lunedì 24 ottobre 2011

Energia repulsiva e massa attrattiva: i due opposti polari della materia in movimento

Ciò che i fisici teorici, con tutta la loro raffinatissima matematica pura, non hanno ancora compreso è che 1) l'esistenza della materia si manifesta unicamente come movimento, 2) il movimento è il fondamento della evoluzione della materia, 3) il movimento materiale evolutivo è garantito dalla polarità dialettica repulsione-attrazione, 4) la polarità repulsione-attrazione si manifesta nella forma di polarità energia - massa gravitazionale, 5) infine, il movimento repulsivo, dissipando energia, rovescia dialetticamente la repulsione in attrazione, l'energia in massa gravitazionale, e viceversa. Perciò la cosiddetta forza gravitazionale è semplicemente attrazione gravitazionale, conseguenza di una privazione, di una perdita: la dissipazione di energia repulsiva.

Che qualcosa di materialmente inesistente, come la "causa" della gravitazione, sia stata chiamata forza, e, anzi, che la forza sia stata moltiplicata in (fittizie) quattro forze fondamentali, è il lascito della fisica teorica del Novecento, che, metafisicamente, ha concepito la realtà materiale capovolta. Come conseguenza sorgono problemi insolubili: ad esempio, secondo Smolin ("L'universo senza stringhe", 2009), il problema della repulsione elettrica fra due protoni, che è molto più forte della loro attrazione gravitazionale di un fattore enorme, circa 10^38; oppure, quello della differenza cospicua delle masse delle particelle. "Per esempio l'elettrone ha un 1/1800 della massa del protone. E il bosone di Higgs, se esiste, ha una massa pari ad almeno 120 volte quella del protone".

Ma come è possibile comprendere queste differenze se "Per sintetizzare i dati, si potrebbe dire -secondo Smolin- che la fisica delle particelle sembra gerarchica più che democratica"? "Le quattro forze (!) coprono una vasta gamma di intensità, formando una gerarchia che va dal forte al debole, vale a dire dalla fisica nucleare alla gravità. Anche le varie masse formano una gerarchia: al primo posto si trova la massa di Planck, che è l'energia (...) a cui gli effetti della gravità quantistica diventano importanti".

Insomma, viene fatta passare per (fittizia) gerarchia "dal forte al debole" ciò che è la reale polarità dialettica repulsione-attrazione. Questo errore epistemologico ha tolto il senno alla fisica teorica spingendola persino ad attribuire un valore di massa alla quasi incommensurabile energia di Planck. Sembra che a nessun fisico teorico abbia mai sfiorato la mente l'idea che al massimo livello di energia, concepito da Planck (10^19 GeV), non possa esistere ancora alcuna massa e perciò alcuna gravitazione!

Del resto, a confondere la massa con l'energia identificandole, ci aveva già pensato, a suo tempo, Schrodinger, confuso dalla equivalenza matematica E=mc2, che gli aveva fatto credere di poter considerare la massa uguale all'energia, E=m, essendo c soltanto... una costante. Ma è proprio questo grande valore della costante c che distingue la repulsione dall'attrazione, che distingue l'energia dalla gravitazione. L'equivalenza scoperta da Einstein ha un valore reale perchè stabilisce un determinato rapporto tra due grandezze reali, energia e massa; ma l'una e l'altra sono entità diverse, con comportamenti polarmente opposti grazie ai quali è garantito il movimento della materia.

Come aveva perfettamente intuìto Hegel, ed Engels ha fatto notare nella "Dialettica della natura", la repulsione (energia) compare per prima e l'attrazione (massa) successivamente. Così, oggi, possiamo affermare che la massa gravitazionale deriva dalla negazione dialettica dell'energia repulsiva, come conseguenza della sua dissipazione. Quindi possiamo anche teorizzare che è la misura della dissipazione di energia a determinare l'entità dell'attrazione gravitazionale. Per questa ragione, chi scrive ha potuto ipotizzare la massima densità della materia come conseguenza del massimo dispendio di energia nei collassi gravitazionali estremi: quelli che producono i cosiddetti buchi neri.

In conclusione, quando i fisici teorici parlano di gravità quantistica o di massa di Planck, ecc, compiono il ben noto errore attribuito da Marx agli ideologi: concepire, nella propria mente, la realtà capovolta, come gli oggetti appaiono capovolti nella retina. E' in questo modo che essi vedono  un passaggio dal forte al debole, dalla massa di Planck alla gravitazione attuale, immaginando una gerarchia dal forte al debole. Occorre, perciò, rovesciare per comprendere che la realtà mostra, invece, al suo inizio (big bang) la massima manifestazione di energia radiante, la quale, dissipandosi nello spazio vuoto e freddo, crea il suo opposto polare, l'attrazione gravitazionale, che si accumula in forma di energia potenziale gravitazionale nelle masse cosmiche.

Da Smolin possiamo trarre un altro esempio di capovolgimento della realtà, quando egli riporta la nuova "ipotesi del bosone di Higgs non più elementare", immaginato "composto da un nuovo tipo di quark, diverso da quelli che costituiscono i protoni e i neutroni. Poichè agli inizi questa sembrò una soluzione "tecnica" al problema, tali quark vennero chiamati techniquark. A tenerli insieme è un nuovo tipo di forza, simile all'interazione nucleare forte che tiene insieme i quark nei protoni e nei neutroni. Poiché la forza nella cromodinamica quantistica a volta è detta "colore", la nuova forza, ovviamente si chiama technicolor (sic!)".

Come si vede, in questo modo convenzionale e fittizio, tutto può essere teorizzato. Del resto, ciò che i fisici hanno chiamato erroneamente "forza" ha cambiato spesso foggia nel corso dei secoli, ma ogni volta essa ha mantenuto lo stesso capovolgimento che occorre rovesciare. Insomma, non esiste, nella materia cosmica, qualcosa che possa esistere come essenza fisica reale chiamata forza. Esiste, invece, un'attrazione della materia, attrazione che si manifesta come conseguenza di una mancanza: la perdita di una essenza fisica reale chiamata  energia.

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Scritto nel 2010

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