Altrove abbiamo spiegato perché è erronea la visione della materia costituita di parti o componenti sempre più piccole. Per i fisici teorici, invece, dopo aver teorizzato i quark come costituenti ultimi, adesso è la volta dei preoni, concepiti come componenti dei quark. Come abbiamo già affermato, l'errore consiste nel fatto che il cosiddetto componente è più massivo del composto, tanto che per "trovarlo" occorre restituirgli un'energia sempre più grande: è il famigerato "difetto di massa" che dovrebbe essere chiamato più correttamente difetto di energia, perché è l'energia che si dissipa nel dar luogo al cosiddetto composto.
Ne consegue che il preone dovrebbe avere molta ma molta più energia del suo composto, il quark: energia che si è persa nel raffreddamento dell'universo e perciò è inesistente, allo stato attuale, persino nei nuclei galattici. Ora, poiché occorrerebbe recuperare un livello di energia duraturo molto elevato per vedere, per così dire, i quark liberi, che energia primordiale dovrebbe esistere per riprodurre i preoni liberi?
Ne consegue che il preone dovrebbe avere molta ma molta più energia del suo composto, il quark: energia che si è persa nel raffreddamento dell'universo e perciò è inesistente, allo stato attuale, persino nei nuclei galattici. Ora, poiché occorrerebbe recuperare un livello di energia duraturo molto elevato per vedere, per così dire, i quark liberi, che energia primordiale dovrebbe esistere per riprodurre i preoni liberi?
Ciò che si dovrebbe chiarire, una volta per tutte, è che, se l'energia ha un suo massimo (supposto che sia il livello della cosiddetta massa di Planck), i processi umani, ossia i processi fisici riprodotti con energie possibili sulla terra, saranno sempre troppo, troppo lontani da quel livello massimo. Ma ciò che conta scientificamente non è raggiungere l'impossibile particella ultima coincidente con la massa di Planck, l'importante è comprendere l'evoluzione del cosmo scandita dalla dialettica repulsione-attrazione. Tutto il resto è solo una patina di bugie interessate, prodotte da fisici teorici che non sanno come giustificare economicamente la loro attività in luoghi come Fermilab o LHC.
Nella "Dialettica della natura", Engels affermò: "La repulsione è il lato propriamente attivo del movimento, l'attrazione quello passivo". Se poi consideriamo che, seguendo Hegel, egli concepì la repulsione come originaria e l'attrazione come successiva, e se, infine, consideriamo che l'universo inizia con il big bang, ossia con una condizione di incommensurabile energia repulsiva, ne consegue che l'attrazione gravitazionale può essere solo la conseguenza di una privazione: la materia si attrae gravitazionalmente soltanto grazie alla cospicua perdita di energia repulsiva originaria.
Dunque il "collante" gravitazionale non è altro che una perdita: l'attrazione è fisicamente l'opposto polare della repulsione, ed esiste proprio perché l'energia originaria ha la tendenza di andare sprecata in forma di calore. L'energia si spreca lasciando un "vuoto" attorno a sé, vuoto che è "riempito" dalla gravitazione. Ma il senso comune non riesce a comprendere questa realtà, non riesce a farsene una ragione.
Un modo di esprimere intuitivamente la cosa, potrebbe essere l'esempio del "vuoto spinto" realizzato tra due sfere di acciaio che neppure due pariglie di cavalli riuscirono, in un famoso esperimento, a separare. Ma in natura si può trovare un esempio migliore, reale: è il "buco nero", creato dalla massima perdita di energia di un grande corpo cosmico collassato. L'energia perduta nel collasso (circa il 50% della massa originaria) lascia il posto a una materia informe fortemente addensata e con un elevatissimo momento angolare.
Nella "Dialettica della natura", Engels affermò: "La repulsione è il lato propriamente attivo del movimento, l'attrazione quello passivo". Se poi consideriamo che, seguendo Hegel, egli concepì la repulsione come originaria e l'attrazione come successiva, e se, infine, consideriamo che l'universo inizia con il big bang, ossia con una condizione di incommensurabile energia repulsiva, ne consegue che l'attrazione gravitazionale può essere solo la conseguenza di una privazione: la materia si attrae gravitazionalmente soltanto grazie alla cospicua perdita di energia repulsiva originaria.
