Già nel titolo "Prove tecniche di trasmissione", Boncinelli manifesta una impostazione meccanicistica. Poi, prendendo in considerazione l'inizio della formazione degli occhi e della vista nell'uomo, osserva: "Gli occhi sono ancora incompleti, e comunque rigorosamente chiusi. Quindi non potrebbero inviare nessun segnale di tipo visivo: ma lo fanno inviando pseudosegnali visivi di natura elettrica ai corrispondenti centri cerebrali".
Insomma, all'origine della vista ci deve essere una preparazione che per Boncinelli avrebbe una doppia finalità meccanicistica: metaforicamente si tratterebbe di "una sorta di proiezione cinematografica interna in attesa del vero e proprio spettacolo della vita, che non potrebbe aver luogo se non fosse stato preceduto a tempo debito dalla proiezione precoce".
Insomma, all'origine della vista ci deve essere una preparazione che per Boncinelli avrebbe una doppia finalità meccanicistica: metaforicamente si tratterebbe di "una sorta di proiezione cinematografica interna in attesa del vero e proprio spettacolo della vita, che non potrebbe aver luogo se non fosse stato preceduto a tempo debito dalla proiezione precoce".
Dopo questa osservazione, Boncinelli conclude appellandosi a una metafora, tratta dal sommo poeta: "La natura, in sostanza, non riposa mai. Le nostre cellule e i nostri tessuti sono sempre in attività: per preparare, per eseguire, per rattoppare, recuparare e mettere in ordine a cose fatte, un pò come succede secondo Dante "ne l'arzanà de' Viniziani", l'arsenale navale di Venezia: "chi fa suo legno novo e chi ristoppa/ lo coste a quel che più viaggi fece;/ chi ribatte da proda e chi a poppa;/ altri fa remi e altri volge sarte;/ chi terzeruolo e artimon rintoppa"."
Se volevamo un'ulteriore prova del pensiero deterministico-riduzionistico di Boncinelli, è la suddetta metafora che la conferma. Se la natura operasse come operava l'uomo "ne l'arzanà de' veneziani", non ci sarebbe alcuna differenza tra il modo di operare della natura e quello dell'uomo: la natura opererebbe, cioè finalisticamente, "per" ottenere i suoi prodotti. Perciò li fabbricherebbe con risparmio. Nella realtà, invece, come l'autore di questo blog ribadisce da tempo, inascoltato, la natura produce ciecamente e con grande dispendio. E' in questo modo che essa ha creato, nei tempi molto lunghi della evoluzione, la vista per grandi numeri di specie animali, e con la vista ha creato anche varie forme di intelligenza, animale e umana.
Se volevamo un'ulteriore prova del pensiero deterministico-riduzionistico di Boncinelli, è la suddetta metafora che la conferma. Se la natura operasse come operava l'uomo "ne l'arzanà de' veneziani", non ci sarebbe alcuna differenza tra il modo di operare della natura e quello dell'uomo: la natura opererebbe, cioè finalisticamente, "per" ottenere i suoi prodotti. Perciò li fabbricherebbe con risparmio. Nella realtà, invece, come l'autore di questo blog ribadisce da tempo, inascoltato, la natura produce ciecamente e con grande dispendio. E' in questo modo che essa ha creato, nei tempi molto lunghi della evoluzione, la vista per grandi numeri di specie animali, e con la vista ha creato anche varie forme di intelligenza, animale e umana.
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