venerdì 29 luglio 2011

Il riduzionismo sul rapporto parte-tutto

Quando si prende in considerazione un fenomeno come un tutto, e poi si prende in considerazione un suo elemento costituente considerandolo a sua volta come un tutto, il fenomeno che si stava indagando scompare: per ogni fenomeno esiste, infatti, una specifica relazione tra la totalità e le sue parti costituenti, ossia tra il complesso e i suoi singoli elementi.

Ma il riduzionismo ha sempre preso un'altra strada. Ad esempio, nella divisibilità della materia, "Una cosa una volta è presa come un tutto, poi si passa alla determinazione delle sue parti; questa determinazione viene quindi dimenticata, e ciò che era parte viene considerato come un tutto; poi si ha di nuovo la determinazione della parte, ecc., all'infinito" (Hegel, "Enciclopedia").

Ciò di cui i riduzionisti non si sono mai resi perfettamente conto è che, quando si indaga su un dato fenomeno, non si può cambiare il rapporto parte-tutto, pretendendo separare la parte considerandola un altro tutto, perchè in tal caso quel fenomeno scompare dalla nostra indagine, mentre compare un altro fenomeno, quello "sottostante".

Ad esempio, la pressione di un gas dipende dalle sue numerosissime molecole; ma, se si prende la singola molecola come un tutto da indagare, quel fenomeno scompare, mentre compare, ad esempio, il fenomeno della liberazione degli atomi dalla molecola per un incremento di energia ricevuta dall'esterno: cosa questa che non ha nulla a che fare con la pressione del gas, ma con i cosiddetti legami molecolari e la loro rottura.
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