sabato 21 settembre 2019

L'attuale confusione della politica italiana

Devo ammetterlo, da tempo, la politica nazionale italiana non attira più il mio interesse, anche se, attualmente, sta facendo di tutto per attirare l'attenzione, persino, dei più noncuranti. Però, nel frattempo, mi sono ritrovato tra le mani il libro di Valerio Castronovo dal titolo "L'anomalia italiana" (Maggio 2018), e mi è preso il ghiribizzzo di confrontare le sue tesi con gli avvenimenti attuali: soprattutto, con l'ultima mossa di Matteo Renzi o, piuttosto, dovrei dire con la sua ultima serie di mosse, poste in atto allo scopo di condizionare l'attuale politica italiana che ondeggia a destra e a manca.

Partiamo dal capitolo 31, dal titolo "Di nuovo in alto mare". Per non  farla troppo lunga riportiamo, soltanto, questo passo molto significativo, anche per il tempo attuale, dove si è riproposto in altra forma il desiderio renziano di "comandare" sulla politica italiana: "L'idea che Renzi mirasse... ad acquistare un ruolo nell'ambito della sinistra e nelle file  assolutamente preminente, da "uomo solo al comando", era valsa a coalizzare contro di lui sia gli oppositori del centro destra (...) sia quanti, nell'ambito della sinistra e nelle file dello stesso Pd, dissentivano dai suoi orientamenti, in quanto considerati unilaterali e tendenti a soverchiare le minoranze interne.

Sappiamo come è andata a finire. Scrive Castronovo: "Al giovane politico, che nel 2013 si era affacciato sulla scena nazionale con un'immagine e un messaggio in gran parte nuovi, e che per tre anni aveva diretto il governo con risolutezza, non era rimasto perciò, all'indomani della bocciatura del progetto di riforma costituzionale, che rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio, nonostante il capo dello Stato avesse provato a dissuaderlo."

Per arrivare alle conclusioni di un periodo che aveva interrotto il cammino di Renzi nella direzione da lui voluta, vediamo che cosa scrive Castronovo: "era naufragato il suo progetto di fare del Partito democratico, con la sua marcata impronta personale, una forza di governo in grado di collocarsi al centro del sistema politico e di mediare gli interessi e le istanze delle diverse componenti della società italiana". "D'altronde egli avrebbe dovuto adesso fare i conti, innanzitutto, col proprio partito in cui numerosi erano i suoi antagonisti, fra quelli a cui non andavano giù la sua disinvoltura e il suo egocentrismo, e quelli che diffidavano di un leader che consideravano, per le sue concezioni ideologiche e il suo stile di governo, più un uomo incline verso posizioni centriste (se non tendenzialmente di destra) che di sinistra".

Per concludere queste brevi considerazioni, possiamo interpretare la recente manovra di Renzi, principalmente, nel senso che egli ritiene d'essere ancora troppo giovane per abbandonare la partita e quindi di arrendersi alla sconfitta; e i suoi avversari, sia di destra che di sinistra, sono ancora abbastanza giovani per mirare alla vittoria temendo, comunque, di inciampare nella sconfitta. E forse  questo è il motivo per il quale tutti i nuovi protagonisti dell'attuale momento storico sono impegnati ad autoadularsi in una misura mai vista prima nella storia della politica italiana del dopoguerra. E "Porta a porta" di Bruno Vespa li attende tutti a braccia aperte!

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