martedì 4 aprile 2017

La questione dei meccanismi in natura

Il messaggio dell'autodidatta è questo, chiaro e netto: "Scienziati, non offendete la natura con i vostri meccanismi. La natura produce fenomeni e processi, non  meccanismi".  Il problema dei prodotti naturali, tra i quali soprattutto la specie umana è il seguente: "Possono essere chiamati meccanismi? oppure devono essere chiamati con un altro termine che li distingua dai prodotti della fabbricazione umana?"
  
Nel linguaggio scientifico, senza alcun distinguo, soprattutto tra i biologi, il termine meccanismo ha, ormai, soppiantato qualsiasi altro vocabolo, dando ad intendere, o meglio, facendo credere che i prodotti naturali siano analoghi a quelli artificiali. E così, a ogni piè sospinto, i biologi parlano di nuovi e vecchi meccanismi.

Avendo deciso oggi di procurarmi "Le Scienze"  Aprile 2017,  rivista che non leggo da alcuni anni, ho potuto confermare la mia tesi sui fittizi meccanismi biologici tirati sempre in ballo ad ogni questione irrisolta.


Come i lettori di questa rivista scientifica sanno, tra le prime pagine di "Le Scienze", si fronteggiano, ovvero stanno di fronte l'una all'altra le due faccette, quella di Pievani nella pagina di sinistra e quella di Boncinelli nella pagina di destra. Nelle "Scienze" di Aprile 2017 si fronteggiano, a sinistra, Pievani con il suo contributo "Il pendolo delle specie", e, a destra, Boncinelli con il suo contributo "Una riparazione imperfetta".

Cominciamo da Boncinelli, con una premessa però: qui non si tratta di stabilire il valore delle sue affermazioni, qui si tratta di stabilire se in natura abbiamo a che fare con dei meccanismi oppure no. Parlando delle malattie neurodegenerative Boncinelli si dimostra preoccupato per un motivo preciso che sono incurabili perché "non se ne conoscono nè cause né ragioni della tragica progressione", anche se recentemente sarebbe "emerso un comune denominatore per molte di loro, da individuare in un imperfetto meccanismo di riparazione dei danni presenti nella molecola del DNA delle cellule (...)"

A mio avviso, questo tipo di giustificazioni è completamente fuori luogo, perché presuppone una concezione del DNA come meccanismo. E in quanto meccanismo presuppone la possibilità e la necessità di "meccanismi di riparazione". Boncinelli parla della "riparazione del DNA". Indipendentemente da altre sue affermazioni, è di importanza fondamentale capire che per lui si tratta principalmente di sottolineare "l'importanza dei meccanismi di riparazione del DNA, poco appariscenti quando funzionano alla perfezione, ma fondamentali in tutte le cellule per l'intera vita, e soprattutto nell'età avanzata, quando si sono accumulati molti danni sul DNA e molti meccanismi di correzione cominciano a essere un pò difettosi".

Il linguagggio di quest'ultima considerazione conferma che Boncinelli è proprio convinto dell'esistenza di reali meccanismi di riparazione dai quali ottenere "risultati certi e riproducibili anche in questo disgraziatissimo paese che va dietro alle fanafaluche più assurde".

E adesso vediamo se il suo dirimpettaio, Pievani, sta alla larga dalle, o contribuisce alle, "fanfaluche più assurde". Pievani intitola il suo contributo "Il pendolo delle specie". Non abbiamo tempo da perdere con le metafore, perciò concretamente che cosa intende? La risposta che dà è la seguente: "Una molteplicità di meccanismi spiega l'insorgere dell'isolamento produttivo: ostacoli meccanici, comportamentali e genetici all'accoppiamento; ridotta sopravvivenza o fertilità degli ibridi. Così un insieme di fattori microevolutivi (all'interno delle popolazioni) causa un fenomeno macroevolutivo, cioè la nascita di una nuova specie o di un gruppo di specie."

Come si vede anche Pievani, come Boncinelli,  segue la linea editoriale di Le Scienze, che unisce tutti i meccanicisti sul fondamento del principio di causa-effetto: e cioè concepire la natura come un grande meccanismo composto di meccanismi di meccanismi... sottoposti a qualche causa. Questa linea, del resto, rappresenta da tempo l'errore di fondo delle scienze umane. Un errore che dipende dalla potenza dei meccanismi creati dall'uomo, meccanismi d'ogni genere e specie, ma soprattuto del genere e della specie militare.

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