Per comprendere le "voci" del "Dizionario" di Abbagnano, occorre considerare che il suo autore divide il pensiero filosofico in tre filoni.
1) il primo, fondato sul concetto di sostanza o essenza necessaria, fondamentalmente deterministico, inizia con Aristotele e prosegue con Cartesio, Spinoza, ecc.; e giunge fino a lambire il tempo attuale, sebbene venga, per così dire, bloccato dalla operazione criticista di Kant che Abbagnano pone nel primo filone, ma che appare preparare la strada al secondo e persino al terzo.
2) Il secondo filone sorge come opposizione empiristica di Berkeley, Hobbes, Locke, Hume all'essenza necessaria che sostituiscono con l'esperienza e i dati della percezione sensibile.
3) Il terzo, che rappresenta, a nostro avviso, la degenerazione dell'empirismo (anche se appare come rifiuto sia dell'essenza necessaria che dei dati dell'esperienza sensibile), si appaga di una scienza convenzionale e fittizia, nella quale scompaiono i concetti e rimane soltanto la terminologia, il cui valore è strumentale a specifici campi d'indagine.
Questo filone, nel quale si colloca anche Abbagnano, è stato canonizzato dalla teoria dei paradigmi di Kuhn, pubblicata, non a caso, nello stesso periodo in cui usciva anche il "Dizionario di filosofia".
Scritto nel 2008.
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