Dunque il "collante" gravitazionale non è altro che una perdita: l'attrazione è fisicamente l'opposto polare della repulsione, ed esiste proprio perché l'energia originaria ha la tendenza di andare sprecata in forma di calore. L'energia si spreca lasciando un "vuoto" attorno a sé, vuoto che è "riempito" dalla gravitazione. Ma il senso comune non riesce a comprendere questa realtà, non riesce a farsene una ragione.
Un modo di esprimere intuitivamente la cosa, potrebbe essere l'esempio del "vuoto spinto" realizzato tra due sfere di acciaio che neppure due pariglie di cavalli riuscirono, in un famoso esperimento, a separare. Ma in natura si può trovare un esempio migliore, reale: è il "buco nero", creato dalla massima perdita di energia di un grande corpo cosmico collassato. L'energia perduta nel collasso (circa il 50% della massa originaria) lascia il posto a una materia informe fortemente addensata e con un elevatissimo momento angolare.
Il termine "buco nero" rappresenta, perciò, un capovolgimento della realtà (ecco a quali conseguenze porta l'utilizzo convenzionale della matematica astratta!): esso rappresenta, infatti, il limite massimo di densità della materia, raggiungibile mediante la massima repulsione dell'energia originaria, convertitasi nel massimo movimento angolare del corpo cosmico e nella sua massima attrazione gravitazionale.
Allora, a livello di energia della repulsione originaria (big bang), che cosa possiamo pensare che ci sia? Uno stato della materia particellare o non piuttosto uno stato non concepibile in altro modo che come massima energia possibile. Del resto l'opposto polare dell'energia è la massa gravitazionale, ovvero l'opposto polare della massima repulsione è la massima gravitazione. E riguardo alla massima gravitazione dovrebbe essere chiaro a tutti che essa si manifesta nella forma del cosiddetto "buco nero". In definitiva, ciò che i fisici chiamano "buco nero" altro non è che la massima densità della materia, ottenuta con la massima cessione di energia repulsiva: la materia oscura.
Se riflettiamo bene, a questo punto si può ipotizzare che la dialettica della materia si esprima in forma di polarità estrema: ossia, nella forma di collasso assoluto cosmico di un complesso materiale che sprigioni tutta l'energia radiante possibile verso l'esterno formando al suo interno un disco di materia oscura degenerata della massima densità. La conseguenza, quindi, deve essere che in uno stesso fenomeno compare sia il massimo di energia radiante che il massimo di massa gravitazionale, cioè sia il massimo della repulsione che il massimo dell'attrazione.
E, tra questi due estremi, la restante materia del cosmo evolve in situazioni di limitate polarità dialettiche repulsione-attrazione, polarità che garantiscono l'evoluzione della materia cosmica fino alle galassie di stelle e pianeti e fino alla eccezionale presenza di vita intelligente in eccezionali, solitari, pianeti di rari sistemi "solari" nel cosmo.
Allora, a livello di energia della repulsione originaria (big bang), che cosa possiamo pensare che ci sia? Uno stato della materia particellare o non piuttosto uno stato non concepibile in altro modo che come massima energia possibile. Del resto l'opposto polare dell'energia è la massa gravitazionale, ovvero l'opposto polare della massima repulsione è la massima gravitazione. E riguardo alla massima gravitazione dovrebbe essere chiaro a tutti che essa si manifesta nella forma del cosiddetto "buco nero". In definitiva, ciò che i fisici chiamano "buco nero" altro non è che la massima densità della materia, ottenuta con la massima cessione di energia repulsiva: la materia oscura.
Se riflettiamo bene, a questo punto si può ipotizzare che la dialettica della materia si esprima in forma di polarità estrema: ossia, nella forma di collasso assoluto cosmico di un complesso materiale che sprigioni tutta l'energia radiante possibile verso l'esterno formando al suo interno un disco di materia oscura degenerata della massima densità. La conseguenza, quindi, deve essere che in uno stesso fenomeno compare sia il massimo di energia radiante che il massimo di massa gravitazionale, cioè sia il massimo della repulsione che il massimo dell'attrazione.
E, tra questi due estremi, la restante materia del cosmo evolve in situazioni di limitate polarità dialettiche repulsione-attrazione, polarità che garantiscono l'evoluzione della materia cosmica fino alle galassie di stelle e pianeti e fino alla eccezionale presenza di vita intelligente in eccezionali, solitari, pianeti di rari sistemi "solari" nel cosmo.
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