giovedì 8 novembre 2012

Condanna implacabile quanto l'ignoranza scientifica

La condanna di sei uomini di scienza in relazione alla difficile questione della previsione di singole scosse sismiche disastrose, previsione la cui possibilità è strettamente dipendente da un'altra difficile questione: quella della connessione deterministica di causa-effetto, è per l'autore di questo blog uno stimolo a riprendere in considerazione il concetto di causalità. Stimolo che trova soddisfazione proprio nello specifico ambito pratico della attività umana. Perchè una cosa è valutare la connesione causa-effetto nella natura incontaminata (dall'uomo) come può essere l'universo, altra cosa è valutarla nella natura terrestre dove l'uomo vive e muore grazie anche al suo intervento sulla natura stessa.

Da tempo sostengo che i processi naturali sono soggetti alla dialettica naturale caso-necessità, ragion per cui la necessità naturale è cieca non essendo assoggettabile né a predeterminismi di origine divina né a determinismi di origine umana. Ma i sostenitori del determinismo hanno sempre avuto, per così dire, una carta a proprio vantaggio: il riferimento alla pratica umana, in relazione alla quale sono intenzionati a far valere le ragioni della causalità. E i campi che pretendono l'azione del rapporto diretto causa-effetto sono principalmente due: il diritto e la medicina, che hanno bisogno, per garantire il valore della propria funzione e attività, di argomenti più solidi delle probabilità.

Non è un caso che una studiosa, che ha affrontato il caso e la necessità in un libro del 1989 dal titolo "L'ordine e il caso", sia dovuta tornare sull'argomento rivalutando la causalità proprio in relazione alle questioni pratiche del diritto e della medicina. Si tratta dell'ultimo lavoro di Paola Dessì, dal titolo significativo di "ALLA RICERCA DELLE CAUSE teorie filosofiche e pratiche scientifiche" (2008).

Partendo dalla sua ricostruzione storica -secondo la quale il concetto di causa-effetto è stato posto nell'antichità, poi sviluppato con argomentazioni varie e con molti distinguo nel periodo della nascita della scienza moderna, in seguito abbandonato nella fisica del Novecento, infine ripreso in epoca recente- è possibile mostrare una profonda contraddizione (asimmetria) fra teoria e pratica della conoscenza, perchè mentre la pratica tecnologica, in pochi secoli e soprattutto nell'ultimo, ha avuto uno sviluppo gigantesco, la teoria scientifica ha fatto ben pochi progressi.

Questa asimmetria è spiegabile con la differenza tra ciò che appartiene al rapporto causa-effetto e ciò che appartiene al rapporto caso-necessità. 1) Riguardo al primo rapporto, si tratta principalmente della pratica tecnologica dell'uomo, nella quale i problemi sono risolti mediante il rapporto causa (efficiente) - effetto (voluto): è l'uomo che determina i propri prodotti creandoli mediante il rapporto causa-effetto. Qui la teoria riguarda i prodotti tecnologici dell'uomo, perciò va di pari passo con questi e ne condivide i grandiosi sviluppi e successi.

2) Riguardo al secondo rapporto, si tratta dell'attività teorica dell'uomo indirizzata alla conoscenza dei processi naturali fisici e biologici. E' la teoria prodotta in questo campo che ristagna ed è costretta a fingere successi inesistenti. La teoria ristagna per il semplice motivo che l'uomo, inebriato dai successi ottenuti nella sua tecnologia, nella sua produzione artificiale, mal sopporta i limiti posti da una natura che va per la sua strada, seguendo la dispendiosa dialettica di caso-necessità (che l'uomo stesso, scienziato, non ha ancora capito come debba essere concepita teoricamente).

Questo blog, a suo tempo, è stato aperto per denunciare questa contraddizione asimmetrica e per indicarne la soluzione dialettica. Perciò, anche se temporaneamente interrotto, non poteva esimersi, in questa occasione, dal riprendere il confronto tra il rapporto causa-effetto e il rapporto caso-necessità, per sottolinearne i loro ambiti di applicazione.  

Post scriptum. Per ribadire e sviluppare alcune riflessioni sulla causalità applicata alla natura (con massima incoseguenza), usciranno alcuni post che ribadiranno la differenza tra i processi tecnologici umani, per i quali è applicabile il rapporto causa-effetto, e i processi naturali, per i quali è applicabile il rapporto caso-necessità.

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