sabato 1 ottobre 2011

Quasi d'accordo con Boncinelli

Nell'ultimo numero di "Le Scienze", ottobre 2011, uscito in questi giorni, Boncinelli dichiara, come sottotitolo del suo articolo, "le reti artificiali sono più facili da controllare rispetto alle reti naturali". Potremmo essere completamente d'accordo se egli aggiungesse: i prodotti artificiali sono più controllabili perché sono meccanismi creati da noi (secondo il rapporto di causa ed effetto), mentre i prodotti naturali non sono controllabili perché sono fenomeni e processi soggetti alla dialettica di caso e necessità. Ma sarebbe pretendere troppo. Per ora accontentiamoci dell'ammissione del sottotitolo, conseguenza logica di un'altra affermazione che presto vedremo.

Boncinelli, nella sua rubrica "Appunti di laboratorio" ospitata da "Le Scienze", in questo numero ha preso in considerazione un articolo uscito di recente su "Nature", scritto a sei mani (Liu, Slotine e Barabasi), la cui prima frase da lui citata è molto illuminante: "La prova del fatto che abbiamo effettivamente compreso i meccanismi che governano un sistema naturale o tecnologico risiede nella nostra capacità di controllarlo". Questa frase, nonostante si porti dietro l'equivoco di considerare meccanismi i prodotti della natura, favorisce l'idea che essi siano meno controllabili perché più dispendiosi, rispetto ai prodotti dell'uomo più controllabili perchè più economici.

E infatti, osserva Boncinelli, non solo le reti sociali "sono molto più facili da controllare rispetto a una rete di regolazioni biologiche", ma "Più in generale, gli autori mostrano che le reti artificiali, come per esempio un circuito elettronico, sono di gran lunga più facili da controllare delle loro controparti naturali, grazie alla loro maggior densità dei nodi e alla relativa omogeneità della loro architettura. La lezione complessiva è che controllare un circuito sociale e ancor più un circuito genico è molto difficile. E questo è probabilmente da riguardare come un bene, perché così questi circuiti sono più protetti da un attacco di qualche malintenzionato, o, anche più semplicemente, dalle sfide dell'ambiente circostante".

La conseguenza di questa apprezzabile idea è che un meccanismo creato dall'uomo può anche guastarsi più spesso, perchè conoscendone la causa (essendo un nostro prodotto), possiamo facilmente aggiustarlo (oppure, al contrario, guastarlo a bella a posta), ma la vita è un bene che non si guasti tanto facilmente, altrimenti non si sarebbe evoluta per miliardi di anni, senza alcuna possibilità di essere aggiustata come un meccanismo, non esistendo a suo fondamento la determinazione di causa ed effetto.

Ma per comprendere quanto l'impostazione di Barabasi e colleghi sia vicina alla soluzione, pur non riuscendo ad agguantarla definitivamente, uscirà a giorni un post dal titolo significativo: "A un passo dalla scoperta della legge del dispendio e della eccezione statistica, e smarrrire la via", scritto dall'autore di questo blog nel 2008 come critica al libro di Barabasi, uscito nello stesso anno, con il titolo "LINK. La scienza delle reti", libro ricordato anche da Boncinelli.
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