martedì 17 gennaio 2012

Il naufragio al Giglio e il cigno nero di Taleb

Il vero dramma all'isola del Giglio non è il naufragio di una enorme nave con il suo carico di morti e di drammi personali. Il vero dramma è che sia potuto accadere per l'inettitudine di un solo uomo. Anche ammettendo, essendo ormai appurato, che il capitano della nave si sia comportato come un ragazzino in vena di bravate, resta il fatto drammatico che una simile bravata sia potuta accadere.

In molti settori dell'attività umana esistono possibilità remote di eventi catastrofici simili a eventi catastrofici naturali, con i quali, anzi, interagiscono. Uno dei più recenti è stato provocato da una catastrofe naturale (terremoto con tsunami in Giappone) che ha coinvolto delle centrali nucleari. Che cosa accomuna questi eventi? La rarità, che li identifica con i cigni neri di Taleb. Un cigno nero si caratterizza, infatti,  per essere un evento imprevedibile e molto raro.

Si tratta, comunque, del caso oggettivo riguardante singoli individui e singoli eventi. Nel naufragio del "Concordia" all'isola del Giglio, questo caso ha assunto la fisionomia di un comandante incosciente. Ma non è solo questo. Chi scrive non è esperto di navigazione, di flotte e di società armatoriali, ma è esperto del rapporto caso-necessità, la conoscenza del quale può permettere di affrontare tempestivamente danni imprevedibili.

Uno di questi è proprio il genere di danno prodotto da una responsabilità individuale. Allora, quando si affida a un solo uomo la responsabilità di ogni decisione, anche quella di rispondere a situazioni di emergenza persino da lui stesso provocate, si può poi assistere a tragiche pantomime come quella della telefonata tra i due massimi responsabili: il comandante del "Concordia" e il comandante della capitaneria del porto.

In fasi così drammatiche e concitate si perde molto tempo, perchè, in primo luogo, si pensa alle conseguenze legali, formali, che possono rovinare il futuro di carriere, ecc. E' per questo che gli eroi del momento, in questi casi, sono sempre quelli senza responsabilità, i quali finiscono col metterci una pezza, oppure i professionisti del soccorso.

Insomma, esistono situazioni imprevedibili che devono essere prese in considerazione, nel senso che 1) si deve ammettere l'esistenza di cigni neri, 2) per quanto rari essi siano, non devono essere esclusi, soprattutto quando la responsabilità dell'agire e del reagire è affidata a un singolo individuo, 3) si deve ammettere la possibilità che ogni singolo individuo (soggetto naturalmente al caso) possa andare in "default" divenendo improvvisamente incapace di intendere e volere, 4) deve esistere un protocollo collaudato che permetta l'intervento rapido di un potere superiore collettivo in grado di agire senza perdite di tempo.

La conclusione che si può trarre dal naufragio al Giglio è solo apparentemente paradossale: la colpa del comandante della nave non è il fatto fondamentale e non può essere un alibi per il futuro, perché la colpa di un singolo uomo, preso da un momento di esaltazione maniacale, non spiega niente e non risolve il problema. La tragica pantomima della telefonata dimostra che una simile situazione non era mai stata presa in considerazione. Per questo motivo, nonostante la percezione del "default" del comandante della nave, il comandante della capitaneria del porto non è stato in grado di decidere rapidamente: anche per lui deve essere stata una situazione nuova, inconcepibile nella sua apparente assurdità.

In conclusione, se un caso rarissimo, un cigno nero, ha prodotto un simile dramma, numerosissimi casi individuali, in assenza di un intervento rapido e sicuro, ci hanno messo una pezza, riducendo al massimo i danni. Date le premesse, è andata ancora bene, ringraziando i soccorsi e gli eroi anonimi del momento. 
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