domenica 28 aprile 2013

Il gioco a nascondino dell'astuzia e la rissa verbale. Povero Aristotele e povero Schopenhauer!

L'astuzia è ancora più timida e vergognosa dell'invidia, ma solo perché, per essere efficace, non deve farsi scoprire. Ed è forse per questo motivo che non si riescono a trovare molti argomenti e autori sulla materia, persino tra gli aforisti.

Nel dizionario troviamo la seguente definizione: ASTUTO, dal latino astutum, da "astu" 'con astuzia', da accorgimento, strattagemma. Esempio: l'astuzia di Ulisse.

Aggiungiamo anche FURBIZIA: da furbo, da fourbir = nettare (le tasche) e anche "furberia", sinonimo "astuto": chi sa mettere in pratica accorgimenti sottili ed abili, atti a procurargli vantaggi e utilità.

Come si vede, l'unica differenza tra astuzia e furbizia è una questione di forma: la prima sembra essere più nobile, elitaria; la seconda sembra appartenere soprattutto ai furfantelli. Ma, come vedremo, i due termini spesso sono confusi tra loro.  Andiamo alla ricerca...
      

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1) LA ROCHEFOUCAULD: "MASSIME"

"117. La più sottile di tutte le astuzie è di saper fingere di cadere nelle trappole che ci tendono, e non si è mai ingannati tanto facilmente come quando si pensa di ingannare gli altri."

"129. Talvolta basta essere rozzo per non essere ingannato da un uomo astuto."

"350. A renderci tanto astiosi verso chi si comporta con noi con astuzia, è il fatto che si creda più furbo di noi."

"407. Siamo lontani dal credere che chi si fa abbindolare dalle nostre astuzie sembri tanto ridicolo quanto noi lo sembriamo a noi stessi quando ci facciamo abbindolare dalle astuzie altrui."

"MASSIME POSTUME"

"2. L'astuzia è una magra abilità."

"5. Ognuno pensa di essere più astuto degli altri."


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2) ALPHONCE  KARR: "AFORISMI"

Se non me ne è sfuggito qualcuno, trovo solo questo, il terz'ultimo aforisma: "Non Aiace né Achille, ma il loquace e furbo Ulisse è chiamato da Omero distruttore di città".

                      
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3) MAZZARINO:  "BREVIARIO DEI POLITICI"

Considerando il personaggio, ci si potrebbero aspettare molte dritte sull'astuzia, e invece ci dobbiamo accontentare soltanto di questa descrizione fisiognomica: "Sono per lo più astuti coloro, che mostrano una dolcezza affettata, ed hanno come un monticello in mezzo al naso, e gli occhi penetranti".

                       
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4) GOETHE: "MASSIME"

Anche lui è molto deludente, scomodando l'astuzia solo a riguardo di chi occupa il primo posto: "Secondo me [è] chi vede gli altri dall'alto e ha la capacità e l'astuzia di impiegare al massimo le loro forze e le loro passioni nella realizzazioni dei loro piani".

                         
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5) SCHOPENHAUER: "L'ARTE DI OTTENERE RAGIONE"

Questo autore, invece, è di manica larga sull'argomento centrale del post, perché tutto il suo libretto si occupa di insegnare i trucchi e le astuzie per ottenere ragione nelle discussioni. Partendo dalla definizione di dialettica come arte di discutere "e precisamente di discutere in modo da ottenere ragione, perciò per fas et nefas [con mezzi leciti e illeciti]", il suo scopo è insegnare a ottenere ragione in discussioni pubbliche [come potrebbe essere anche, nell'epoca attuale, in un dibattito televisivo].

Si tratta di utilizzare le astuzie allo scopo preciso di ottenere ragione. Partendo dal presupposto che tutto è incerto e relativo, pur di aver ragione, occorre utilizzare qualsiasi metodo, anche sleale: "Il senso della dialettica scientifica, da noi intesa, è quello di stabilire e analizzare quegli accorgimenti della slealtà nel disputare, onde riconoscerli immediatamente nei veri dibattiti ed eliminarli. Per questo motivo, nella sua esposizione, essa ha come fine ultimo solo l'aver e ragione e non la verità oggettiva".

L'autore aggiunge: "Sebbene abbia condotto varie ricerche, non mi risulta esistano studi in questo senso, si tratta di un campo non ancora coltivato":  "non ancora coltivato", forse perché l'astuzia può essere esercitata in ogni campo, dalla cultura alla conoscenza filosofica, scientifica, storica, ecc. Perciò ogni campo ha le sue astuzie che si mescolano con la materia stessa della propria esistenza.

