martedì 26 febbraio 2013

Risultati elettorali 2013: e adesso chi dirige o comanda?

Se per un momento facciamo mente locale sul fatto che Bruno Vespa, commentando i risultati elettorali con i direttori delle varie testate editoriali, nella trasmissione "Porta a porta", dove si era appena stabilito che questi risultati rappresentavano lo scenario peggiore che ci si poteva aspettare per l'Italia (parole di Antonio Polito, approvate da tutti), abbia dovuto interrompere tutti per dire: "adesso due minuti di pubblicità e poi riprendiamo", come dovremmo rispondere alla domanda espressa nel titolo?

Il fatto è che, apparente paradosso, sulla democratica politica parlamentare comanda il commercio, lo shopping, perché, in realtà, lo "scenario peggiore" dell'Italia e dell'Europa è il crollo dello shopping e la drastica riduzione del ceto medio, degli shopper. Questo crollo risolve, permettendo di comprenderlo, un risultato elettorale, mentre il risultato elettorale, di per sé, non può risolvere il crollo del ceto medio e degli shopper dell'Italia e dell'Occidente.

Insomma, il fatto che un conduttore come Vespa debba obbligatoriamente interrompere un programma dedicato interamente ai risultati elettorali italiani (ritenuti cruciali persino a livello europeo e mondiale), per obbedire all'ordine di mandare in onda una serie di spot, significa semplicemente che il commercio comanda su tutto, e ineluttabilmente, per la necessità di sopravvivenza del capitalismo senescente: solo una simile esigenza economica può sovrastare qualsiasi esigenza (e personalità) politica.

Quando, ripresa la trasmissione "Porta a porta", di nuovo gli spot hanno "comandato" a Bruno Vespa di interromperla proprio mentre tutti ascoltavano il discorso del premier Mario Monti, che sembrava arrampicarsi dignitosamente sugli specchi di una  improbabile valutazione positiva del suo neonato partito, chi scrive ha avuto chiara consapevolezza del fatto che questo esempio di rinnovato primato sostanziale e formale della economia sulla politica dovesse essere divulgato subito con un post.

Abituati a ricevere, via etere, dosi sempre più massicce di spot (ovviamente utili all'aumento degli acquisti) non ci si rende conto di quanto questo meccanismo pubblicitario sia diventato invadente e onnipresente, tanto da non mettersi da parte neppure di fronte a eventi politici, etici, religiosi, ecc. di particolare intensità e gravità. Per questo motivo pochi sono quelli che si rendono conto che il vero potere, nella fase del sistema capitalistico oggi chiamata "globalizzazione", appartiene alle leggi dell'economia... commerciale e finanziaria.

Allora, chi comanda? O meglio chi potrà dirigere in un parlamento italiano, che ormai è rappresentativo solo di una delle numerose regioni che appartengono a un'entità continentale come la UE? Potrà farlo solo chi rappresenterà meglio le esigenze economiche di questa entità continentale, in un epoca caratterizzata da un capitalismo ormai senescente. Chi, invece, sogna, o agita sogni di rinnovata società del benessere in Occidente, non sarà in grado di dirigere niente e nessuno, neppure se stesso.
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*E' proprio vero che il computer, pur essendo un ottimo strumento tecnologico, non ha cervello perché il software è oggettivamente privo di intelligenza. Come si può vedere, in fondo al post, linkwithin consiglia la lettura di tre post che nulla hanno a che vedere con l'argomento trattato. A meno che in seguito non ci sia "un ripensamento" di linkwthin, suggeriamo, per eventuali approfondimenti, di andare all'etichetta "società e storia della globalizzazione" e  anche a  "caso e necessità nella storia".  

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