"Come ricostruire un evento storico quale fu l'origine di Roma, quando le fonti dell'epoca forniscono ipotesi suffragate soltanto da leggende? Si tratta di riferire quell'evento al modo di esistere della società del tempo: il suo modo di produzione, gli scambi, gli usi e costumi, il modo di combattere, ecc. Inoltre, per capire la nascita di Roma, occorre capire come si formavano le città antiche e per quali scopi.
La costruzione di una città, nell'antichità, era di fatto la costruzione di una fortezza dove chiudere il raccolto e mettere al riparo la popolazione dai rigori dell'inverno e dalle razzie di altre tribù. Nelle campagne le genti si stabilivano per il necessario lavoro di dissodamento della terra, di semina e di raccolto. Poiché questo lavoro era eseguito in primavera e in estate, le capanne erano più che sufficienti per alloggiare i contadini e le loro famiglie. La città fortezza si riempiva d'inverno, ma veniva utilizzata anche come rifugio durante le incursioni dei razziatori.
Ciascuna città, in un intricato sistema di alleanze temporanee, aveva il compito di difendere il proprio raccolto e, nel contempo, di utilizzare una parte degli uomini per razziare il raccolto di altre città, ma anche per assediarle e sottometterle con guerre di espansione di minore o maggiore ampiezza e durata. Lo scopo di queste guerre di espansione era duplice: garantirsi nuovi tributi e nuove alleanze per future espansioni. Il tributo che le città più forti imponevano si presentava in varie forme, ma la sostanza era unica: si pagava il tributo per poter salvare il raccolto e garantirsi la sopravvivenza.
Pericoli comuni erano occasioni di temporanee alleanze. Così, se consideriamo il periodo della colonizzazione greca dell'Italia centro-meridionale, possiamo rilevare la necessità del controllo del Tevere per la difesa dalle razzie attuate dalle navi greche. Roma quadrata sorge, appunto, per il controllo del Tevere. Non è quindi un caso che tre siano state le tribù che si trovarono a controllare il Tevere, esattamente come tre i popoli tra loro confinanti: gli etruschi, i latini e i sabini. Tre popoli, per tre tribù con tre diverse leggende.
La leggenda latina ci presenta i romani come figli degeneri di re Latino ai quali fu concesso il Palatino, il colle più vicino al Tevere (all'isola Tiberina), come asilo. I romani discenderebbero in sostanza da banditi latini e da sabine rapite. La leggenda delle sabine rapite potrebbe essere di derivazione sabina, mentre la leggenda principale, quella di Romolo e Remo, va ritenuta di derivazione romana, risalente a un periodo successivo.
Se prendiamo in considerazione la disposizione delle tre tribù nei tre colli, possiamo ritenere che i più potenti etruschi occupassero il Palatino per controllare direttamente il Tevere; i latini occupassero il Celio a sud per controllare il Palatino e, per la stessa ragione, i Sabini occupassero il Quirinale a Nord. Non c'è quindi da stupirsi che, inizialmente, la città-stato di Roma sia stata dominata da reges etruschi.
Gli storici non fanno fatica a identificare i Tiziensi del Quirinale con i Sabini e i Lucerensi del Celio con i latini; stranamente, però, non sanno identificare i Ramnensi del Palatino. Ciò dipende dal fatto che gli antichi romani, dopo essersi sbarazzati dei re etruschi, cancellarono dalle loro leggende ogni riferimento al popolo etrusco. Ma il primo rex di origine etrusca non avrebbe potuto imporre il suo comando su tre tribù di stirpe diversa, costrette a convivere separate e arrocate in tre diversi colli, sospettose le une dalle altre, se non fosse stato imposto dalla tribù più forte originata dal popolo predominanate. Di conseguenza i Ramnensi non potevano che essere di origine etrusca.
Poiché Roma nasce per uno scopo specifico, come fortezza sul Tevere addetta al controllo dell'espansione greca, obiettivo comune di tre popoli tra loro confinanti e sempre in guerra tra loro, doveva, a sua volta, essere controllata e tenuta a freno. Testimonianza di ciò la rivalità e gli scontri militari tra la città di Roma, la città di Veio (etrusca) e la città di Alba (latina).
Occorre tenere presente che il sorgere di Roma e il periodo dei 7 re coincidono non solo con l'espansione della colonizzazione greca, ma anche con l'espansione degli etruschi. Attorno al 500 a.C. si verificarono scontri accaniti e continui tra la nuova città di Roma e le vecchie città etrusche. Ciò che, infine, permise al populus romano di sottrarsi alla pesante tutela etrusca fu il ridimensionamento degli etruschi da parte dei latini e dei Greci, che li sconfissero, rispettivamente, nella battaglia di Ariccia e nella battaglia di Cuma. E' dopo Ariccia che i romani si daranno un ordinamento repubblicano e inizieranno la loro espansione come populus indipendente, che aveva reciso ogni legame con le sue origini.
In definitiva, Roma può essere considerata un risultato casuale non voluto di almeno due circostanze: 1) la necessità per tre popoli in continua conflittualità reciproca di accordarsi per difendersi dalla colonizzazione greca; 2) l'imposizione da parte del popolo predominante, quello etrusco, della creazione di una fortezza sul Tevere: imposizione che esso può aver realizzato in maniera inizialmente molto spontanea e naturale, occupando il Palatino con uomini armati e costringendo gli altri due popoli a fare altrettanto occupando rispettivamente il Celio e il Quirinale.
Col passare dei decenni, il passaggio dalla condizione di scapoli armati alla condizione di ammogliati con prole, la crescita demografica, la formazione di vere e proprie tribù, la convivenza in un'unica citta-stato, infine la costituzione del Populus senatusque romanus diedero luogo a una nuova entità statale, collocata nel centro strategico del Mediterraneo. Se il caso della storia ha originato Roma, la cieca necessità della lotta per il dominio dell'area mediterranea ha dato a Roma, collocata nel suo centro strategico, l'occasione reale di imporre il proprio dominio".
* Scritti del 1985
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