giovedì 16 gennaio 2014

I) Massa o energia oscura?

Ricaviamo da Evalyn Gates, "IL TELESCOPIO DI EINSTEIN la caccia alla materia oscura e all'energia oscura" (2009), la seguente osservazione: "La gravità, che si pensava fosse l'entità dominante alla scala dell'universo sta cedendo il controllo del cosmo a questa sostanza sconosciuta e invisibile": l'energia oscura! Ma "La materia oscura, qualunque cosa sia e ovunque si aggreghi, deforma anch'essa lo spazio che la circonda. La radiazione luminosa che si propaga nell'universo segue le pieghe di questa increspatura e descrive una traiettoria curva intorno a un oggetto massiccio, esattamente come se una lente gigantesca fosse stata collocata nello spazio. Le deformazioni nella trama dello spazio si comportano come lenti gravitazionali che deviano la luce in maniera del tutto simili a quanto fanno le lenti meno esotiche, di vetro o di plastica".

Così è sorto "un nuovo mistero: che cosa sono queste sostanze oscure che dominano il cosmo?" Se i fisici avessero dato ascolto ad Engels, avrebbero saputo da molto tempo che il cosmo è dominato soltanto dalla polarità dialettica repulsione (energia) - attrazione (gravitazione). Allora, la questione principale sarebbe stata quella di stabilire l'entità del dispendio riguardante questa polarità, ossia, quanta energia esiste originariamente e quanta va perduta rovesciandosi nel proprio opposto polare: la massa gravitazionale.

Dal 1998, i cosmologi, partendo dalla concezione dell'universo "a salire", hanno creduto di scoprire l'accelerazione dell'allontanamento delle galassie invece del loro rallentamento, e hanno creduto di poterne attribuire la causa a una pretesa energia oscura. Secondo la teoria dialettica, è invece da ritenere che, nella evoluzione del cosmo, in un universo "a scendere", siano i successivi collassi (che formano all'interno i cosiddetti buchi neri e proiettano all'esterno "schegge" di materia luminosa) ad essere responsabili di accelerazioni soltanto locali.

Gates prende in considerazione l'equazione di Einstein, composta di due termini, il primo che indica la "curvatura dello spazio", il secondo che indica il contenuto di massa e di energia, e scrive: "Se la traduciamo da simboli matematici in parole, l'equazione di Einstein diventa curvatura dello spazio-tempo* = distribuzione di materia ed energia. In termini semplici, essa afferma che lo spazio è curvato dalla materia e dall'energia, e che materia ed energia si muovono in funzione della curvatura dello spazio".

Ecco l'errore derivato dalla fittizia interpretazione matematica, ovvero dalla concezione matematica relativistica dello spazio-tempo! Così riassume l'autrice: "Oltre a essere curvo, lo spazio-tempo* è in moto (!?). Le stelle, le galassie e la materia oscura che lo deformano non stanno tranquille in posizioni fisse, si muovono costantemente: orbitano intorno ad altri oggetti, oppure collassano e si fondono in agglomerati sempre più grandi via via che l'universo si evolve [dando sempre per scontato l'universo "a salire"]. Lo spazio-tempo reagisce e adatta la propria forma, riflettendo i moti della materia e dell'energia nel proprio interno, si stira, ondeggia, rimbalza e si contrae. Quando una massa viene spostata da un punto all'altro, lo spazio-tempo circostante modifica la propria curvatura per adeguarsi a questo cambiamento".

Questa descrizione riflette molto bene come il relativismo cosmologico abbia capovolto la realtà. Lo sfondo vuoto che denominiamo spazio, nel quale la materia evolve con una durata che chiamiamo tempo, nella concezione relativistica (ristretta) si sostanzia nella forma unica di spazio-tempo apparente protagonista dell'evoluzione. La realtà dell'universo, la realtà della materia galattica che si evolve nel vuoto cosmo, viene capovolta: così ciò che evolve non è la materia nello spazio e nel tempo, ma è lo spazio-tempo come fosse qualcosa di gommoso che si stira, ondeggia, rimbalza e si contorce. Così non è più la materia che realmente si espande per il prevalere dell'energia e poi si contrae e collassa per il prevalere della gravitazione. Le proprietà della materia, capovolte, diventano proprietà dello spazio-tempo, e in duplice modo: come proprietà matematiche formali (accettabili solo quando funzionano per calcolare grandezze reali), e come proprietà sostanziali (sempre inaccettabili perché attribuiscono sostanza a chi non ce l'ha).

Marx aveva ben compreso il capovolgimento operato dalla scienza e aveva indicato come soluzione il suo rovesciamento. Dunque, anche in fisica cosmologica occorre rovesciare, ponendo in primo piano la materia (energia repulsiva e massa gravitazionale), e nello sfondo lo spazio e il tempo della evoluzione materiale. Perciò dire che "La materia e l'energia influiscono sullo spazio-tempo*, il quale a sua volta influenza la materia e l'energia, che di nuovo influiscono sullo spazio-tempo*, e così via" è un vuoto modo di dire: lo spazio e il tempo sono astrazioni che non possono essere poste sullo stesso piano della materia, realmente concepibile come dialettica energia-massa o dialettica repulsione-attrazione.

Per concludere, è vero che anche Gates prende in considerazione l'idea della fine dell'universo in un Big Crunch, ma lo fa di nuovo in forma capovolta assumendo come protagonista lo spazio-tempo relativistico per affermare che esso "cesserà di dilatarsi e inizierà invece a contrarsi a velocità sempre più elevata e fino a che l'universo imploderà nel processo opposto al Big Bang: il Big Crunch". Se, invece, rovesciamo, considerando protagonista la materia eterna e increata, ogni Big Bang è nel contempo un Big Crunch e viceversa: rappresentando entrambi l'eterna pulsazione della materia.

Detto per inciso, se la cosmologia newtoniana crollò sotto l'effetto della relatività generale, ridicolo fu che Einstein divenisse, nel Novecento, sinonimo di genio per aver sostenuto che la deviazione dei fotoni, che passano vicino al Sole, confermano non l'attrazione gravitazionale da parte del Sole, ma la "curvatura dello spazio-tempo*" da esso prodotta! (Continua)


* Come si vede, ancora un esempio di confusione tra lo spazio-tempo della relatività ristretta e il continuum quadrimensionale della relatività generale. Insomma, sembra che non ci sia fisico teorico che non confonda la relatività generale con quella ristretta. Dunque diceva bene Eddington quando affermava d'essere stato l'unico ad aver compreso la relatività generale di Einstein.
 

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