Per usare un linguaggio chiaro e immediato, le grandi forze della natura, della società e della storia non possono essere giudicate secondo i criteri delle piccole cose, tanto cari agli individui egocentrici. Così, quando si tratta di processi ciclopici che sconquassano natura, società e storia, occorrerebbe dimenticare il proprio ego e quelle piccolezze individuali che si trovano, oggi, tanto a loro agio nei cinguettii dei twitter e nei commenti sui blog.
Di fronte ai grandiosi movimenti economici, politici e religiosi dei continenti, giù il cappello e più rispetto per l'intelligenza umana! Se è vero che nessuno può prevedere le singole mosse, nel grande scacchiere del mondo della specie umana, è anche vero che tutti possono comprendere quanto si è andati e si continua ad andare oltre l'incoscienza.
Chiamiamola per nome: si tratta dell'opposto dell'intelligenza, si tratta della stupidità coltivata, almeno negli ultimi decenni, nella individualistica società del Truman show per lo shopping. Insomma, è la stupidità che ha pervaso l'intera società occidentale nell'epoca del capitalismo senescente o della globalizzazione. In Italia, in particolare, oggi, essa si sta manifestando in tutta la sua evidenza nella politica parlamentare (ma non solo in questa).
Politica che conferma quel "cretinismo" piccolo borghese giunto, ormai, alla sua fase finale: fase nella quale esso è ben rappresentato dalla comica visione del "piccolo è bello", e non solo in quanto "bottega", "villetta", ecc. ma persino in quanto "nazione". Nessuno, però, sembra comprendere questo, perché tutti hanno altro da fare che studiare per comprendere: tutti sono troppo impegnati a occupare posti con i loro fondo schiena troppo grandi, (quasi, si potrebbe dire, sviluppati per selezione naturale nei tempi lunghi della politica parlamentare di spartizione delle poltrone).
Immaginiamoci un Titanic nel quale grandi sederi occupino grandi poltrone in grandi saloni: ecco la situazione delle nazioni occidentali come l'Italia, di fronte agli enormi continenti e ai loro movimenti tettonici. E c'è ancora chi si lamenta se il pianista non suona più il solito refrain e se il comico grida a gran voce che adesso ci pensa lui a trovare la salvezza, mentre si va fondo?
Post scriptum. Un consiglio (che naturalmente non sarà seguito): gettate nel cestino i vostri orribili soprannomi da internauti. E quando vi viene il prurito di chattare la vostra, andate almeno a studiare l'argomento sul quale avete intenzione di tirare le orecchie altrui, senza farvi tirare le vostre.
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