lunedì 6 novembre 2017

La moderna forma usuraia: il capitale finanziario 5)*

"Studiando il ruolo dell'usura nell'antichità e nel Medioevo e la sua sostituzione, nell'era moderna, con il capitale finanziario "produttivo" d'interesse, si può ipotizzare che quest'ultimo altro non sia che la moderna forma usuraia, la quale, come l'antica usura, deborda dai limiti della sua dipendenza dalla produzione e da serva ne diventa padrona. Può il capitale finanziario essere considerato come quel fattore che alla fine disgregherà il modo capitalistico di produzione? Una serie di fatti indicherebbe che il capitale finanziario crea parecchi scompensi e squilibri, accentuando l'imputridimento e la decadenza dell'attuale epoca imperialistica.

In questa ipotesi il capitale finanziario potrebbe apparire, come capitale usuraio, di dimensioni tali da creare effetti sconvolgenti. Del resto esso è figlio del capitale produttivo d'interesse che, a sua volta, è figlio dell'antica usura. Abbiamo qui un esempio di dialettica della negazione della negazione: usura = affermazione. Negazione dell'usura = capitale produttivo d'interesse. Negazione della negazione = capitale finanziario.

Studiando l'antichità, Marx ed Engels attribuirono al lavoro schiavistico l'assenza del capitale industriale; il quale non può esistere senza il lavoro salariato (creazione del plusvalore nella forma di pluslavoro). Nell'antichità esiste, invece, il commercio e l'usura. I valori d'uso prodotti vengono trasformati in merce soltanto grazie al commercio che, a sua volta, è permesso dalla moneta e, sulla base della circolazione delle merci e della moneta, s'impone l'usura. In questo senso anche nell'antichità si può trovare sia il capitale commerciale che il capitale monetario.

La principale forma d'esistenza della moneta nell'antichità è la tesaurizzazione, perché scarso era l'investimento che si riduceva principalmente all'acquisto di terreni. Se la moneta permetteva il commercio favoriva anche l'usura, ossia gli alti interessi da pagare per prestiti di capitale monetario, che aveva sulla società antica effetti sconvolgenti con estenuanti lotte tra creditori e debitori, con conseguente accentuazione della decadenza economica e sociale.

Nel basso medioevo troviamo il capitale commerciale e il capitale monetario usuraio. Nel 1600-1700 predominano il commercio e l'usura, ma la nascita del sistema creditizio (banche) regola l'interesse sottomettendo l'usura. Nel 1800 il capitale industriale, ormai sviluppato, sottomette il commercio e l'usura che assumono la forma di capitale commerciale e di capitale monetario bancario. Profitto industriale, profitto commerciale e interesse bancario si dividono il pluslavoro nella forma di plusvalore estorto al lavoro salariato (astraendo dalla quota dovuta alla rendita).

Nella fase imperialistica sorge il capitale finanziario, fusione del capitale bancario con il capitale produttivo (industriale). Se nell'Ottocento abbbiamo tre termini in reciproco rapporto, il capitale produttivo, il capitale commerciale e il capitale monetario, il rapporto è tale che il capitale produttivo sottomette al suo servizio le altre due forme di capitale. Nel Novecento il capitale monetario si fonde con il capitale produttivo, ma ciò avviene perché le banche predominano sulle industrie: nascono i monopoli, i grandi insiemi finanziari, grandi gruppi che dominano per le loro potenza finanziaria prima che industriale.

Riassumendo, nell'antica Roma dominavano i grandi proprietari di schiavi e i grandi usurai. Bottini di guerra e tributi permisero la creazione di enormi patrimoni, la cui parte principale era costituita da moneta, utilizzata o per l'acquisto di terreni e schiavi o per i prestiti ad alto tasso d'interesse (usura), e la parte rimanente veniva tesaurizzata. L'usura finì col prevalere, non avendo la moneta altre occasioni d'investimento, e questo accentuò la decadenza.

Nel basso medioevo, l'usura disgregò il feudalesimo (ruolo persino rivoluzionario), ma continuò ad intralciare lo sviluppo del capitale industriale, finché non venne sottomessa dallo sviluppo del moderno sistema creditizio (banche). L'industria finì, con l'aiuto delle banche, a sottometttere l'usura e, di conseguenza, anche il commercio. Dialetticamente si potrebbe dire che le banche, al servizio del capitale industriale, negarono l'usura .

Ma la formazione economico sociale capitalistica serbò una sorpresa che confuse le idee a parecchi marxisti, tra cui Kautsky, i quali rimasero sempre dell'idea che il capitale produttivo avesse il dominio incontestabile sulle altre forme del capitale. La sorpresa fu che il capitale finanziario rappresentò il dominio del capitale monetario sul capitale produttivo e commerciale. Dialetticamente ciò equivale alla seconda negazione: l'usura moderna potenziata, ossia il capitale finanziario, tornava a dominare sul capitale produttivo, inglobandolo. E così, in prossimità del nuovo millennio, il terzo della nostra era, ci troviamo di fronte a un mercato finanziario di capitali di dimensioni gigantesche, mai viste prima nella storia."


* Scritti del 1985

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