martedì 23 aprile 2013

Pietro Greco: altro che "battito d'ali di una farfalla"!

Questo viene da esclamare leggendo la storia breve di Pietro Greco su Scienzainrete (24/4/13), riguardo alla complessità e al caos. Per chi, come l'autore di questo blog, ha dedicato quasi un trentennio al rapporto caso-necessità che risolve concettualmente rapporti matematici come probabilità-statistica, sistemi non lineari, sistemi complessi, ecc., è penoso sentire per l'ennesima volta la storiella del battito d'ali di una farfalla, come metafora esplicativa, in relazione alla imprevedibilità di questo o quel fenomeno naturale o artificiale.

Per la seconda volta suggerisco di leggere uno scritto di Greco, per confrontarlo con le tesi sostenute in questo blog.* Qui mi limito solo a citarne le conclusioni. Dopo un lungo excursus storico, egli scrive: "Quello che, dunque, i sistemi dinamici caotici mettono in discussione non è il determinismo, ma la predicibilità del mondo. Il caos sancisce la nostra incapacità di fare previsioni esatte sulla evoluzione dell'universo macroscopico e delle sue singole parti, che sia valida o no la causalità rigorosa. Constatata questa nostra incapacità, scegliamo di analizzare il mondo con una razionalità probabilistica. Proprio come suggeriva Laplace".

Che dire? Qui non solo si retrocede di secoli, riappoggiandosi al probabilismo di Laplace, pur non volendo mettere in discussione il determinismo, ma si afferma una generica incapacità umana a fare previsioni, quasi che la scienza fosse soprattutto questo -che se lo fosse non si distinguerebbe dal gioco d'azzardo, per il quale del resto la teoria delle probabilità è sorta-. La scienza è soprattutto conoscenza. E dire conoscenza significa rispondere alla domanda: come conoscere i processi naturali, che sono i processi dell'universo ma anche i processi di questa minuscola terra nella quale alloggiamo?

Allora, per la conoscenza, non ci si può continuare a trastullare con il generico caso, con il generico imprevedibile, e con termini poco definiti dal punto di vista concettuale, come "effetto farfalla", "caos deterministico", "sensibilità alle condizioni iniziali", ecc. 

Chi bazzica questo blog sa come l'autore ha risolto il problema del caso, anzi della sfera del caso: quasi ogni post "trasuda" la sua soluzione, perciò qui non ci ripeteremo, limitandoci a sottolineare, a mò di conclusione, quella parte nelle quale Greco accenna a un aspetto rilevante ma raramente compreso: e cioè che la vita delle persone e dei popoli possa incontrare nella propria storia eventi anche eccezionali e persino disposti in rapida successione. Ciò non è da escludere, ma fa parte di quelle rarità eccezionali che abbiamo trattato nei post dedicati ai cigni neri di Taleb.

Greco, invece, ha preferito scrivere: "Tutti hanno la percezione di come, a volte, basti un dettaglio piccolo e insignificante per modificare la storia di un intero popolo. Recita l'antica filastrocca:
Per colpa di un chiodo si è perduto lo zoccolo;
per colpa dello zoccolo si è perduto il cavallo;
per colpa del cavallo si è perduto il cavaliere; 
per colpa del cavaliere si è perduta la battaglia;
per colpa della battaglia il re ha perduto il suo regno."

Invito i lettori a riflettere su questa filastrocca che conclude la serie di metafore, quali "l'effetto farfalla", "il caos deterministico", ecc., che hanno sempre preteso illustrare o peggio sostituire o, ancor peggio, risolvere l'oggetto della dialettica caso-necessità.

* Iniziare con il post "Probabilità e statistica da Laplace ai teorici dell'Ottocento, Poisson e Cournot" (18/7/10).

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