Marx ed Engels hanno utilizzato la dialettica hegeliana, rovesciandola in senso materialistico nella economia politica, nella storia e, per quanto possibile, nelle scienze della natura, dedicando la maggior parte del loro tempo alla materia concreta, piuttosto che allo spirito astratto e alla logica delle diverse scienze. Se è vero che ogni ramo della scienza ha una sua logica specifica, è anche vero che il complesso di tutte le scienze ha bisogno di princìpi logici validi in generale. Come vedremo nelle conclusioni, dobbiamo all'arretratezza delle scienze della natura dell'Ottocento il fatto che neppure Engels abbia potuto stabilire una logica dialettica valida in generale.
Oggi, di fronte alla gran mole di scoperte empiriche, di nuovi fatti e circostanze concrete delle scienze naturali, che erano del tutto sconosciute alla scienza dell'Ottocento, i concetti e i princìpi dialettici che Marx ed Engels avevano preso in considerazione non sono più sufficienti. Occorre, perciò, tornare a quella miniera inesauribile che è la Logica di Hegel per togliere dall'oblio una serie di strumenti concettuali, necessari allo sviluppo della teoria scientifica.
E' convinzione di chi scrive che Hegel, avendo dedicato tutta la sua esistenza allo studio della Logica, sia giunto a risultati insuperabili, persino, per i maestri della dialettica materialistica; e ciò per la semplice ragione che egli ha elaborato sistematicamente sullo "spirito", e solo in parte sulla "materia" della scienza. Come cercheremo di dimostrare, Hegel è giunto, nella sua elaborazione, a soluzioni che potevano essere definitive se egli fosse stato conseguente e non avesse dovuto fare opera di mascheramento per "coerenza" con il suo pregiudizio idealistico.
Per lo sviluppo della teoria della conoscenza, tre sono gli annosi rapporti fondamentali che devono essere chiariti: il rapporto caso-necessità in primo luogo, poi il rapporto possibilità-realtà, infine, il rapporto causa-effetto. Se consideriamo l'enorme importanza, per la pratica umana, della realizzazione delle possibilità, possiamo facilmente convincerci della necessità di risolvere la dialettica del rapporto possibilità-realtà.
Dovremo, quindi, mostrare, innanzi tutto, che questo rapporto è risolvibile soltanto se riferito al concetto dialettico di caso-necessità; e, poiché Hegel è stato l'unico ad analizzare approfonditamente la connessione logica fra possibilità-realtà e caso-necessità, è alla sua elaborazione che dobbiamo fare riferimento. Potremo, così, trarre beneficio dalle riflessioni che più si avvicinano alla soluzione, senza lasciarsi fuorviare da quelle che mirano a stabilire la falsa connessione teologica di causa-effetto, che egli ha concepito soltanto per imporre il primato dell'idea assoluta.
Per rendere più agevole una problematica tanto complessa, inizieremo l'indagine prendendo in considerazione l'"Enciclopedia", opera più accessibile e sintetica della "Logica": useremo la prima come introduzione all'argomento e per arrivare alle prime conclusioni, e useremo la seconda per un approfondimento e per una conferma delle conclusioni, così da poterle considerare come definitive.
Tratto da "La dialettica caso necessità in teoria della conoscenza" Volume primo (1993-2002)
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