martedì 5 novembre 2019

"Come la materia diventa mente" secondo la teoria delle reti

Questo è il titolo di un articolo pubblicato sulla rivista "le Scienze" del mese di Ottobre 2019. Il cui sottotitolo è "Una nuova disciplina descrive come emerge l'attività mentale di interazioni ben orchestrate tra aree cerebrali differenti". Già la mente di per sè è complicata e viene studiata da secoli senza risultati apprezzabili. Perciò sono scettico di fronte al sorgere di una nuova disciplina che descriva come emerga l'attività mentale.

L'introduzione dell'articolo prende in considerazione, nella seguente maniera: "Le reti (che) pervadono la nostra vita. Ogni giorno usiamo reti intricate di strade, ferrovie, rotte marittime e vie aeree solcate da voli commerciali. Ed esistono anche oltre la nostra esperienza diretta. Basti pensare al web, alla rete eletttrica e all'universo, di cui la Via Lattea è un nodo infinitesimale in una rete di galassie apparentemente ifinita. Eppure, pochi di questi sistemi di connessione interattive eguagliano per complessità quello che si trova nella nostra testa."

Ora comprendo perchè ci sia tanta stupidità attorno a me e anche molto lontano da me: non tutti possono dedicare il tempo che ho dedicato alla conoscenza, ma se lo fanno, poi, come in questo articolo di Le scienze, allora, penso proprio che la stupidità umana sia una malattia incurabile. E tenterò di dimostrarlo.

Partiamo da un paio di riquadri che ricalcano come sintesi brevi, ma di "spessore", i seguenti concetti "I cervelli sono gigantesche orchestre di neuroni che si attivano insieme secondo schemi molto specifici"- Aggiungerò: "frammischiati" a schemi erronei e mal concepiti. Il secondo riquadro dice:"I moduli sincronizzati del cervello formano la vostra identità e contribuiscono a conservarla nel tempo". Aggiungerò per ironia: ma l'identità degli autori come si è formata? Proverò a immaginarlo seguendo l'articolo.

Innanzi tutto comincerò da "La musica della mente" grazie alla quale gli autori pensano di poter fare le seguenti considerazioni: "Se da un lato è utile capire come l'amigdala contribuisce a elaborare le emozioni, dall'altro è vitale capire come un violino genera suoni acuti. Eppure, persino una lista completa delle regioni cerebrali e delle loro funzioni -la visione, il movimento, le emozioni e così via- non ci racconta in che modo il cervello funziona realmente, come, del resto, un elenco di strumenti non ci dà la ricetta dell'Eroica di Beethoven."

"Gli esperti di neuroscienza delle reti stanno venendo a capo di questi misteri esaminando in che modo ciascuna regione cerebrale è inclusa in una rete più ampia di altre regioni, e creando la mappa delle connessioni tra esse per studiare in che modo ciascuna è inclusa in quella grande rete integrale che è il cervello.

Ci sono due impostazioni principali. Primo, esaminare la connettività strutturale cattura gli strumenti dell'orchestra cerebrale. E' il mezzo fisico per produrre la musica e la strumentazione unica di un particolare brano musicale vincola ciò che può essere suonato. Gli strumenti sono importanti, ma non sono la musica. In  altre parole, come un insieme di strumenti non è la musica, così un complesso di cavi non rappresenta il funzionamento del cervello".

Il confronto dimentica, però, che per suonare buona musica occorre aver trascorso molte ore giornaliere, per molti anni, a suonare strumenti musicali, e che per far funzionare un cervello esprimendo frasi intelligenti occorre aver trascorso e continuare a trascorrere molto tempo a studiare libri, a riflettere e a scrivere.

E il parallelismo si ferma qui perché, volendo continuare, si può perdere la tramontana come è capitato agli autori di questo articolo, che hanno paragonato i cervelli viventi a gigantesche orchestre. Ma se la maggioranza delle persone non sa neppure che cosa sia, anche solo, una direzione orchestrale, allo stesso modo non sa neppure che cosa sia la riflessione concettuale. Il paradosso, però, è che i direttori d'orchestra lavorano sulla musica ad alto livello per decine di anni, e sono pochi, mentre i cervelli umani che esibiscono i propri concetti, le proprie conoscenze, studiano poco e sono veramente troppi.

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