venerdì 22 marzo 2019

2^ guerra mondiale: risultato non voluto delle inconciliabili strategie delle potenze

Questo è il titolo di un saggio, che risale al 1993, e rappresenta la prima prova di un autore alle prese con la difficile questione della dialettica caso-necessità nella storia*. Prendendo in considerazione la 2° Guerra mondiale, non bisogna avere alcun dubbio sulla figura di Hitler, il quale ha rappresentato quel caso "maledetto" della storia, che si è rovesciato nel suo opposto: nella cieca necessità dell'egemonia di una superpotenza, nel conflittuale sistema di Stati imperialistici della prima metà del Novecento. Perciò la ricostruzione storica  della Seconda Guerra Mondiale deve mostrare come il "caso" Hitler si sia potuto rovesciare nella "cieca necessità" dell'egemonia mondiale USA          
                                                       INTRODUZIONE

La storia reale è fatta di eventi e risultati spesso non voluti, dei quali i libri storici mantengono viva la memoria, ma occorre riflettere sulle contraddizioni oggettive interne ai reali accadimenti storici e sulle contraddizioni soggettive nelle quali incorrono sia gli autori degli eventi storici sia gli studiosi che cercano di interpretarli. Sovente gli storici mostrano d'essere molto avari nel riconoscere il loro debito nei confronti delle opere altrui, così che il materiale da essi offerto al lettore sembra scaturito dalla propria testa, come Venere dalla testa di Giove. E quando fanno riferimento ad altri autori evitano le citazioni, preferendo interpretarli. Così, capita molto spesso che questi si vedano attribuire significati che faticano a riconoscere come propri.

L'autore di questo saggio è stato fin troppo generoso nel citare, ma perché queste citazioni rappresentano quel contenuto, spesso contraddittorio, che appartiene all'indagine critica degli eventi storici e perciò è parte integrante del testo. Sarà poi il lettore a valutare se, partendo da determinati estratti, l'indagine critica sia stata appropriata e abbia colto nel segno. L'autore ha cercato di scoprire le reali e fondamentali ragioni strategiche di una spaventosa e terrificante guerra mondiale, la prima del suo genere, i cui orrori hanno annichilito fisicamente e moralmente un'intera generazione di uomini e di studiosi, privandoli troppo spesso della vera libertà che conta per la conoscenza: la libertà di pensare e, con essa, il coraggio dell'intelligenza. Per poter  svelare le reali strategie delle potenze  che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale, senza nulla concedere al soggettivismo dei vari punti di vista, l'autore ha dovuto rendere ragione del principale fondamento strategico che ha guidato, in maniera ciecamente necessaria, le potenze protagoniste: la conquista dell'egemonia mondiale, che solo una guerra di proporzioni così straordinarie, e mai viste prima nella storia, poteva assegnare al vincitore.

La tesi di questo saggio parte dal presupposto che la Gran Bretagna fu, all'inizio, la principale protagonista. Quando Hitler si insediò al governo della Germania trovò già pronta la strategia britannica alla quale collegarsi: era la strategia dell'Appeasement, elaborata già al tempo di Stresemann. L'Appeasement ebbe solo apparentemente il significato di appagamento delle legittime aspirazioni tedesche a est, in funzione anche di baluardo occidentale contro l'espansionismo sovietico. L'Appeasement fu, essenzialmente, il tentativo dell'Impero britannico di protrarre il proprio ruolo di arbitro dei destini europei, aprendo alla Germania la via dell'Est affinché si scontrasse con l'Unione Sovietica: la strategia dell'Appeasement fu, in sostanza, il tentativo britannico di giocare le due grandi potenze emergenti, Germania e Unione sovietica, opponendole l'una all'altra così da provocare un continuo stato di tensione nell'Europa orientale.

L'Appeasement prendeva anche in considerazione, come sbocco finale, l'ipotesi di una guerra di logoramento, nell'Europa orientale, tra la Germania Nazista e l'Unione Sovietica, col duplice vantaggio per la Gran Bretagna di poter assistere dall'esterno all'indebolimento reciproco delle due potenze e di poter intervenire nel momento più opportuno, con l'appoggio francese, per impedire la vittoria dell'uno o dell'altro contendente. Ma la seconda guerra mondiale fu, soprattutto, il "risultato non voluto" del gioco triangolare europeo della fine degli anni Trenta, non voluto perché non rientrava nei piani strategici di nessuna delle tre potenze protagoniste. In questo senso fu anche un risultato ciecamente necessario, perché fondato sul caso.

La tesi fondamentale di questo saggio storico sostiene che l'aspro confronto tra le rispettive strategie promosse quelle condizioni  per le quali la Germania e la Gran Bretagna avrebbero perso ben presto il controllo degli eventi nel continente europeo e, dopo alcuni anni di guerra, la possibilità di una qualsiasi forma di egemonia in Europa. L'America  ne sarebbe diventata arbitra, sostituendo la Gran Bretagna e imponendo una inedita "pax americana", fondata sulla spartizione di Yalta, che avrebbe assegnato all'URSS il compito strategico di mantenere divisa la Germania e l'intera Europa.

Ricostruendo il confronto strategico dalla seconda metà degli anni '30, nel triangolo europeo, ci si avvede che, in sostanza, due furono, inizialmente,  le strategie fondamentali in opposizione diametrale: quella britannica dell'Appeasement e quella tedesca del condominio Germania-Inghilterra. La seconda guerra mondiale fu, in definitiva, il risultato non voluto di quel confronto.


* In attesa di qualcosa che potrebbe assomigliare a un futuro conflitto mondiale, per la conquista dell'egemonia mondiale, questo saggio potrebbe essere molto istruttivo. Perciò cercherò di pubblicarlo.

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