mercoledì 9 gennaio 2019

Boncinelli ravveduto sulla determinazione causale?

Su  Le Scienze di novembre 2014 usciva un interessante articolo dal titolo "Non prendetevela con la mamma. Il ruolo nella crescita dei figli suggerito dall'epigenetica va preso con cautela", dove, giustamente, Boncinelli scriveva: "L'essere umano ha sempre bisogno di trovare nessi causali e spiegazioni anche laddove non esistono, e individua conseguentemente un capro espiatorio, perché non riesce  ad accettare l'idea che qualcosa sia accaduto per combinazione oppure per motivi al momento sconosciuti". E, come esempio portava l'idea circolata allora che l'autismo fosse dovuto alle vaccinazioni.

Il passo che segue è degno di attenzione perché se si ammette che gli individui sono influenzabili dalle madri, ma anche dai parenti, dalla società, ecc. tutto ciò può anche essere concepito come sfera del caso. Scriveva infatti Boncinelli: "Una particolare condotta da parte di una mamma potrebbe quindi condizionare in negativo la salute e la personalità del figlio o della figlia, senza contare che esisterà probabilmente anche un padre, dei nonni -sia dal punto di vista dei geni che del comportamento- una cerchia di parenti e amici, la società in generale, e soprattutto le combinazione casuali della vita, interna ed esterna, di questa persona". 

Non si può non essere d'accordo: in effetti ogni singolo individuo è soggetto al caso interno sia biologico, i geni ricevuti dai parenti, sia sociale, l'educazione che parte dai genitori, ecc, e ancora è soggetto al caso esterno, quello relativo agli eventi della vita in generale e in particolare: questo è il caso (l'insieme di combinazioni casuali) che fa sì che ciascuno sia soggetto a cieche necessità da nessuno volute. Ma, nonostante questo, anzi proprio per questo, non si possono trovare determinazioni di causa ed effetto.

Come ricordava Boncinelli: "è osservazione molto comune che fratelli esposti essenzialmente alle stesse condizioni possono sviluppare personalità e condotte molto diverse". Anche perché nessuno riceve, esattamente,  gli stessi condizionamenti sociali.

Insomma, per concludere queste brevi considerazioni: nel 2014, Boncinelli sembrava essere approdato a una visione che ammetteva il caso individuale, senza però mostrare come esso andasse connesso alla cieca necessità. Comunque, a scanso di equivoci, proporrò a breve un lungo post che metterà a confronto Boncinelli con Steven Rose in relazione al rapporto diretto di causa-effetto o indiretto di caso e necessità.

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