= GRANDI FINANZIAMENTI = GRANDI GUADAGNI = GRANDI PROFITTI!
La grande tecnologia produce "Una rete globale di idee per l'innovazione": questo è il titolo dell'indagine di "Le Scienze", dicembre 2013, su "Lo stato della scienza 2013", indagine che la redazione della rivista anticipa con un significativo contributo che citiamo qui di seguito:
"Molti di noi pensano alle invenzioni come idee che nascono dalla mente di un singolo individuo. Si tratta di una visione molto romantica ma decisamente lontana dal processo creativo che dà vita alle tecnologie che oggi plasmano il mondo, nel quale la collaborazione ha un ruolo sempre più importante: non c'è una lampadina che si accende nel cervello di una persona, ma tante lampadine, in una rete sociale di menti anche molto diverse tra loro. Oggi la connettività è sempre più pervasiva, e la possibilità di avere il contributo di scienziati e ingegneri di ogni continente ha ampliato più che mai gli orizzonti della creatività umana. Gli articoli delle pagine che seguono celebrano questa evoluzione e fanno luce su alcune sfide che comporta".
Questa presentazione della redazione ha il grave difetto di andare fuori tema, perché il vero problema della comunità scientifica non consiste nella contrapposizione tra una romantica visione del genio individuale (comunque prefabbricata dall'occidente post bellico nella figura di Einstein) e la realtà della "connettività" del lavoro di equipe internazionali, ecc. Il vero problema è quello di non sapere più distinguere tra la scienza della natura (per la quale sono utili molti ritrovati tecnologici) e la scienza della tecnologia umana (che serve sì alla scienza della natura con i suoi ritrovati, ma serve anche in altri settori dell'attività propriamente umana, guerre comprese).
Questa confusione tra scienza naturale e scienza artificiale-tecnologica comporta una conseguenza teorica funesta, della quale neppure i teorici della conoscenza riescono a comprendere: si tratta dell'attribuzione ai processi naturali di artifici specifici della tecnologia prodotta dall'uomo. E la principale attribuzione teorica, che questo blog denuncia continuamente, è il concetto di meccanismo e il conseguente concetto di determinismo riduzionistico, i quali valgono nelle sperimentazioni tecnologiche ma portano fuori strada nelle sperimentazioni sui processi naturali, sebbene eseguite con strumenti creati dall'uomo.
Nel titolo di questo post abbiamo sottolineato che la grande scienza contemporanea, specifica dell'era della globalizzazione, è diventata praticamente sinonimo di grande tecnologia, la quale a sua volta consiste in grandi finanziamenti (un esempio per tutti: LHC), i quali forniscono grandi guadagni e, infine, grandi profitti, entrambi necessari alla sopravvivenza del vecchio capitalismo.
Ma, pur considerando i contenuti economico-politici, nella nostra critica all'indagine di "Le Scienze", sullo stato della scienza 2013, occorre sottolineare l'evidente confusione tra la scienza della natura e la scienza della tecnologia: confusione visibile soprattutto quando si mettono a confronto le certezze che possiamo pretendere nella fabbricazione e nella cura delle nostre tecnologie e l'incertezza che invece ci impongono i processi naturali. In sostanza, è la differenza che passa tra i chiari meccanismi prodotti dall'uomo e i ciechi processi naturali, che troppo spesso gli scienziati confondono tra loro portando fuori strada la comunità scientifica.
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