lunedì 2 maggio 2011

Hegel sulla "ristrettezza della scienza"

Sul fatto che la scienza non possa abbracciare tutte le singole proprietà, Hegel osserva: ""E' soltanto un concetto", si suole dire, contrapponendo non solo l'idea, ma l'esistenza sensibile, palpabile nello spazio e nel tempo, come qualcosa di maggior pregio che non il concetto. L'astratto viene allora tenuto per più povero che non il concreto, appunto per essere stata tralasciata da quello tanta di cotesta materia. Secondo questa opinione l'astrarre ha il significato che dal concreto si tiri fuori, solo per il nostro vantaggio soggettivo, questa o quest'altra nota, in modo che col tralasciare tante altre proprietà e qualità dell'oggetto non si faccia loro perdere nulla del loro valore e del loro merito ... In questo modo sarebbe soltanto una impotenza dell'intelletto di non saper raccogliere una tal ricchezza e doversi contentare di una povera astrazione". ("Enciclopedia")

Occorre osservare ancora, a questo proposito, che la "povera astrazione" della conoscenza, quando riflette qualcosa di fondamentale di un complesso reale, vale, in quanto necessità, più di tutta la pretesa "ricchezza" dell'inessenziale, relativa ai singoli, numerosi elementi del complesso stesso, i quali, essendo soggetti ai capricci del caso, non hanno alcun valore per la conoscenza.

E' il riduzionismo, sia nella sua forma deterministica che in quella indeterministica, che vorrebbe abbracciare ogni singola proprietà elementare, e perciò si lamenta della povertà dell'astrazione, contrapponendole la ricchezza della "realtà totale" comprese le minuzie, gli aspetti accidentali e contingenti, e tutto ciò che non va oltre la sfera del caso.




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