lunedì 3 aprile 2017

Boncinelli: l'inguaribile riduzionista assoluto

Per farsi un'idea delle convinzioni riduzionistiche, affermate con molta decisione da Boncinelli nella sua rubrica "Appunti di laboratorio" scritta per i numeri mensili di "Le Scienze", in questo blog uscirà una breve serie di post critici, iniziando oggi dal numero di Aprile 2010.

"MicroRNA. Piccoli ma potenti"

Dove Boncinelli si domanda: "Che cosa succede alla cellula che cessa di essere staminale?" E risponde "Ovviamente (sic!) si attiva un programma genetico specifico. Ma quali sono i determinanti di questo processo e i meccanismi di attuazione? Stiamo appena cominciando a capire tutto questo, ma sembra che un ruolo rilevante lo svolgano piccolissimi RNA, chiamati microRNA (miRNA), che non codificano per proteine ma regolano l'espressione dei geni più convenzionali e la traduzione delle proteine corrispondenti".

Dopo questa spiegazione meccanicistica riduzionistica, Boncinelli prende in considerazione le cellule staminali pluripotenti (ESC) che si trovano precocissime nell'embrione, e le cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), scoperte di recente, nel senso di essere riusciti a crearle. Quindi scrive: "Il differenziamento delle cellule staminali embrionali ESC e il passaggio delle cellule adulte a staminali pluripotenti indotte iPSC sono quindi due fenomeni complementari: nel primo si può osservare il passaggio da cellule staminali a cellule differenziate, nel secondo il passaggio opposto". Da ciò conseguirebbe che "Nel complesso quindi questi due eventi ci offrono un'opportunità unica per studiare la natura più profonda della "staminalità", osservando l'entrata delle cellule staminali nello stato differenziato o viceversa l'uscita dallo stesso per entrare nello stato staminale".


"Si osserva così che i microRNA della famiglia let-7 sono essenziali per l'uscita dal ciclo di autoriproduzione delle cellule staminali, mentre i microRNA della famiglia ESCC hanno l'effetto opposto: favoriscono il mantenimento della staminalità o un suo eventale nuovo sviluppo".  L'affermazione dei microRNA è stata enorme: "In pochi anni questi piccolissimi RNA hanno invaso praticamente tutti i campi de.lla regolazione della cellule, normale e patologica, per esempio cancerosa". Quindi, conclude: "Dallo scontro di queste due famiglie di microRNA dipende lo stato della cellula, che può  essere spinto nella direzione della staminalità oppure nella direzione opposta. Questo risultato ha risvolti teorici enormi, e ci auguriamo che possa aver presto anche interessanti applicazioni pratiche".

Un solo punto riesce di difficile comprensione per l'autodidatta: perchè Boncinelli non ha sottolineato che il passaggio da cellule staminali a cellule differenziate è un processo naturale fondamentale nell'economia complessiva dello sviluppo dell'organismo, mentre l'inverso, il passaggio da cellule differenziate a cellule staminali non avviene in natura, ma è qualcosa che interessa il biologo perché pretende di ottenerlo, per i suoi scopi, in maniera artificiale? Occorre ben distinguere i due processi, perché quello naturale ha le sue modalità che, come abbiamo visto, sono molte dispendiose, mentre quello artificiale, può imporre un risparmio artificioso che, nell'attività sperimentale, va incontro, però, a grossi fallimenti.

"Le Scienze" di Ottobre 2010 

Qui, Boncinelli, forse, dopo qualche tirata di orecchie da parte dei sostenitori della complessità, riesce a mettere d'accordo tutto con il suo contrario. Prima riafferma il principio cartesiano ma lo combina con una pretesa complessità galileiana. "Le spiegazioni della scienza hanno anche la caratteristica di essere di natura riduzionistica, mirano cioè a spiegare eventi complessi scomponendoli nelle loro componenti elementari. Il mondo è complesso in sostanza, ma noi abbiamo la chiave (sic!) per penetrare la complessità, chiave che è poi quella stessa di Galileo, e che consiste di una giusta combinazione di "certe dimostrazioni" e di "sensate esperienze"."

Dopo questa semplicistica predilezione di concezioni sorte agli albori della "Scienza nova", Boncinelli fa una seconda considerazione relativa al fatto che geni, proteine, ecc. non sanno quello che fanno: "non sanno niente del loro ruolo". Complimenti: si sentiva proprio il bisogno di una simile precisazione! Che, comunque, riflette una non troppo celata delusione riduzionistica.

Infine: "Una terza, fondamentale, considerazione riguarda l'esistenza di prodotti genici diffusibili: sono sintetizzati in un gruppo di cellule ma possono spandersi fino a raggiungerne diverse altre". Ciò renderebbe ragione della diversità tra persone geneticamente imparentate. E dopo qualche altra osservazione di questo genere, ecco la sorpresa della terza considerazione di Boncinelli: "... a forgiare le caratterisitiche di un individuo contribuiscono sia componenti genetiche sia ambientali, ma anche il puro caso".

Da non crederci, Boncinelli accetta il puro caso, attribuendolo all'evoluzione! Ma non cantiamo facile vittoria: l'incoerenza logica di un sostenitore del senso comune, di un detrattore della teoria della conoscenza, si manifesta subito nella combinazione del caso con il meccanismo, proprio alla maniera di Monod: "L'evoluzionismo insomma è tutto un gioco casuale di meccanismi e contromeccanismi che si avvicendano e subentrano gli uni agli altri: non solo manca di un progetto, ma anche di una logica. Per fortuna, altrimenti non ci saremmo mai stati".

Ma se il progetto, effettivamente, non esiste, la logica della nostra presenza su questa terra può essere solo la "logica" del "Cigno nero" di Taleb: si tratta, cioè, di un caso eccezionale, reso possibile da grandi numeri di sistemi solari e di pianeti nel cosmo. Il caso cioè si rovescia nella cieca necessità della rarità statistica. A questo né Boncinelli, oggi, né Monod, ieri, hanno pensato...  ci voleva un autodidatta, isolato dal mondo, a comprenderlo!

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