domenica 2 luglio 2017

Il caso politico e la risultante non voluta

Si può sostenere che il "caso politico" è tale perché riguarda la singola manifestazione politica che, in se stessa, può essere soltanto o il singolo caso esemplificato dal baccello di piselli di Engels o l'eccezione statistica esemplificata dal cigno nero di Taleb. Solo il secondo vale già, singolarmente, come necessità cieca. Il primo partecipa, invece, alla cieca necessità complessiva come singolo elemento casuale di un complesso necessario. In entrambi i casi, però, la cecità riguarda la realtà. Come abbiamo spiegato in teoria della conoscenza, la realtà materiale, ossia il mondo della natura e della storia umana, non è assoggettabile alla connessione previdente di causa-effetto, ma dipende dalla cieca dialettica naturale caso-necessità.

E' quindi interessante porre a confronto questa nuova teoria della conoscenza con la concezione espressa da La Barbera sul "caso politico" e la "risultante non voluta". "L'ideologia borghese nel suo attacco al marxismo -egli scrive- ha negato l'esistenza di una teoria materialista della politica, oppure ha creduto di liquidarla facendone una caricatura meccanicistica". Il presupposto, qui inespresso, ma implicito della teoria materialista è per La Barbera il fondamento deterministico che respinge l'oggettivo caso.

Ma è con acume che egli afferma: "Invece, proprio le occasioni in cui l'evento politico si presenta al massimo grado come il confronto decisivo tra volontà di individui, dunque più facile alle interpretazioni soggettivistiche, è un terreno sul quale sono fecondi gli strumenti di Marx e di Engels nell'analisi della politica. Sono i frangenti del "caso politico", nel significato che Engels gli attribuisce riflettendo sul braccio di ferro al parlamento prussiano tra Bismark e liberali".

La questione, qui ben impostata, facilita la chiarificazione sulla natura del "caso politico", anche perchè è lo stesso La Barbera a respingere il caso nel momento stesso in cui lo ha preso in considerazione. Infatti scrive: "Non è il "caso" nel senso di evento fortuito, ma la condizione in cui forze mosse da opposte volontà e finalità politiche sono messe a confronto, per cui al dunque è la loro intima fibra ad essere saggiata, nell'agire delle "regolarità politiche" (!), delle culture e delle psicologie sociali di cui sono interpreti. Sono i frangenti in cui i "fatti politici" emergono come "risultati non voluti" frutti di compromessi di quelle differenti volontà politiche nel "parallelogramma di forze" delle diverse spinte in conflitto".

Mentre crede di descrivere una situazione deterministica, La Barbera qui descrive, in realtà, la sfera del caso che si rovescia dialetticamente nella cieca necessità. Gli sfugge, però, il fatto che i "risultati non voluti" rappresentano non regolarità politiche, bensì, risultati ciechi che emergono da molteplici singole volontà e azioni politiche che appartengono alla sfera del "caso politico", di per sè imprevedibile: sono i casi del momento, contingenti, che solo nel loro complesso si rovesciano nella cieca necessità della risultante non voluta.

Ma, nella frase di chiusura di La Barbera su questo argomento teorico, troviamo un'intuizione valida, nel suo richiamo a un concetto  statistico, anche se, invece d'essere chiarita, è resa ermetica da una forma di reticenza deterministica: "E sono i frangenti infine della relazione dialettica tra la "mediana" di un corso oggettivo di lungo periodo e i singoli eventi che lo sostanziano, i quali appaiono, separati, come oscillazioni che si negano l'un l'altro mentre nella loro concatenazione sono le forme del concreto divenire".

Come si vede, la soluzione è a portata di mano, perché la mediana o la media, espressa dalla legge di Gauss, o persino l'eccezione statistica, espressa dalla legge di potenza, rappresentano la cieca necessità non voluta che sorge dal "corso oggettivo di lungo periodo", per il quale i singoli numerosi eventi rappresentano i numerosi casi che nel complesso si rovesciano, appunto, in quella cieca necessità statistica. Insomma, collegando dialetticamente i singoli eventi casuali con la statistica che ne deriva come risultato complessivo, il gioco è fatto: la soluzione è trovata.

Ma perchè l'intelligenza si arrende di fronte a questa evidenza? Perché studiosi preparati e intelligenti si lasciano sfuggire da tempo immemorabile la soluzione dialettica caso-necessità? Evidentemente perché, per usare una metafora, il freno deterministico è tenuto ancora troppo tirato per il timore di uscire fuori strada sotto le caotiche sollecitazioni della complessità e dell'indeterminismo. E poi sembra quasi che, accettare il caso come sfera dei singoli eventi di per sé fortuiti, rappresenti un oltraggio all'attività del singolo e un'offesa alla grandiosità del mondo e della specie umana.

Ma a menti sgombre dai pregiudizi non dovrebbe essere troppo difficile riconoscere che 1) le singole volontà in se stesse appartengono alla sfera del caso, così come all'opposto appartiene alla sfera della cieca necessità, prodotta dal caso, la risultante non voluta; 2) che la statistica fornisce la risultante non voluta dei singoli eventi appartenenti alla sfera del caso, i quali "sostanziano" soltanto la loro risultante complessiva non voluta. Allora, il concreto divenire altro non è che l'inaspettato e imprevisto risultato della cieca necessità fondata sul caso.

Ammettere questo significa forse rinunciare alla politica in quanto non scienza? Se così fosse, dovremmo abbandonare ogni illusione anche sulle scienze della natura, perché tutte falliscono applicando il determinismo e respingendo assieme al caso anche la dialettica caso-necessità. Del resto Marx ed Engels, per quanto molto esperti nell'arte della politica, affidavano preferibilmente al loro carteggio le loro intuizioni, le loro considerazioni e soprattutto i loro sarcasmi, come ad esempio sulla politica di Bismark.

La loro scienza era soprattutto l'economia politica. Ma Marx non è stato compreso neppure nel suo risultato scientifico più certo e necessario che, da solo, spiega il mondo capitalistico più di mille casi politici risolti: la caduta tendenziale del saggio medio del profitto del capitale mondiale, faccenda nel complesso soltanto statistica e non deterministica.

1 commento:

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