Si potrebbe dire che il neoempirismo logico si è fatto beffe delle difficili, serie questioni delle scienze naturali e sociali, negandole come "pseudo-problemi" o come "logicamente vuote", perché non è stato capace di risolverle e neppure di sopportarle.
Così ha trattato seriamente soltanto le bazzecole confermando un aforisma di Vauvernagues: "Quelli che deridono le inclinazioni serie amano poi seriamente le bazzecole", e un altro di Oscar Wild: "Il mondo rise sempre delle proprie tragedie, perché non vi era altro mezzo per sopportarle. Di conseguenza, quelle questioni che il mondo ha trattato seriamente, appartengono al lato comico della vita".
Però non è il mondo della specie umana che ride delle proprie tragedie e tratta seriamente il lato comico della vita, ma un determinato "mondo", quello al quale appartengono i filosofi astratti e i logici matematici, metafisici, fatui, superficiali e presuntuosi.
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Nota tratta da "Il caso e la necessità - L'enigma svelato - Volume primo Teoria della conoscenza" (1993-2002) Inedito