(Continuazione) Scrive Rossi: "L'idea di una crescita e di uno sviluppo del genere umano e la nozione dell'advancement of learning, si andranno articolando -nell'età dell'illuminismo- in una vera e propria teoria nella quale entreranno in gioco la nozione di perfettibilità dell'uomo e di una sua natura alterabile e modificabile; l'idea di una storia unitaria o "universale" del genere umano; i discorsi sul passaggio dalla "barbarie" alla "civiltà", soprattutto l'affermazione di costanti o di "leggi" operanti nel processo storico. Fra la metà del settecento e la metà dell'ottocento l'idea di progresso finirà per coincidere -al limite- con quella di un ordine provvidenziale immanente al divenire della storia".
Erano convinti dell'esistenza di quest'ordine, anche se in forma diversa, ad esempio, Comte e Spencer; e, in seguito, troviamo questa convinzione anche "negli esponenti del darwinismo sociale presso i quali il progresso si configura come una necessità naturale e la civiltà viene considerata come una parte della natura. L'evoluzionismo assume tonalità religiose; la teoria dell'evoluzione viene fatta coincidere con quella del progresso; le aspirazioni degli uomini si identificano con quelle della natura".