giovedì 18 aprile 2013

Pietro Greco: "Alla ricerca della complessità"

Pietro Greco:  "Alla ricerca della complessità"

Ciò che viene chiamata complessità è la via confusa e multiforme che molti studiosi e scienziati hanno intrapreso da molti decenni per cercare di risolvere le annose contrapposizioni tra riduzionisti e olisti, tra deterministi e indeterministi, ecc. Tutto poi si è ridotto alla concezione dei livelli di complessità che troviamo nei processi naturali o di tipo naturale, che vengono chiamati livelli di organizzazione diversi. Un esempio facile per tutti: la specie (complesso) è costituito di molteplici organismi (individui singoli). Poi a salire: le specie sono molteplici singoli appartenenti al genere... ecc. ecc. Poi a scendere: l'individuo singolo è costituito di organi e tessuti, a loro volta costituiti di molteplici singole cellule, ecc. ecc.

Volendo semplificare al massimo, come fa Pietro Greco in "Scienzainrete" nella sua conclusione alla presentazione di un progetto italiano su questo tema, che ha come oggetto i "processi decisionali e le dinamiche socio-economiche" alla ricerca della complessità, si tratta, usando le sue parole di "districare i rapporti tra comportamenti individuali e comportamenti collettivi nelle decisioni economiche".

Più in generale, in tutti i campi nei quali sì è pensato a una generica "complessità", la vera questione è sempre stata l'opposizione tra singoli elementi e collettività: opposizione che in senso metafisico diventa diametrale, inconciliabile, mentre in senso dialettico (mai considerato dagli scienziati) diventa reciproco rovesciamento: sono i molteplici singoli elementi che si rovesciano nella cieca necessità collettiva. Esempio semplicissimo: idrogeno e ossigeno, atomi di gas altamente infiammabili, formano molecole che in grandi quantità diventano acqua, liquido fresco e dissetante.

Non prima di aver consigliato la lettura di questo scritto di Pietro Greco, chi scrive vuole sottolineare che la cosiddetta complessità (sulla quale questo blog ha trattato ampiamente) altro non è che una prosecuzione, in forma nuova, della opposizione metafisica tra la causa di Democrito e il caso di Epicuro, ovvero tra il determinismo e l'indeterminismo.

Una vita di studio, dedicata a questo problema, risolto con la dialettica caso-necessità, da parte di un autodidatta non poteva certo bastare a indirizzare verso la soluzione la comunità scientifica. Intanto, va sottolineato che le novità riguardanti il campo della complessità, negli ultimi decenni, derivano soltanto dal progresso tecnologico, in particolare dai computer che riescono a trattare in poco tempo molteplici dati, e quindi a ricostruire complessi di dati relativi a tutto, dalla fisica, alla biologia molecolare, all'economia, ecc.

Semplificando al massimo, per collegare il tutto, relativo alla complessità, al tutto relativo alla cieca necessità dei complessi naturali o sociali di tipo naturale (come l'economia), quanto segue: 1) quello che viene separato, da una parte i comportamenti individuali dall'altra i comportamenti collettivi, è il vecchio metodo metafisico, che impedisce di comprendere che sono i comportamenti singoli casuali, imprevedibili, a rovesciarsi dialetticamente nella cieca necessità dei complessi; 2) lo scienziato deve comprendere questa necessità collettiva come risultato dialettico; 3) altre vie non esistono, se non quelle che si ostinano ad attruibuire alla natura e ai processi di tipo naturale qualcosa che solo l'uomo produce mediante il rapporto deterministico di causa-effetto: e cioè la tecnologia e l'organizzazione; 4) per conseguenza è completamente sbagliato attribuire alla natura e ai processi simil naturali qualità come meccanismi e organizzazioni.

Ma per saperne di più su come chi scrive ha trattato in maniera specifica la "complessità", cercare su questo blog la serie di post relativi a "Complessità, caos e proprietà emergenti", ma anche a "Realtà, realismo, realismo ingenuo". Oltre naturalmente ai molteplici post che trattano il rapporto caso-necessità.

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