I miei libri, i miei scritti sono le mie sintesi per la conoscenza: senza di esse gran parte del mio serbatoio di conoscenza andrebbe perso anche per me, perchè perderei la memoria delle riflessioni, dei ragionamenti, delle dimostrazioni svolte e delle soluzioni trovate. I miei scritti rappresentano la sintesi di vent'anni di lavoro su una nuova teoria della conoscenza, per comprendere la quale occorrono cervelli allenati da anni di studio e disposti a verificarla nell'ambito delle loro specifiche discipline. Personalmente ho cercato, dopo lunghi studi, di osservarla in ogni ramo scientifico a livello generale e su temi a me più noti. Gli specialisti dovrebbero verificarla non solo nei fondamentali delle loro discipline, ma anche sui problemi specifici, particolari e soprattutto più urgenti, da risolvere.
Occorre partire distingendo ciò che appartiene alla sfera del caso da ciò che appartiene alla sfera della necessità. Ad esempio, pioggia = necessità, ma che piova quando il grano deve maturare o deve essere raccolto, per quanto possa favorire o danneggiare gli interessi della produzione contadina, rientra nella sfera del caso. Occorre, però, considerare la seguente circostanza: il fatto che la necessità riguardi il complesso e che il caso riguardi i singoli elementi del complesso considerato non è spontaneamente accettato dal senso comune (soprattutto da quello matematico), e non viene facilmente accettato nemmeno dal pensiero filosofico e scientifico più profondo. Il motivo principale è psicologico: l'uomo, fin dai primordi, non ha accettato di essere individualmente soggetto al caso.
Occorre partire distingendo ciò che appartiene alla sfera del caso da ciò che appartiene alla sfera della necessità. Ad esempio, pioggia = necessità, ma che piova quando il grano deve maturare o deve essere raccolto, per quanto possa favorire o danneggiare gli interessi della produzione contadina, rientra nella sfera del caso. Occorre, però, considerare la seguente circostanza: il fatto che la necessità riguardi il complesso e che il caso riguardi i singoli elementi del complesso considerato non è spontaneamente accettato dal senso comune (soprattutto da quello matematico), e non viene facilmente accettato nemmeno dal pensiero filosofico e scientifico più profondo. Il motivo principale è psicologico: l'uomo, fin dai primordi, non ha accettato di essere individualmente soggetto al caso.
Ma la natura (e di conseguenza la società umana naturale) è dialettica, e se l'uomo fatica tanto a comprenderlo è perché non è naturalmente, individualmente, dialettico. Il suo pensiero individuale è spontaneamente metafisico, opera mediante il binomio scopo-necessità fondato su un altro binomio: causa-effetto. Per diventare dialettico il pensiero umano deve faticare parecchio, perché deve essere capace di studiare, come individuo, processi, fenomeni e oggetti complessivi. L'uomo deve astrarre dai capricci della sua individualità per conoscere la natura guidata dalla dialettica degli opposti polari, il principale e fondamentale dei quali è la polarità caso-necessità.
Rifiutando la fatica del pensiero dialettico, l'uomo filosofico e scientifico, da oltre due millenni, è stato in prevalenza soggettivistico, ha posto in primo piano se stesso come individuo: insomma ha "creato" il mondo terreno e anche ultraterreno a propria immagine e somiglianza. E ancora oggi, il cosiddetto "creazionismo", ma anche il "costruttivismo", e persino ogni forma di pensiero relativistico, ecc. persistono nel soggettivismo originario e spontaneo che intralcia il progresso della teoria della conoscenza.
Per concludere queste riflessioni, sono cinque le principali polarità dialettiche, la prima delle quali rappresenta il punto di partenza fondamentale: si tratta della sfera del caso e della sfera della necessità che, per indicare come polarità, scriviamo: caso-necessità. Seguono le polarità singolo-complesso, dispendio-eccezione statistica, probabilità-frequenza, possibilità-realtà. E' con queste polarità dialettiche che ho lavorato nei miei scritti e invito gli studiosi di ogni disciplina a farlo nel proprio campo, nella propria specializzazione.
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