sabato 26 febbraio 2011

Caso probabilistico e necessità statistica III

Il Cigno nero di Taleb

Il sottotitolo del libro "Il Cigno nero Come l'improbabile governa la nostra vita" (2007) colloca l'autore a fianco di Epicuro in opposizione diametrale a Democrito. Con una novità, però, quella del ridimensionamento dei "dettagli" a favore del "quadro generale", ossia considerare rilevante il complesso rispetto ai suoi singoli elementi. "L'idea centrale di questo libro -scrive Taleb- riguarda la nostra cecità al caso, e in particolare alle grandi deviazioni". Perché "siamo portati a osservare i dettagli invece che il quadro generale? Perché continuiamo a concentrarci sulle minuzie e non sui grandi eventi possibili, nonostante che la loro enorme influenza sia evidente?"

L'ostinazione a concentrarsi sui dettagli, sulle minuzie, è una tendenza del vecchio riduzionismo deterministico che il nuovo riduzionismo indeterministico non ha abbandonato: essa deriva dal porre sotto osservazione i singoli elementi di un complesso. E' per questo motivo che entrambi i metodi non considerano il quadro generale, ossia il complesso. La novità rappresentata da Taleb è che egli contrappone tra loro i singoli eventi, distinguendoli in due campi: quello dei banali dettagli e quello delle straordinarie eccezioni, delle rarità. In questo modo egli mantiene come oggetto di osservazione i singoli elementi, ma nella opposta qualità di bassa e alta probabilità.

Come vedremo, Taleb disprezza i banali dettagli e apprezza le eccezionali rarità statistiche, che chiama Cigni neri. Ed è solo perché questi ultimi hanno grandi conseguenze sui complessi, che egli si concentra sul "quadro generale"! Abbiamo mostrato in altre occasioni che la bassa probabilità, o rarità statistica, insorge come caso eccezionale raro dai grandi numeri di singoli elementi di un complesso. Ma sebbene essa abbia grandi effetti sul complesso, ciò non cambia la sua origine casuale. Alla sfera del caso appartiene la sfera dei singoli eventi, perché è nella natura del caso agire sui singoli elementi di un complesso. Che poi il singolo evento casuale sia "minuto" o "grande" nei suoi effetti sul complesso dipende soltanto dalla frequenza statistica. Perciò, quando capita una rarità statistica eccezionale e imprevedibile, essa caratterizza necessariamente il complesso stesso, sebbene si manifesti sempre come caso-singolo.

Dunque, Taleb non concepisce il complesso o "quadro generale" come oggetto principale d'indagine, ma si limita a considerare rilevanti solo i casi rari, eccezionali, ossia i Cigni neri, mentre disprezza gli eventi minuti casuali, considerandoli ininfluenti. Ed è solo perché in natura o in attività umane di tipo naturale prevale il dispendio e il suo opposto, l'eccezione statistica, che egli è riuscito a cogliere l'importanza dei Cigni neri; però, considerandoli in se stessi come unicità che prevale su tutto il resto, non ha compreso la dialettica caso-necessità, trascinandosi dietro una confusione insostenibile. Cerchiamo perciò di fare chiarezza.

Quando si scopre una rara frequenza statistica, ci si può attendere un determinato evento raro, reso possibile dai grandi numeri in gioco; ma dove e quando esso si manifesterà singolarmente è imprevedibile. Taleb chiama simili eventi Cigni neri e li considera fondamentali, ma crede di poterli anticipare prevedendoli, e soprattutto crede di trovarli anche in ambiti che non appartengono loro.

Consideriamo esempi reali di Cigni neri. Uno Tsunami come quello del 2004 è certamente stato un Cigno nero, un caso imprevedibile, eccezionale, nonostante che, come fenomeno complessivo, le onde anomale siano studiate a fondo e quindi è certo che dopo un terremoto, con epicentro in un mare o in un oceano, si ha uno tsunami. Ma, questo è il punto, sarà sempre imprevedibile sia la sua intensità sia dove colpirà provocando il maggior danno. Una cosa è certa, poiché terremoti e tsunami sono imprevedibili nelle loro singole manifestazioni, l'uomo si troverà sempre in difficoltà a gestirne le conseguenze.

Ma l'11 settembre, citato da Taleb, non è un evento da Cigno nero: esso è dipeso dalla volontà umana, anche se ha dato luogo a conseguenze più o meno volute. Al contrario, una crisi economica profonda può essere concepita come Cigno nero, al pari di molti eventi naturali, perché, pur essendo connaturata al sistema capitalistico, è imprevedibile nel tempo, nello spazio e nelle sue dimensioni. Anche se simili argomenti possono essere chiariti solo con uno studio storico approfondito, qui possiamo accennare alla reale differenza tra l'11 settembre e una grande crisi: il primo è stato un singolo evento eccezionale con conseguenze più o meno volute, ma concertato nel tempo e nello spazio; la seconda, invece, non è mai voluta in quanto tale: essa rappresenta una fase di un processo economico complessivo fatto di innumerevoli singoli eventi. Così, studiandola come complesso, possiamo conoscerla secondo leggi economiche che sono regolari e stabili.

