venerdì 1 marzo 2013

Premessa alle osservazioni critiche sul "Dizionario di filosofia" di Abbagnano

Per comprendere le "voci" del "Dizionario" di Abbagnano, occorre considerare che il suo autore divide il pensiero filosofico in tre filoni.

1) il primo, fondato sul concetto di sostanza o essenza necessaria, fondamentalmente deterministico, inizia con Aristotele e prosegue con Cartesio, Spinoza, ecc.; e giunge fino a lambire il tempo attuale, sebbene venga, per così dire, bloccato dalla operazione criticista di Kant che Abbagnano pone nel primo filone, ma che appare preparare la strada al secondo e persino al terzo.

2) Il secondo filone sorge come opposizione empiristica di Berkeley, Hobbes, Locke, Hume all'essenza necessaria che sostituiscono con l'esperienza e i dati della percezione sensibile.

3) Il terzo, che rappresenta, a nostro avviso, la degenerazione dell'empirismo (anche se appare come rifiuto sia dell'essenza necessaria che dei dati dell'esperienza sensibile), si appaga di una scienza convenzionale e fittizia, nella quale scompaiono i concetti e rimane soltanto la terminologia, il cui valore è strumentale a specifici campi d'indagine.

Questo filone, nel quale si colloca anche Abbagnano, è stato canonizzato dalla teoria dei paradigmi di Kuhn, pubblicata, non a caso, nello stesso periodo in cui usciva anche il "Dizionario di filosofia"

Scritto nel 2008.

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