martedì 14 dicembre 2010

La super memoria: il peggior nemico della riflessione

Il punto fondamentale è la contraddizione esistente tra la riflessione concettuale sulla essenza delle cose, dei fenomeni e dei processi e l'eccessiva memoria dei loro minuti particolari. Se questo vale per il singolo individuo, vale anche per l'intera comunità di studiosi, scienziati e storici. Ma vale anche per la tecnologia dei computer che assicura una smisurata memoria e il supercalcolo veloce. L'eccesso di memoria, già individuato in rari individui, è oggi a disposizione di tutti, persino degli smemorati cronici, grazie alla tecnologia dei computer. Il guadagno ottenuto con la quantità dei dati incamerati, registrati, e con la velocità del calcolo, si rovescia nella perdita di comprensione: più cresce l'oceano dei dati empirici e numerici che ci investe, più diminuisce la capacità della comunità scientifica di comprendere l'essenza della realtà.

La novità, rispetto al passato, è che i problemi creati ai rari individui dalla loro supermemoria si estendono a tutti in proporzione all'uso del computer, con la pratica di Internet. Ora qual è il principale problema creato all'individuo dalla supermemoria? Il fatto che non riesce a dimenticare nulla, neppure i momenti peggiori, le offese e persino le impressioni più insignificanti. Con una mente così ingombra e continuamente soggetta a sensazioni e impressioni sempre vive, viene a mancare quel distacco, quella calma della riflessione, quella concentrazione della mente distaccata dal sé, in definitiva la possibilità di riflettere freddamente sulle questioni fondamentali.

Un diamante messo in cassaforte è relativamente al sicuro, ma sommerso da  tonnellate di spazzatura diventa introvabile. La conoscenza reale è come un diamante messo al sicuro, ed è possibile dominarla soltanto se la spazzatura degli infiniti particolari ininfluenti scompare dalla nostra coscienza. Il serbatoio della memoria deve essere, come diceva Hegel, naturalmente "inesistente" finché non viene richiamato alla mente. Il processo della memoria dev'essere quindi naturale, ossia, con i suoi tempi giusti che non sono quelli degli smemorati cronici o dei "supermemori".

Ma, grazie a Internet, la tecnologia del computer ha creato la super memoria artificiale che favorisce l'artificiale super memoria individuale: in altre parole, favorisce la cultura del minuti particolari sui quali non c'è nulla da riflettere. Così Internet diventa il peggior nemico della riflessione, e, a sua volta, la riflessione diventa il peggior nemico della memoria sovrabbondante messa artificialmente a disposizione di tutti.

Se la riflessione ha bisogno dell'hegeliano "serbatoio della memoria" che, tra l'altro, favorisce la memoria concettuale, frutto di studi e riflessioni continue, Internet, fornendo un artificiale e gigantesco serbatoio-spazzatura, non solo non favorisce la riflessione ma neppure la memoria: l'individuo, tolto il computer, diventa un neo-smemorato.

Post scriptum Gennaio 2013. Comunque, per la vecchiaia dell'autore, il computer con le sue rapide risposte è un toccasana: mette, per così dire, una pezza alla sua smemoratezza temporanea, ma è anche un aiuto per ritrovare subito dati che in anni passati gli avrebbero richiesto lunghe ricerche. Però, quelle lunghe ricerche abituavano anche a maturare, nei tempi lunghi, idee profonde. Insomma, le contraddizioni esistono e nessuno può pensare di risolverle con buoni consigli. Basta solo essere consapevoli della questione memoria che presenta due opposti estremi e molte vie di mezzo. 

Resta comunque valida l'idea che la memoria sovrabbondante non aiuta la riflessione concettuale. Inoltre,  chi cerca nel computer rapidamente notizie da utilizzare, spesso, cade vittima di troppi siti che forniscono eccessivo materiale maldigerito dagli autori e indigesto per i fruitori. L'unica fonte attendibile e affidabile, che può ancora aiutare a risolvere sia una temporanea smemoratezza sia l'esigenza urgente di inquadrare un autore, una teoria, ecc. è senz'altro Wikipedia.


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