mercoledì 25 giugno 2014

La principale questione del realismo

La principale questione del realismo non è l'opposizione tra new realism e postmodernismo, e cioè se il mondo esterno sia reale e indipendente dalla mente umana o costruito da essa. Questa falsa opposizione deriva più o meno consapevolmente dalla circostanza che noi effettivamente costruiamo il nostro mondo economico, sociale e politico, ma soprattutto il nostro mondo tecnologico.

Insomma, l'uomo e la sua scienza hanno di fronte, fin dall'antichità, ma molto di più dall'epoca del capitalismo, una realtà direttamente da lui costruita. La prima conseguenza è stata la confusione derivata dalla determinazione di causa ed effetto perfettamente plausibile per l'opera dell'uomo, ma non per l'opera della natura.

Ovviamente, la presenza della religione e la sua pretesa di applicare alla natura una derminazione causale attribuita al divino creatore, perfettamente assimilabile, anche se potenziata, alla determinazione causale dell'opera umana, ha confuso la questione nei secoli e nei millenni, perché già da millenni l'uomo "causa i suoi prodotti".

Chi scrive, da tempo, sottolinea che la questione principale è data dalla distinzione tra il mondo esterno naturale e il mondo esterno umano: guardate una enorme montagna con le sue vette e le sue valli, i suoi ghiacciai, i suoi abeti, ecc. e poi guardate una enorme metropoli cinese con i suoi grattacieli, le sue grandi piazze, i suoi veicoli di trasporto. Che cosa vediamo allora? Da una parte, da parte dei prodotti della natura, i grandiosi processi prodotti dalla dispendiosa dialettica caso-necessità, dall'altra parte, dalla parte dei prodotti dell'uomo, la grandiosa tecnologia fondata sul rapporto di causa-effetto.

Mai ci si è resi conto che se l'uomo produce, grazie alla determinazione cosciente (tecnologia), con il minimo dispendio e col massimo risparmio, la natura i suoi grandiosi prodotti (in primis la specie umana) li produce con grande dispendio. Questa è la principale differenza tra la produzione umana e la produzione naturale. Differenza che la coscienza umana fatica a concepire da millenni, soprattutto con l'"aiuto" delle religioni..

Così l'errore umano di aver confuso questi due àmbiti, a tal punto da aver assoggettato i processi naturali al determinismo di causa-effetto, è responsabile di una confusione millenaria, quella che offuscò le idee di Epicuro e Democrito, e quella che ha offuscato le idee della filosofia fino alla più recente confusione tra "realismo" e "costruttivismo".

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