I trucchi che Schopenhauer indaga, per suggerirli, sono sofismi particolari, come nel seguente esempio "[Ogni lume può essere spento/ L'intelletto è un lume/ L'intelletto può essere spento.]" Qui il sofisma consiste nel fatto che il termine lume può essere inteso in senso proprio e in senso figurato. Per gli ingenui queste possono essere sottili astuzie che li possono raggirare.

L'autore enumera come stratagemmi anche astuzie meschine, quali provocare l'ira dell'avversario, allo scopo di offuscarne la capacità di giudizio. Ora, senza dilungarci troppo sulla indagine di Schopenhauer, ci limitiamo qui, per inciso, a sottolineare l'argomentum ad verecundiam (riferito al timore reverenziale), perchè, in questa occasione, l'autore fa un'interessante digressione, anche se non ha a che vedere direttamente con l'argomento in esame. Si tratta della circostanza per la quale "la gente comune mostra profondo rispetto verso gli esperti di ogni genere. Non sanno che chi fa un mestiere per professione non ama il mestiere ma la sua rendita. Altrettanto chi insegna una cosa, in genere non la conosce bene, perché a chi si dedica allo studio approfondito per lo più non resta il tempo per farne insegnamento ad altri": verità quest'ultima che dovrebbe essere ricordata alla comunità scientifica attuale.

Anche se la questione dell'astuzia continua a sottrarsi alla nostra indagine per mancanza di analisi serie, qui troviamo un argomento rilevante: "pochi sono capaci di pensare, ma tutti vogliono avere un'opinione: cosicché, invece di crearsela, non resta loro che impossessarsi di una bell'e fatta". E dove possono trovarla, ad esempio, oggi? Solo nella miriade di pubblicazioni che si rincorrono tra loro secondo il modello citato dall'autore: "Io lo dico, tu lo dici, ma infine lo dice anche quello. E'stato detto così tante volte, che rimane solo da vedere ciò che è stato detto."

Insomma, se prendiamo in considerazione la comunità scientifica attuale, possiamo dire che la sua torre di Babele è come un'enorme biblioteca nella quale "rimane solo da vedere ciò che è stato detto", che se lo si facesse vedere veramente, se ne scoprirebbero delle belle! [Ma non è poi questo il compito che si è assunto immodestamente l'autodidatta?]

Possiamo concludere con l'ultimo, ma principale stratagemma indicato da Schopenahuer, il numero 38: l'argomentum ad personam. "Attaccando la persona però si abbandona del tutto l'oggetto, concentrandosi solo sulla persona dell'avversario: si diventa offensivi, ipocriti, impertinenti, grossolani. Si tratta di un appello delle forze spirituali alle forze fisiche o all'animalità. Questa regola piace molto perché tutti sono capaci di metterla in pratica, motivo per cui essa viene spesso adottata".

E non è questa anche la pratica più adottata dai mass media? Quando Schpenhauer si chiedeva se non c'era un modo per evitare la rissa, non avrebbe mai immaginato che in un epoca molto più moderna, di fronte a ritrovati tecnologici molto più avanzati, a guadagnarci non sarebbero state le buone maniere, ma quelle cattive delle risse verbali e fisiche.

Come soluzione egli pensava di poter tornare molto indietro, fino ad Aristotele che, nell'ultimo capitolo dei Topica, proponeva come soluzione: "mai iniziare una disputa con il primo che capita, ma solo con persone che si conoscono e di cui si sa che l'intelletto non permetterà loro di sostenere cose assurde per le quali potrebbero poi essere umiliati" ecc. ecc.

Shopenhauer, invece, per evitare lo scadimento in volgari risse nell'"arte di ottenere ragione", concludeva così il suo saggio: "L'unica cosa importante è che i due contendenti siano sullo stesso piano per quanto riguarda erudizione e intelligenza. Se a uno manca l'erudizione, non riesce a capire ogni cosa e non è au niveau; se gli manca l'intelligenza, allora il suo rancore lo porterà alla slealtà e all'astuzia o allo sgarbo".

Ma le leggi dei mass media hanno travolto qualsiasi argine, eliminando qualsiasi soluzione. Il progresso ha trasformato l'"arte di avere ragione" (con le sue piccole astuzie) in risse che nessuno può interrompere, eccetto gli spot. Si potrebbe, però, dire che se l'astuzia contemporanea rimane sempre timida e nascosta: è solo quando viene scoperta o non ottiene il suo scopo, che promuove la rissa, l'attacco personale, ecc. ecc.

Povero Aristotele e povero Schopenahuer! Avrebbero mai potuto immaginare che, nei dintorni del 2000, l'uomo avrebbe scoperto diversi modi tecnologici per far partecipare milioni di persone, anche di cultura, a dispute volgarmente rissose senza sentirsi affatto umiliate, tutt'altro?


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