In Italia, due continuano ad essere gli "argomenti del giorno" dall'inizio del 2013: le elezioni parlamentari italiane, compresi i successivi risultati, e, quasi in concomitanza, le elezioni di un nuovo Pontefice per sostituire il precedente, dimissionario. Eppure, gli argomenti avrebbero dovuto e dovrebbero essere almeno tre, con il terzo che, per importanza mondiale, sovrasta gli altri due: si tratta della recente volontà espressa dal presidente americano, il democratico Obama, di puntare sul "libero scambio USA-UE".
Come abbiamo spesso ripetuto in precedenti post, nell'era della globalizzazione, ossia nell'era del capitalismo senescente, gli Stati nazionali contano poco, a meno che non abbiano confini "continentali": contano, infatti, soltanto gli Stati di dimensioni continentali. Perciò di fronte alla crescente potenza economica dell'Asia e dei due giganti demografici Cina e India, gli USA, per correre ai ripari, si rivolgono a una Europa che da tempo cerca di forgiare, con molte difficoltà, un'unione continentale, ovvero, una UE consolidata in una sovrastruttura statale che sia nella sostanza, anche se non nella forma, una specie di Stati Uniti d'Europa.