domenica 25 luglio 2010

Kuhn: paradigmi per risolvere rompicapi, il piccolo cabotaggio della scienza

Dobbiamo ad un sociologo della scienza, T.S. Kuhn, una nuova concezione della teoria scientifica che ha avuto molto credito negli ultimi decenni: si tratta della concezione dei "paradigmi", esposta in "La struttura delle rivoluzioni scientifiche" nel 1962. L'autore fu costretto in seguito ad aggiungere un proscritto (1969) (per rispondere a critiche e a richieste di chiarimenti sul concetto di paradigma), nel quale fornì la seguente definizione: "Il termine di paradigma è utilizzato in due sensi": 1) "Da un lato, esso rappresenta l'intera costellazione di credenze, valori, tecniche, e così via, condivisi dai membri di una comunità". 2) "Dall'altro esso denota una sorta di elemento di quella costellazione, le concrete soluzioni-di-rompicapi che, usate come modelli o come esempi, possono sostituire regole esplicite come base per la soluzione dei rimanenti rompicapi della scienza normale".

Kuhn abbassa la teoria scientifica a livello di regole per risolvere "rompicapi", chiamate, in questo senso particolare, col nuovo termine di "paradigmi". Ma lo stesso nome serve a denotare qualcosa di più generico come "credenze, valori, tecniche". Per capire come egli sia giunto a questo risultato bisogna prendere in considerazione il suo punto di partenza, costituito da gruppi di scienziati specialisti, chiusi nel proprio particolare settore, che egli concepisce sociologicamente come comunità scientifiche legate a particolari paradigmi. In queste comunità, dice Kuhn, avviene una specie di selezione, fino al prevalere di una scuola: "Quest'ultima è generalmente esoterica e indirizzata alla soluzione di rompicapi, giacché l'attività di un gruppo può aver luogo soltanto quando i suoi membri assumono certi fondamenti del loro campo".

In questo modo Kuhn teorizza e giustifica, con il termine di paradigma, la situazione attuale, dominata da uno specialismo esasperato; in altre parole egli legittima una scienza di piccolo cabotaggio, per la quale, dato un paradigma e dati dei rompicapi, (la cui soluzione deriva dal paradigma stesso), non si tratta d'altro che di bravura; solo lo scienziato veramente abile riuscirà a trovare la soluzione, e chi non ci riesce è solo "un povero artigiano che dà colpa ai suoi strumenti".

Ma la scienza in questo modo viene ad essere una moderna torre di Babele, perché numerosi sono i piccoli gruppi di scienziati divisi tra loro dai diversi "paradigmi". Sorge, perciò, un doppio problema quello della comprensione e della persuasione reciproca: se ogni gruppo comprende soltanto il proprio paradigma, il proprio linguaggio esoterico, "come possono persino sperare di parlarsi, e, tanto meno, di essere persuasivi?", si chiede Kuhn, che aggiunge: "Persuadere un'altra persona equivale, presumo, a convincerla che il proprio punto di vista è superiore e deve pertanto soppiantare quello dell'altro". Ma questa possibilità di persuasione è impedita dal fatto che "per la maggior parte della gente la traduzione appare un processo minaccioso, ed è interamente estranea alla scienza normale". Perciò, nei periodi di "scienza normale", ogni gruppo va per la sua strada, senza poter sperare d'essere compreso, e quindi di poter persuadere. Ognuno conosce solo la propria lingua, ossia solo il proprio paradigma.

Di fronte a una simile situazione, Kuhn nega persino la possibilità di uno studio critico dei paradigmi altrui, perché secondo lui, tutto si riduce, al fatto che tutti si trovano nella stessa condizione: per comprendere un paradigma estraneo al proprio non è sufficiente una semplice traduzione, occorre "naturalizzarsi nel nuovo linguaggio", bisogna pensare e operare in esso. In questo modo, tutte le diverse concezioni o paradigmi della scienza vengono posti da Kuhn sullo stesso piano di parità, con eguale diritto all'esistenza. Così se consideriamo le teorie cosmologiche di Aristotele, Newton ed Einstein, si può dire soltanto che se Newton rappresenta un progresso su Aristotele, ed Einstein un progresso su Newton, ciò riguarda soltanto gli "strumenti per risolvere rompicapi".

Con questa piatta e banale concezione, che si avvale di due soli striminziti concetti: il paradigma e il rompicapo da risolvere, Kuhn chiude l'epoca delle grandi concezioni teoriche e apre quella del piccolo cabotaggio della scienza, funzionale al pluralismo democratico delle teorie scientifiche.

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Tratto da "Caso e necessità - L'enigma svelato" -  Volume primo  Teoria della conoscenza" (1993-2002) Inedito

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