mercoledì 9 luglio 2014

Motti, aforismi e massime d'autore. Montaigne (1533-1592)

[Per molti sono iniziate le vacanze. Perciò, proponiamo qualcosa di leggero, ma non troppo, su cui riflettere sotto l'ombrellone]

Dal "Dizionario della saggezza"   di Montaigne                              

"Deificazioni. Le cose che conosciamo meno si adattano più delle altre ad essere deificate. Perciò aver creato degli dèi a nostra somiglianza, come è avvenuto nell'antichità, va molto al di là dell'estrema debolezza umana... Aver costruito dèi tenendo come modello la nostra condizione, della quale dovremmo conoscere la fallacia, aver attribuito loro desideri, ire, vendette, matrimoni, accoppiamenti e parentele, amori e gelosie... le nostre cupidigie e i nostri piaceri, è veramente il prodotto di una eccezionale ubriacatura dell'intelletto umano"

 "E' difficile nelle azioni umane stabilire una regola tanto giusta, basata sulla ragione, sulla quale il caso non vi faccia pesare il suo diritto". 

E sull'incertezza dovuta al caso: "Gli uomini, anche quando la sorte faccia loro buon viso, non possono definirsi felici finché non sono giunti all'ultimo giorno della loro vita, per l'incertezza e la variabilità delle cose umane, che con lievissimo movimento possono mutare da una condizione a un'altra totalmente diversa".  

"Chiunque ricerca qualcosa, finisce per arrivare a questo punto. O dice che l'ha trovata, o che non si può trovare, o che ne è ancora in cerca. Tutta la filosofia è divisa in questi tre filoni".

"E' la sorte che ci accorda la gloria secondo i suoi criteri sconsiderati. Io l'ho vista non di rado precedere il merito e spesso andare di gran lunga oltre di esso. Colui che per primo colse la similitudine tra l'assurdo e la gloria ebbe un'intuizione migliore di quel che pensasse".

"In una battaglia in cui diecimila uomini rimangono storpiati e uccisi, si finisce per parlare solo di una quindicina di essi".

"Gli uomini, secondo un antico detto greco, sono torturati più dalle opinioni che essi hanno sulle cose che dalle cose stesse".

"La lettura costeggia tutto il percorso della mia vita e mi è di conforto dovunque. Mi consola della vecchiaia e nella solitudine. Rende più leggero il peso di un ozio noioso e mi libera in qualunque momento delle compagnie fastidiose. Se il dolore non è eccessivo o troppo acuto lo attenua. Spesso per distogliermi da un pensiero sgradevole ricorro ai libri: finiscono facilmente per assorbire tutta la mia attenzione e mi sottraggono ad esso".

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