martedì 12 aprile 2011

Nessuna fretta, nei tempi lunghi della conoscenza

La difficoltà di comprendere, ma soprattutto accettare, una nuova teoria fondata sulla dialettica caso-necessità è comprensibile: la realtà di due millenni di determinismo riduzionistico, al quale l'ultimo secolo trascorso ha aggiunto un indeterminismo altrettanto riduzionistico, ha creato un modo di pensare possibilista che oscilla tra certezza e incertezza, che si nutre di probabilità, caos e complessità, senza per altro chiudere definitivamente con il rapporto di causa ed effetto.

Così, ogni scienza, ogni ramo o disciplina scientifica presenta l'opposizione irrisolta  tra determinismo e indeterminismo (tra causa e caso), alternando nella prevalenza ora l'uno ora l'altro. In tale situazione è difficile, soprattutto per gli addetti ai lavori teorici della scienza, fare a meno dei rassicuranti luoghi comuni, accumulati (dal continuo contatto con queste contraddizioni secolari) nei manuali universitari, nella "letteratura", e nei libri di divulgazione, scientifica.

Certo, non ci si laurea e non si intraprende una faticosa carriera scientifica per poi dover dar retta agli "studi e riflessioni di un autodidatta"! Per poterlo fare occorrerebbe un ravvedimento generale che facesse seguito a qualche formidabile insuccesso delle attuali teorie scientifiche. Ma ciò richiede i tempi lunghi della conoscenza. Perciò l'autodidatta non ha fretta: non pretende, nei tempi brevi, persuadere, nè tanto meno imporre la nuova teoria; si limita a illustrarla, a verificarla nelle varie forme della conoscenza umana e a ricordare che, per quanto tra i vari luoghi comuni abbia particolare successo quello che recita: "tutto è possibile", la realtà della natura e della società si ostina a imporci la necessità cieca dei complessi che ha per fondamento solo il caso singolare.

Anche se non è ancora trascorso un anno dall'inizio di questo blog, gli oltre cento post, riguardanti temi rilevanti di teoria della conoscenza, fisica e biologia, forniscono ampio materiale per chi sia interessato ad approfondire. Così, sembra giunto il momento di fare una pausa, di lasciar riposare il materiale già postato.

E nel frattempo? Ritenendo opportuno mostrare come la nuova teoria funziona anche nel campo della storia umana, l'autodidatta apre una nuova serie di post, dal titolo "Caso e necessità nella storia", che ci occuperà per buona parte di questa primavera.
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