mercoledì 14 dicembre 2011

La mistica particella di Dio, il bosone di Higgs, ha lasciato la sua impronta?

Nel lontano 1964, il matematico fisico Peter Higgs, evidentemente nelle grazie del Signore, creava una matematica apposita che contemplava una specie di comunione di campo e particelle chiamate bosoni, tra cui il bosone responsabile della formazione delle masse.

Nell'ultimo post chi scrive ha avuto torto a predire che i due articoli storici di Maiani e Greco, usciti su "Scienza in rete", stavano a significare che avremmo dovuto aspettare ancora parecchio per la conferma del "bosone di Higgs". Infatti, all'improvviso, un modesto risultato, tutto da valutare non solo dai teorici matematici ma anche dai fisici empirici, viene strombazzato dai quotidiani come fosse: "se non ora, quando?"

Ad esempio su "Corriere della sera" di oggi, 14 dicembre 2011, si legge il seguente titolone: La "particella di Dio" ha lasciato un'impronta. E il sottotitolo recita così: "Scoperta del Cern sull'attimo dopo il Big Bang". Sempre su questo quotidiano, sotto la firma di Giulio Giorello, si trova un trafiletto in "Idee e opinioni", nel quale si può leggere: "Al Cern di Ginevra si aspettano risultati significativi entro la fine dell'anno".  Fino ad oggi non era questo l'anno, semmai  il prossimo!

Ma da dove viene tanta fretta? Gian Francesco Giudice su "Scienze in rete", sempre di oggi, conclude ottimisticamente il suo post con la seguente affermazione: "Sorprese e nuove scoperte non mancheranno". E' molto giovane, una volta si diceva: "giovane di belle speranze".

Meno giovane e anche meno ottimista è Massimo Alici che, su Gravità zero, sempre di oggi fa le pulci alle teorie fisiche, ricordando che si tratta di concetti tratti dalla matematica, non dalla realtà empirica. In primo luogo, il bosone di Higgs è una particella matematica. In secondo luogo, la concezione di Higgs è un "meccanismo matematico" al quale si è ricorso perché il modello standard non funzionava affatto bene. Nelle  conclusioni di Alici si coglie solo la necessità di "una risposta definitiva dell'enigma della sua esistenza",  non la certezza che questa sia già stata data o che stia per esserlo.

Sappiamo che dai quotidiani ci si può aspettare di tutto: ieri il pericolo della creazione di un buco nero che avrebbe distrutto il mondo, oggi l'impronta della "particella di Dio". Ma l'onda mediatica, quando dà il via a una campagna, qualcosa si trascina sempre dietro: non a caso, a sentire il Corriere della sera, anche la seriosa Fabiola Giannotti si sarebbe sbilanciata, visibilmente soddisfatta, verso l'ottimismo.

Rimane fortunatamente un dubbio, che la principale responsabile di LHC non intendesse mostrare ottimismo gratuito sulla scoperta del bosone di Higgs, ma che il "fantastico risultato" fosse riferito, giustamente, alle grandiose performance della macchina nell'anno ormai trascorso che, si spera, non ci voglia sorprendere con qualche aggiustamento ad hoc.

Aggiunta 15/12/11  Chi scrive ha dimenticato ieri di leggere su LHC Italia le notizie sul seminario del 13 dicembre 2011, dove si annunciava quanto segue: "La conclusione principale è che, se esiste, il bosone di Higgs secondo il Modello Standard ha una massa inclusa con maggiore probabilità nell'intervallo 116-130 GeV per l'esperimento ATLAS e 115-127 GeV per CMS. Entrambi gli esperimenti hanno osservato in queste regioni di massa segnali indicativi, ma non ancora sufficientemente forti da permettere la rivendicazione di una scoperta". Insomma, al momento, la serietà dei tecnici non sembra affatto disponibile a facili entusiasmi e, soprattutto, ad aggiustamenti ad hoc.
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