domenica 6 gennaio 2019

Alcuni scampoli per l'anno nuovo

Molti ritengono giustamente che l'uomo sia causa dei suoi prodotti tecnologici, ma ritengono a torto che anche la natura sia causa dei prodotti naturali: ad esempio, che la selezione naturale sia causa della evoluzione delle specie, o più, in particolare, che il genoma sia causa dello sviluppo dell'organismo come preciso meccanismo biologico che garantisce la sintesi delle proteine ecc. ecc.

La mia teoria sostiene, invece, come ha chiarito Engels, che se uno schioppo si guasta, possiamo aggiustarlo perché, in  quanto lo abbiamo prodotto, conosciamo la causa del guasto. Invece, riguardo ai prodotti naturali, non siamo in grado di "aggiustare" nulla perché non esiste alcuna causa. In questo momento non ricordo se e dove Engels abbia messo a confronto, su questo tema della determinazione causale, i prodotti della natura e quelli dell'uomo.

Comunque, d'accordo con Engels sulla esistenza della causalità in relazione ai prodotti umani, ma nei processi naturali il rapporto di causa-effetto va respinto e sostituito dalla dialettica caso-necessità, che si esprime nel seguente modo: ogni complesso naturale è formato da innumerevoli singoli elementi, ma mentre il complesso è necessario, i suoi singoli elementi sono casuali. Si tratta di due sfere polarmente opposte: la sfera del caso singolo e la sfera della necessità complessiva: la prima che si rovescia nel suo opposto dialettico. Infine, questa necessità complessiva è cieca perché non esiste come conseguenza del rapporto diretto di causa ed effetto.

Alcuni motti  di Honoré de Balzac sul caso                                           

"Il caso è il più grande romanziere del mondo: per essere fecondi, non resta che studiarlo".


"Il caso è il solo sovrano legittimo dell’universo".

E ancora: Balzac ha creato personaggi che sono, o meglio rappresentano, i molteplici casi della vita individuale. Come grande romanziere non poteva che trovare la verità dei suoi personaggi nella loro sorte casuale. Anzi, egli ha "creato", soprattutto, personaggi che rappresentano casi estremi della vita individuale, sottoposta al cieco caso.

Napoleone e l'astuzia

Quanto poco l'astuzia sia connessa alle grandi imprese umane lo conferma nei fatti Napoleone che,  nei suoi "Aforismi, massime e pensieri", non ne fa neppure cenno, in questo modo dimenticandola come cosa meschina, di nessuna rilevanza. Dunque, nel bagaglio delle sue arti politiche, l'astuzia non compare.

Il solo esempio che possa assomigliare all'astuzia è dove egli descrive il suo modo di mettere alla prova gli uomini per giudicarli dalle loro reazioni: "Strapazzando un uomo, so, da come reagisce, che cosa pensare di lui. Vedo a quale tono è salita la sua anima: se colpite un bronzo con un guanto, non vi darà alcun suono; ma colpitelo con un martello e risuonerà".

Oggi tra amici e compari prevale il guanto. Il martello (nel senso di prendere martellate) è solo per chi non ha neppure un santo in Paradiso.


 

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