il quale ha rappresentato quel caso "maledetto" della storia, che si è rovesciato nel suo opposto: nella cieca necessità dell'egemonia di una superpotenza, nel conflittuale sistema di Stati imperialistici della prima metà del Novecento. Perciò la ricostruzione storica  della Seconda Guerra Mondiale deve mostrare come il "caso" Hitler si è rovesciato nella "cieca necessità" dell'egemonia mondiale USA.

                                                      PREFAZIONE

La storia reale è fatta di eventi e di risultati non voluti, dei quali i libri storici cercano di rendere ragione con le più diverse finalità. Perciò occorre  riflettere sulle contraddizioni che questi libri contengono, nel duplice senso di contraddizioni oggettive, interne ai reali accadimenti storici, e di contraddizioni soggettive, nelle quali incorrono gli autori con le loro diverse valutazioni e interpretazioni.
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