lunedì 12 luglio 2010

L'oggetto della conoscenza scientifica: l'individuo complessivo

Le principali questioni teoriche delle scienze della natura richiamano alla mente analoghi problemi di altri campi della conoscenza. La principale domanda, la cui errata risposta sta alla base di ogni difficile e irrisolta questione di ogni ramo della scienza, riguarda la definizione dell'oggetto fondamentale della conoscenza. E' noto che, riguardo all'economia politica, Marx bollò come robinsonate i tentativi di indagare i processi economici partendo dal singolo individuo. Ciò perché, se i singoli individui sociali sono il punto di partenza (casuale) del movimento reale economico-politico, il risultato necessario, analizzabile scientificamente, è rappresentato dalle classi sociali, ossia da determinati complessi di individui sociali. Perciò, per Marx, l'oggetto fondamentale dell'economia politica è la classe sociale, ossia l'individuo complessivo.

Ciò vale in generale per l'analisi della società umana, ma vale anche per qualsiasi indagine particolare, come ad esempio il lavoro manifatturiero. Così, non è il singolo operaio che produce la merce, ma è il complesso degli operai manifatturieri che Marx chiama l' "operaio complessivo". Oggetto d'indagine è dunque l'operaio complessivo non il singolo operaio.

La soluzione scoperta da Marx sull'oggetto della conoscenza nell'economia politica* ha un valore così generale che non può rimanere confinata ne "Il capitale": essa è valida per ogni campo della conoscenza. Ad esempio, in fisica o in biologia non ha alcun senso determinare il singolo elettrone o il singolo gene. In fisica non si può comprendere il carattere ondulatorio degli elettroni se non si comprende che l'onda è la conseguenza fisica di un complesso di elettroni e non ha niente a che vedere con il singolo elettrone. Lo stesso discorso vale anche per i genomi della biologia molecolare, per i quali, anzi, è persino difficile stabilire l'ambito della singolarità individuale, in quanto non si sa neppure in che cosa consista un singolo gene.

Occorre aver chiaro che ogni ramo della scienza ha i suoi singoli oggetti elementari, i cui singoli movimenti rappresentano dei punti di partenza casuali, e i suoi oggetti complessivi che rappresentano dei risultati necessari; e solo questi ultimi possono essere oggetto di conoscenza; La scienza, ogni scienza, ha come compito la determinazione della necessità, come essenza dei suoi fenomeni. Ma il fenomeno è più ricco della legge scientifica, perché contiene in sé la casualità degli infiniti singoli elementi. Così la natura ci informa come avviene che il caso si muti in necessità, e cioè attraverso gli infiniti movimenti singoli che di per sé sono casuali, ma considerati nei loro risultati complessivi sono necessari. La statistica, a sua volta, è lo strumento che ci permette di determinare questa necessità complessiva, proprio partendo dai grandi numeri di oggetti, eventi, ecc. singolarmente casuali.

Occorre aver chiaro, inoltre, che ciò che attiene ai singoli e ciò che attiene ai complessi appartiene a due sfere qualitativamente differenti; perciò la necessità del complesso non può essere attribuita al singolo e, viceversa, la casualità del singolo non può essere attribuita al complesso. Questi princìpi valgono in generale sia per la materia inorganica che per la materia organica, sia, infine, per la materia sociale.

* Tutti gli oggetti della economia politica indagati da Marx sono oggetti complessivi. Basta pensare alla merce e al capitale. La singola merce o il singolo capitale sono solo dei punti di partenza casuali. La necessità compete soltanto alla circolazione complessiva delle merci, al saggio medio di profitto del capitale mondiale, ecc.

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Tratto da "Caso e necessità -L'enigma svelato" -volume primo Teoria della conoscenza". (1993-2002) Inedito

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