Dice Taleb: "Questo libro parla dell'incertezza, e per il sottoscritto l'evento raro equivale all'incertezza". Egli non si rende conto che l'incertezza si trova soprattutto nella banale alea di tutti i giorni, anche nei minuti eventi: nei dettagli delle esistenze individuali. L'evento raro è invece sempre una eccezione statistica, sorta sulla base di grandi numeri casuali. La sua incertezza riguarda la sua manifestazione singolare, ma come fenomeno complessivo non ha nulla di misterioso o incredibile. Ad esempio, 1 su circa 2.000 pazienti operati sotto anestesia completa rischia di non risvegliarsi, potendo restare a lungo in stato comatoso o morire. Non c'è nulla di più certo e stabile di questa frequenza statistica su grandi numeri. Ciò che invece è assolutamente incerta è la sua singola manifestazione. Perciò qui il Cigno nero è quel raro caso che non solo danneggia singoli ignari pazienti ma persino consapevoli equipe mediche e singoli ospedali, spesso concentrando più casi in un luogo e meno in altri producendo una falsa apparenza di "malasanità".

Taleb, il cui mestiere di trader lo allontana dal vero oggetto della conoscenza, il complesso, in mente ha soprattutto la singola probabilità: ossia la previsione di singoli eventi, magari per azzeccare il caso raro, un fortunato Cigno nero che nessuna scienza in nessun campo può garantire, figurarsi il gioco in borsa. Allora, il suo merito è stato quello di aver concepito il caso raro, imprevedibile, ma oltre non è andato, pensando di aver scoperto chissà quale enormità, dalla quale mettere in guardia con buoni consigli. Il suo demerito è stato, invece, l'aver disprezzato e persino respinto la "curva a campana" di Gauss, definendola la "grande frode intellettuale", "perché ignora le grandi deviazioni".

Se volessimo, come esemplificazione, paragonare l'attività in borsa alla evoluzione delle specie, potremmo dire che Taleb è il Gould dei trader, in quanto crede solo ai salti punteggiati, rifiutando il gradualismo. Ed essendo anche lui, come Gould, un anglosassone culturalmente acquisito, quindi privo di profondità di pensiero, ha bisogno di una metafisica contrapposizione e di una banale metafora per concepire e spiegare qualcosa. Così la contrapposizione tra "gradualismo" e "salti punteggiati" della biologia dell'evoluzione delle specie si trasforma, nella logica di Taleb, nella contrapposizione tra "Mediocristan" ed "Estremistan", il cui significato il lettore può facilmente intuire da solo.

Dice Taleb che un tema cominciò a interessarlo come un'idea fissa: "l'evento rilevante altamente improbabile". Naturalmente è a motivo della sua attività di trader che nella sua mente è sorta questa idea fissa -ciò che può essere espresso anche nel seguente modo: nella complessa realtà dei fenomeni naturali e sociali, un trader può essere dominato soltanto dalla eccezione statistica, metafisicamente separata e contrapposta alla media statistica. Una volta si cercava la pietra filosofale per produrre oro e diventare ricchi e potenti; oggi, secondo Taleb, basterebbe prevedere gli eventi rari. Del resto, egli si vanta di aver sviluppato "una capacità particolare ma strana: scommettere su eventi rari e inattesi, quelli ... considerati "inconcepibili" dagli "esperti platonici"."

Ora, la suddetta idea fissa di Taleb, concettualmente, rappresenta solo un elemento (anche se fondamentale) della teoria generale fondata sulla polarità caso-necessità: si tratta del concetto di rarità, o eccezione statistica, che rappresenta una particolare forma di rovesciamento del caso (sorto sulla base dei grandi numeri) nella necessità complessiva. L'evento raro e straordinario è fondamentale, perché, diversamente dai singoli e minuti eventi casuali, dai quali comunque salta sempre fuori, è quello che ha rilevanti conseguenze sul complesso.

Però, riguardo al "Mediocristan" e all'"Estremistan" non c'era alcun bisogno di concepirli metafisicamente come due opposti diametrali: l'uno nel quale regna l'ordine e la moderazione, dove conta la norma e importante è la mediocrità, e l'altro dove esistono solo due estremi: o si è nani o si è giganti, i primi numerosissimi, i secondo rarissimi. Non c'era alcun motivo di contrapporre la norma all'eccezione, essendo due condizioni che convivono sia in natura che nelle società naturali, dove possiamo trovare fenomeni comprensibili sia con la media statistica (curva di Gauss), sia con la legge di potenza dove primeggia il caso straordinario che falsa ogni media.

Del resto, anche Taleb alla fine è costretto a prendere in considerazione entrambe le condizioni. Nonostante il suo dichiarato disprezzo nei confronti del "Mediocristan", egli distingue il caso in due tipologie: "tipologia di casualità 1", che appartiene al "Mediocristan", ad esempio: statura, peso, guadagno di un dentista, incidenti stradali, tassi di natalità e mortalità, ecc.; "tipologia di casualità 2", che appartiene all'"Estremistan", ad esempio: ricchezza, vendita di libri per autore, danni causati da terremoti, vittime di guerra, mercati finanziari, statura tra diverse specie animali, ecc. Poi dice che la seconda lista è molto più lunga della prima.

Se riflettiamo su questa conclusione, possiamo affermare che in natura la seconda tipologia di caso, quella della eccezione statistica, è fondamentale perché permette di produrre grandi cose senza alcun "architetto", senza alcuna predeterminazione, ma soltanto con il cieco dispendio. Alla stessa conclusione possiamo arrivare per le società naturali, come ad esempio la società capitalistica. Qui il dispendio è evidente e così le rarità statistiche, ma la loro misura è inferiore a quella della Natura, tanto è vero che scopo e ambizione della specie umana dovrebbero essere quelli di sottrarre i propri processi sociali alla cieca necessità fondata sul caso, per determinarli mediante la più economica connessione di causa ed effetto.

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